di Juana San EmeterioCOSMOPOLIS
di David Cronenberg,Italia, Francia, Canada, Portogallo 2012, drammatico, (01 distibution)
Robert Pattinson, Juliette Binoche, Sarah Gadon, Mathieu Amalric, Jay Baruchel, Kevin Durand, K'Naan, Emily Hampshire, Samantha Morton, Paul Giamatti.
Il denaro ha perso la sua capacità narrativa.
New York è una città in subbuglio: una visita del Presidente degli Stati Uniti a Manhattan, manifestazioni contro la finanza, il funerale di un noto cantante e una minaccia incombente. Tutto ciò non scoraggia Eric Packer (Robert Pattinson), un 'golden boy' dell'alta finanza, che vuole andare dal suo vecchio barbiere che si trova dall’altra parte della città a farsi tagliare i capelli. Eric Packer comincia così un viaggio allucinante nella sua limousine bianca, attrezzata con ogni confort, per le strade della grande mela anche se alcune sono devastate dalla rabbia dei manifestanti. Un viaggio che dura una giornata e durante il quale incontra nella sua auto, di volta in volta, gli amici nerd con cui ha costruito il suo impero finanziario, la sua amante e consulente artistica e finanziaria (Juliette Binoche), il suo medico per la visita giornaliera in cui scopre di avere una prostata asimmetrica, l'algida e ricchissima moglie (Sarah Gadon). Ma su di lui incombono due minacce: quella di perdere tutto per un calcolo finanziario sbagliato e quella di morte che si incarna in un personaggio che lo insegue, interpretato da uno straordinario Paul Giamatti. E Packer, gelido e sicuro di sé, simbolo stesso del capitalismo avido e senza anima, arriverà al suo ultimo appuntamento diviso tra il suo autolesionismo ed una incombente volontà omicida.
Il grande regista canadese David Cronenberg, in concorso al Festival di Cannes, affronta una sfida difficile, quella di portare sullo schermo il romanzo di Don DeLillo “Cosmopolis”. Un libro che sembra impossibile da adattare al cinema, ricco com’è di visioni filosofiche e catastrofiche sulla fine di un mondo, quello di Wall Street. Il film come il libro tenta di spiegare proprio questa agonia in un susseguirsi di visioni e riflessioni che lasciano senza fiato. Cronenberg ci descrive quel mondo gelido, governato dai soldi e da un capitalismo che ha perso qualsiasi capacità produttiva. Una finanza che non può migliorare la vita di nessuno neanche di chi sembra essere un suo dominatore. E Packer (Pattinson) è l’emblema di quei giovani tecnologici che sembravano i padroni del futuro e che ora chiusi nella loro limousine “proustata”, (come Proust nella sua stanza) assistono all’apocalisse ed il tanto desiderato taglio di capelli sembra il vezzo di uno di quei nobili che andavano verso la ghigliottina. Il film è riuscito e forse solo Cronenberg poteva vincere la sfida di restituirci questo mondo patinato e senza anima che va verso la sua distruzione descritto da DeLillo. Eric Packer è un perfetto nemico, il simbolo negativo, quello che se ne frega di tutto e di tutti, in una parola la visione di quello che ci rimanda l’idea di crisi che stiamo vivendo. Da vedere.