di Federica Marino
Impresa, cultura e sociale: mondi solo apparentemente distanti, soprattutto in un Paese come il nostro. A metterli insieme, alla ricerca di un dialogo proficuo, c’è, dal 1987, l’associazione Civita, organizzazione non profit fondata da un gruppo di aziende, enti pubblici di ricerca e università, che conta oggi 180 associati .
Nata per salvare la “città che muore”, come viene chiamata la splendida Civita di Bagnoregio, l’associazione richiama fin dal nome anche la civitas romana: cittadinanza condivisa, appartenenza a un luogo, consapevolezza dei valori da tutelare per il bene di tutti. L’ambito di intervento è quello dei beni artistici, da promuovere in chiave imprenditoriale coniugando utile e valore: la sfida è “mettere sul mercato” il patrimonio artistico italiano senza farlo diventare una merce.
Per promuovere la cultura, bisogna creare cultura: da questa intuizione nasce nel 2009 Civita per i giovani, un “think tank”, un serbatoio di pensiero, dove formare gli esponenti delle nuove generazioni e trasmettere loro conoscenze e strumenti. La conoscenza delle proprie radici, del terreno in cui affondano, del patrimonio storico, artistico ed ambientale cui hanno dato linfa; gli strumenti per intervenire nel presente e in futuro, ognuno nel ruolo che sarà chiamato a ricoprire in un’economia sempre più globalizzata ed esigente, per proteggere e valorizzare il sistema territorio-patrimonio. Happy Civita è la formula mensile delle iniziative “giovani”; fotografia e sociale sono al centro di Un’immagine, mille parole, incontro romano che coniuga arte (fotografica) e impegno sociale, poiché racconta con immagini e (poche) parole la realtà di diverse associazioni non profit, analizzandone poi l’efficacia comunicativa. All’iniziativa partecipano fotografi, rappresentanti di ONG ed esperti di Responsabilità sociale d’impresa , che insieme analizzeranno la forza e il potere della fotografia: una forma d’arte immediata e diretta, e per questo adattissima per trasmettere messaggi di responsabilità sociale.
Gli scatti presentati arrivano da mondi diversi, accomunati dal fare sociale: ActionAid e i progetti di adozione a distanza, Medici senza frontiere e Imagine impegnati per difendere la salute delle popolazioni fragili o vittime di guerra, Oxfam e la lotta alla povertà e per lo sviluppo, la Lega del Filo d’Oro e il suo impegno per i disabili sensoriali, l’integrazione attraverso l’ippoterapia con L’Auriga e i suoi cavalli e ancora Cipsi e Coopi, attive in progetti di cooperazione internazionale.
A cavallo tra fotografia e non profit c’è Shoot4Change, fotografi e artisti che “devolvono” parte del proprio tempo per realizzare reportages umanitari o di denuncia, per “cambiare il mondo con un click”: interviene il fondatore Antonio Amendola, con il coordinatore del festival di fotografia di viaggio Cortona on the move, Antonio Carloni, e il direttore di Osservatorio Socialis Roberto Orsi.
Un’immagine, mille parole – Quando la fotografia incontra il sociale
Roma, Terrazza Civita, Piazza Venezia 11
28 maggio 2012