Sara' per l'atmosfera pesante, ma negli ambienti storicamente piu' ricchi di intrighi, botole, veleni e stiletti (vale a dire il Vaticano) pare abbiano perso un po' la creativita', almeno con i nomi. La trovata di definire i documenti scappati dalla Sacre Mura "Vatileaks" e', dal punto di vista comunicativo, degna della miglior agenzia pubblicitaria: il marchio resta impresso nella mente come un tigre nel motore, e non se ne va piu'. Proprio per questo ci si sarebbe aspettati un guizzo, un colpo d'ala, un neologismo che segnasse i mala tempora dell'oggi magari riuscendo, se mai possibile, a sdrammatizzare la gravita' degli eventi. O, al contrario, aumentandola oltremodo sicche', una volta passata la bufera, la maggior gloria delle istituzioni ecclesiastiche ne risulti ancor piu' splendente. Angeli e demoni, tormento ed estasi: il materiale cui ispirarsi non manca. E se non basta la cultura popolare, si apra a caso una pagina da uno dei libri piu' recenti di Padre Amorth, traboccanti di storie da far accapponare la pelle. Invece qui si parla di corvi. Semplici, scontati, corvi.
Banalissimi corvi, parenti delle cornacchie e come queste longevi piu' di ogni altro uccello e, soprattutto, associati al malaugurio ed alla delazione. Almeno dai tempi in cui Remo avvisto' sul Palatino sette corvi invece di altrettanti sparvieri (e Romolo ebbe Roma) o da quando Apollo ne muto' le penne da bianche in nere per avergli recato una notizia non gradita. Di qui, per l'appunto, la loro brutta fama, rafforzata da una notissima poesia di Edgar Allan Poe e, soprattutto, per il fatto che Noe' ad un corvo si affido', per sapere se Dio ce l'aveva ancora con gli uomini. E lui - l'infame - ne approfitto' per scappare dall'Arca e far perdere le tracce per le regioni appena riemerse dell'orbe terraqueo. Noe', e' cosa nota, si rivolse allora alla colomba, cui fu da allora associata la purezza delle azioni e la sincerita' delle intenzioni. "Astuti come serpenti e candidi come colombe", si legge nel Vangelo, e si torna cosi' al punto di partenza. Lo scandalo che agita il Vaticano e' tra i piu' gravi dai tempi dell'Unita' d'Italia. Anzi, sembra proprio emergere dal passato che sembrava seppellito con il Concilio, la "primavera della Chiesa" vista da Pio XII e realizzata da Giovanni XXIII e Paolo VI. Forse e' per questo che, inconsciamente, per definire i responsabili della fuga delle lettere del Papa si e' scelto l'epiteto di "corvi", coniato con fortuna in epoca preconciliare in una nazione che e' figlia prediletta della Chiesa.
"Il Corvo", infatti, e' una pellicola francese di tanti anni fa (Le Corbeau, 1943), regia di Henri-George Clouzot. Cineasta in odore di collaborazionismo, in sintonia con il regime di Vichy girava i suoi film nella parte della Francia occupata dai nazisti. Per questa ragione fu non prima del 1947 che i suoi concittadini, ormai tornati liberi, poterono vedere la storia di una mano anonima (la soluzione del giallo e' nell'ultimo fotogramma) che inizia a spedire lettere ai notabili di un paese della Francia profonda. Il dottor Germain ha una storia adulterina con la moglie del primario Vorzet, scriveva l'anonimo delatore che, appunto, "il corvo" si firmava. Peggio: Vorzet eseguiva aborti clandestini, e i suoi pazienti non venivano informati delle loro vere condizioni di salute. Risultato: carriere stroncate, suicidi e, per dirla con le parole del Papa, il sospetto che rendeva gli uni nemici degli altri. Un inferno.
Un clima che si respirava, nella calda estate del 1989, al palazzo di giustizia di Palermo. Anche li' una manina anonima prese a spedire buste sigillate che, una volta aperte, rovesciavano maldicenze sui giudici Falcone e Ayala ed i superpoliziotti Parisi e De Gennaro con l'intensita' di un vaso di Pandora. Qualcuno dette un bicchier d'acqua ad un sostituto procuratore, Alberto di Pisa, che fini' condannato a 18 mesi con l'accusa di essere lui il Corvo di Palermo. Quattro anni piu' tardi sara' assolto con formula piena e dira': "E' stata una congiura dei servizi segreti". Piu' probabilmente rimarra' come uno dei tanti misteri insoluti dell'estate dei veleni.
Ugualmente ancora e' presto per vedere se anche in Vaticano sia in corso una congiura, ed ordita da chi. Certo che il fotogramma finale di un vecchio film francese, con una figura vestita di nero che si allontana curva su una strada assolata mentre sfuma l'immagine, puo' sembrare evocativo. Anche se nel caso del Corvo di Clouzot quella figura non era quella del curato del paese, sia chiaro.