di Sandro CaliceKILLER ELITE
di Gary McKendry, Usa 2011, azione (Lucky Red)
Jason Statham, Clive Owen, Robert De Niro, Dominic Purcell, Aden Young, Yvonne Strahovski, Ben Mendelsohn, Adewale Akinnuoye-Agbaje, David Whiteley, Matthew Nable.
Non è cambiato molto dagli anni ’80, ce lo dice una scritta all’inizio del film. Soprattutto se assumiamo il fatto che questa storia sia tratta da eventi realmente accaduti. E abbiamo detto “se”.
Il giorno che Danny (Statham), killer professionista tra i migliori al mondo, incrocia gli occhi di un bambino durante una missione, è anche il giorno in cui decide di lasciare. Quella vita non fa più per lui. Ma certe vite non puoi metterle da parte, e un anno dopo il passato viene a riprenderselo. Hunter (De Niro), suo mentore e amico, è prigioniero del sultano dell’Oman: ha accettato un lavoro che non è stato in grado di portare a termine, uccidere tre ufficiali dei SAS (Servizi Aerei Speciali Britannici) che durante la guerra segreta dell’Inghilterra in Oman hanno ucciso tre figli del sultano. Tocca a Danny completare il lavoro se vuole rivedere vivo Hunter. Radunata una squadra di specialisti, Danny inizia la caccia. Ma non ha fatto i conti con i “Feather Men”, spietata organizzazione segreta con la missione di proteggere tutti gli ex membri dei SAS, e col loro agente migliore, Spike (Owen), uno per cui la guerra non è mai finita.
Alla sua prima prova da regista, McKendry decide di portare sullo schermo il libro “The Feather Men” di Ranulph Fiennes (scrittore, avventuriero, esploratore ed ex SAS) le cui ricostruzioni, però, che il governo britannico ha in parte smentito, restano comunque non verificabili in quanto coperte da segreto di Stato. La sceneggiatura è affidata a Matt Sherring, uno che – sia detto senza ironia, lo riferiscono i crediti – prima ha fatto qualche pubblicità, ha una specializzazione in agricoltura e rugby e ha lavorato come agente immobiliare e insegnante di educazione fisica. Il risultato è un film un po’ “grezzo”, con qualche rigidità nei dialoghi e semplificazioni o inutili complicazioni nella trama, che si affida tutto al carisma degli attori. Non brutto però, con un’ottima fotografia e la capacità del regista di tenere abbastanza alta la tensione, anche attraverso un ripetuto ricorso alle scene d’azione. Non troverete la “profondità” che forse la storia avrebbe meritato, ma per distrarsi va bene.