In una situazione di recessione, si corre il rischio che le organizzazioni criminali riciclino i proventi delle loro attivita' illegali nei settori economici maggiormente colpiti dalla crisi. E' quanto denunciano gli Artgiani di Mestre (Cgia) che rilevano un vero e proprio "boom" delle segalazioni di operazioni sospette che "l'anno scorso hanno toccato le 48.344 unita'". Rispetto a 5 anni prima, secondo i calcoli della Cgia, "la crescita e' stata del +303,3%". "Stiamo parlando - spiega una nota - delle segnalazioni di operazioni di riciclaggio sospette eseguite da intermediari finanziari (in primis le banche che ne hanno compiute quasi l'80% del totale), verso l'Unita' di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d'Italia.
"A seguito della recessione economica in atto - commenta Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre - corriamo il pericolo che le organizzazioni criminali riciclino i proventi delle loro attivita' illegali nei settori economici maggiormente colpiti dalla crisi. Infatti, mai come in questo momento interi settori produttivi manifestano una preoccupante vulnerabilita' dovuta alla forte contrazione nell'erogazione del credito che le banche hanno attuato in questi ultimi tempi".
A livello territoriale, prosegue la Cgia, la regione piu' a rischio infiltrazioni e' la Lombardia che solo nel 2011 ha ricevuto ben 8.778 segnalazioni. Segue il Lazio con 6.350 e la Campania con 6.128. "Con il riciclaggio - prosegue Bortolussi - avviene la reintroduzione del denaro proveniente da reati nell'economia legale, al fine di dissimularne o occultarne l'origine illecita. Questo fenomeno non danneggia solo l'economia legale, perche' ne altera le normali condizioni concorrenziali dei mercati, ma rischia di diventare un pericolo gravissimo per l'efficienza e la stabilita' dell'intero sistema finanziario".
Usura: dal 2006 al 2010 +10,6% di denunce
Le denunce per usura e per estorsione, tra il 2006 e il 2010, sono aumentate del +10,6%. Nell'ultimo anno in cui le statistiche sono disponibili (2010) il numero complessivo delle denunce ha toccato le 6.366 unita'. Tuttavia, va sottolineato che dopo il picco massimo raggiunto nel 2007, negli anni successivi il numero complessivo delle denunce risulta essere in calo.
Nell'ultimo anno in cui le statistiche sono disponibili (2010) il numero complessivo delle denunce ha toccato le 6.366 unita'. Tuttavia, si legge in una nota, va sottolineato che dopo il picco massimo raggiunto nel 2007, negli anni successivi il numero complessivo delle denuncie risulta essere in calo. "Dimensionare l'usura solo attraverso il numero delle denunce - commenta il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi - non ci permette di misurare con efficacia il fenomeno. L'usura rimane in larga parte sommersa e quindi leggibile con difficolta'".
Riguardo alle motivazioni per le quali molte persone cadono nelle mani degli strozzini, secondo Bortolussi, "oltre al perdurare della crisi, per gli artigiani, i commercianti e i piccoli imprenditori sono le scadenze fiscali a spingerli a ricorrere a forme di finanziamento illegali. Per i disoccupati o i lavoratori dipendenti, invece, sono i problemi finanziari che emergono dopo brevi malattie o infortuni".