Medicina


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La prevenzione riduce il rischio di ictus

Presentata la 'Carta Globale del Paziente con Fibrillazione Atriale' n

di Maurizio Righetti

Uno strumento complesso, in grado di delineare e attuare comportamenti che favoriscano i cittadini alle prese con la malattia. E' la “Carta Globale del Paziente con Fibrillazione Atriale” presentata per la prima volta in Italia, al Senato, in occasione del Convegno dal titolo: “Fibrillazione Atriale e Ictus Evitabile: dalla prevenzione alle prospettive terapeutiche, attraverso percorsi gestionali a misura di cittadino”. La carta si propone di garantire migliori diagnosi e trattamento della Fibrillazione Atriale e più efficaci misure per prevenire l’ictus ad essa collegato, facendole diventare una priorità sanitaria nazionale; migliorare le conoscenze e la pratica clinica del personale sanitario per garantire ai pazienti un trattamento appropriato durante tutto il percorso assistenziale; creare Registri Nazionali degli Ictus per verificare in modo sistematico e accurato l’incidenza, la prevalenza e gli esiti delle persone con ictus correlato alla fibrillazione atriale; promuovere campagne di informazione per aumentare la consapevolezza dei cittadini sulla patologia e sui suoi rischi.

Salvare e migliorare la vita, ridurre l’impatto della malattia e gli enormi oneri conseguenti
La Carta Globale del Paziente con Fibrillazione Atriale, realizzata a livello internazionale da oltre 40 tra Società Scientifiche e Associazioni pazienti tra cui, per l’Italia, Cittadinanzattiva e Alice - Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale contiene le principali raccomandazioni che istituzioni, aziende sanitarie, enti regolatori e governi nazionali dovrebbero attuare per salvare vite umane, migliorare la vita dei pazienti, ridurre l’impatto della malattia e gli enormi oneri ad essa collegati.

Che cosa è la fibrillazione atriale
La fibrillazione atriale è una frequente anomalia del ritmo cardiaco a causa della quale il sangue, non pompato più correttamente, ristagna all’interno delle camere superiori del cuore (gli atri), favorendo la formazione di trombi che, se entrano nel circolo sanguigno, possono arrivare al cervello e provocare un ictus cerebrale. Attualmente si stima che in Europa oltre 6 milioni di persone siano affetti da questa patologia, anche se ci si aspetta un’ulteriore crescita, per vie dell'invecchiamento della popolazione. Questa aritmia cardiaca è causa del 15-20% di tutti gli ictus trombo embolici, il disturbo cardiovascolare più comune dopo le cardiopatie, che colpisce 9,6 milioni di persone in Europa, con un’incidenza di 2 milioni di soggetti l’anno. Inoltre gli ictus collegati a fibrillazione atriale sono più gravi, provocano invalidità maggiori e sono associati a un aumento del 70% del tasso di mortalità rispetto agli eventi che colpiscono chi non ne è affetto.

Antonio Tomassini, presidente commissione Sanità del Senato : “La prevenzione diventa l'elemento cruciale”
“La Fibrillazione Atriale non è solo l’aritmia cardiaca più comune, ma rappresenta anche un fattore di rischio significativo di ictus ischemico. Per questo è importante esercitare misure preventive e di diagnosi, trattamento e monitoraggio, proprio con lo scopo di evitare mortalità e disabilità da ictus, promuovendo la prevenzione anche attraverso la sensibilizzazione della popolazione sui fattori di rischio, l’individuazione precoce dei soggetti affetti da cardiopatia per evitarne l’aggravamento e gli eventi acuti, l’identificazione dei pazienti a maggiore rischio per sviluppare modelli di intervento. - ha dichiarato il Senatore Antonio Tomassini, Presidente XII Commissione Igiene Sanità del Senato e Presidente dell’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione –. La prevenzione, dunque, diventa l’elemento cruciale nella lotta a questa patologia: inizia da una corretta diagnosi, fino all’applicazione di un adeguato regime terapeutico, che sarà tanto più efficace, quanto più affidato al contributo di più attori, all’interno di un sistema inter-professionale, inter-disciplinare e multi-disciplinare”.

Claudio Cricelli, Presidente Società Italiana di Medicina Generale: “L’attività preventiva va attuata su tre livelli“
“L’attività preventiva andrebbe attuata su tre livelli – aggiunge Claudio Cricelli, Presidente SIMG, Società Italiana di Medicina Generale -. Innanzi tutto la prevenzione che precede l’insorgenza della fibrillazione atriale. In questo caso rientra il monitoraggio delle patologie cardiovascolari su una popolazione sana, con fattori di rischio predisponenti, che presuppone un’attività informativa nei confronti dei cittadini e dei clinici affinché sorveglino attentamente questa fascia di popolazione. Il secondo step riguarda la prevenzione e la cura nei soggetti che hanno avuto uno o più episodi di fibrillazione atriale, trattando il fenomeno aritmico con interventi di tipo farmacologico, elettrico o anche chirurgico (ablazione). Infine c'è la prevenzione delle complicanze della fibrillazione atriale, decidendo tempestivamente, quando necessaria, la prescrizione di una terapia anticoagulante”.

Teresa Petrangolini, Segretario Generale di Cittadinanzattiva: “Con la Carta Globale per la prima volta si è riusciti a puntare i riflettori sui diritti del paziente”
“Con la Carta Globale dei Pazienti – sostiene Teresa Petrangolini, Segretario Generale di Cittadinanzattiva - per la prima volta si è riusciti a puntare i riflettori sui diritti del paziente, per capire cosa si aspetta un cittadino nel momento in cui si trova a dover affrontare un problema di salute importante, che può portare a conseguenze gravi e invalidanti. Impostazione, questa, che negli ultimi anni l’Europa attribuisce alle politiche sanitarie. La prevenzione è largamente condizionata dai comportamenti dei cittadini – aggiunge Petrangolini - che devono diventare attori di questo processo. Processo che, a sua volta, deve fare parte di una politica globale che tenga in massima considerazione scelte individuali, disponibilità di strutture, strumenti, trattamenti farmacologici, attività professionali e l’empowerment del paziente. Noi ci auguriamo che questa Carta possa contribuire a sollecitare i Governi nazionali a fare la loro parte e sostenere programmi di sensibilizzazione, informazione e prevenzione. Attività che, finora, vengono proposte o dall’Europa o dalle comunità locali, difficilmente dalle istituzioni nazionali”.

Maria Luisa Sacchetti, Presidente Onorario di Alice: “C'è un gap di informazione molto grave che va colmato”
Il fatto che il cittadino debba essere protagonista delle scelte che riguardano la propria salute, e che questo si realizzi con la promozione della sua partecipazione attiva nei processi sanitari che lo coinvolgono è ribadito da – Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale: “La fibrillazione atriale è difficilmente comunicabile, perché spesso asintomatica. Perciò esiste una scarsa conoscenza della patologia e dei rischi ad essa collegati. Recentemente la nostra Associazione, insieme all’Università degli Studi di Firenze e al Censis, ha realizzato un’indagine, intervistando 1.000 cittadini italiani, dalla quale emerge che 77 persone su 100 affermano di sapere che cosa sia l’ictus, ma di questi, solo 50 rispondono che è una malattia che colpisce il cervello. Quando, poi, si è chiesto di individuare quali fossero i fattori di rischio per l’ictus, al 1° posto viene nominata l’ipertensione, al 2° le dislipidemie, al 5° il diabete, al 6° le malattie cardiache (solo l’8% degli intervistati). Nella realtà sappiamo che il 58% dei pazienti che hanno avuto un ictus sono malati di cuore, il 40% dei quali soffre di fibrillazione atriale. Questo - continua Sacchetti - è un gap di informazione molto grave che va colmato con campagne di informazione sulla patologia mirate, realizzate da esperti, come è altrettanto importante che nel Piano Nazionale di Prevenzione, la fibrillazione atriale venga citata insieme agli altri fattori di rischio dell’ictus”.
L'incontro è stato organizzato dalla Fondazione Charta, con il patrocinio del Senato, dell’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione, di Cittadinanzattiva, di Alice-Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale, della Società Italiana di Medicina Generale e con il supporto non condizionato di Bayer.