Cnel e Istat vanno oltre al Pil


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Il Benessere si misura così

Un risultato ottenuto grazie all'aiuto della società civile benessere_felicita_296

Il Cnel e l'Istat hanno elaborato 134 indicatori per misurare il benessere. Negli ultimi anni il dibattito sulla capacità del prodotto interno lordo (Pil) di fornire un'immagine corretta della realtà è stato vivacissimo. Il Pil, infatti, in quanto misura quantitativa della produzione realizzata dal sistema economico, non offre una visione complessiva del progresso di una società. Per fare questo deve essere integrato con altri indicatori dei fenomeni che influenzano la condizione dei cittadini.

Per affrontare la sfida il Cnel e l'Istat hanno costituito nel dicembre 2010 un "Comitato di indirizzo sulla misura del progresso della società italiana", composto da rappresentanze delle parti sociali e della società civile. Organizzazioni sindacali e associazioni di categoria, ma anche associazioni di volontariato, associazionismo femminile, associazioni ambientaliste, ecc., per la prima volta hanno lavorato insieme per l'individuazione del set di indicatori fondamentali per misurare il benessere.

L'obiettivo del Comitato, in analogia a quanto sta avvenendo in altri paesi, è stato quello di sviluppare un approccio multidimensionale e condiviso basato sul concetto di "benessere equo e sostenibile" (Bes), ovvero un nuovo modo per leggere la realtà affiancando alle misure economiche una serie di indicatori non economici fondamentale anche nella progettazione delle politiche pubbliche.

Per realizzare questo obiettivo l'Istat ha svolto il ruolo di coordinamento scientifico dell'iniziativa, avvalendosi di una Commissione scientifica di esperti, mentre il Cnel ha rappresentato il punto di riferimento per la sintesi delle diverse istanze della società.

Partendo dalle indicazioni fornite dai cittadini e dai risultati delle esperienze internazionali già realizzate, il Comitato Cnel-Istat ha condotto, nel corso del 2011, un intenso dibattito che ha permesso di sviluppare una definizione del benessere della società italiana, articolata in 12 aree: 1) Ambiente; 2) Salute; 3) Benessere economico; 4) Istruzione e formazione; 5) Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; 6) Relazioni sociali; 7) Sicurezza; 8) Benessere soggettivo; 9) Paesaggio e patrimonio culturale; 10) Ricerca e innovazione; 11) Qualità dei servizi; 12) Politica e istituzioni.

Per aprire al dibattito la scelta dei domini, l'Istat ha condotto un'indagine sull'importanza delle varie dimensioni del benessere per i cittadini; Cnel e Istat hanno poi costruito un sito (www.misuredelbenessere.it) che offre strumenti d'informazione sul progetto e consene a cittadini, istituzioni, centri di ricerca, associazioni, imprese di contribuire a definire “che cosa conta davvero per l'Italia”.

Sul sito è stato pubblicato un questionario che ha permesso di esprimere ad oltre 2.000 persone di esprimere la propria opinione sul set di dimensioni del benessere; parallelamente, un blog ha raccolto contributi e approfondimenti dei rappresentanti della società civile sulla questione delle misure del benessere.

La Commissione scientifica costituita presso l'Istat ha avuto il compito di selezionare, per ciascun dominio, un set di indicatori rappresentativi del benessere legato a quella specifica dimensione e tenere conto anche delle differenze di genere, di generazione, sociali e territoriali.

Il lavoro di selezione degli indicatori più significativi ha comportato un delicato equilibrio tra l'esigenza di misurare in maniera soddisfacente i 12 domini del benessere e la disponibilità di dati. L'obiettivo di questa iniziativa, del resto, non è quello di monitorare in modo esaustivo il tema di ciascun dominio - compito che richiederebbe un set molto più ampio di informazioni - ma di misurare gli aspetti che contribuiscono maggiormente a determinare il benessere individuale e sociale.

La Commissione di esperti ha identificato 134 indicatori, sulla base di una chiara correlazione con il concetto di benessere (evitando tutti gli indicatori che possano prestarsi a letture ambigue): si va dal tasso di furti in abitazione alla disponibilità di verde urbano, alle emissioni di CO2 e altri gas clima alteranti, alla propensione alla brevettazione delle imprese, alla ricchezza netta media pro-capite, allo stato fisico e psicologico degli individui. La proposta sulle nuove misure del benessere è stata poi definitivamente approvata il 20 giugno 2012 all'unanimità dall'Assemblea del Cnel.