di Rita Piccolini
Colori a go- go per la moda uomo presentata in questi giorni a Firenze, nella splendida cornice di una città che ha aperto alle sfilate di moda, oltre alla Fortezza da Basso come da tradizione, anche i giardini di Boboli ( per Valentino) e addirittura la Galleria degli Uffizi per una storica maison fiorentina, quella di Stefano Ricci in occasione dei primi quarant’anni di attività …Quindi verde, rosso, turchese e giallo, tanto giallo, in tutte le sfumature e presente in tutte le collezioni.
Cos’è un messaggio di ottimismo? Forse sì, considerato che la moda è uno dei settori che risente meno della crisi e vanta numeri positivi nelle esportazioni. Certo, precisa Raffaello Napoleone, ad di Pitti Immagine: “Quest’anno si può prevedere un calo tra il 2 e il 3 %. Ma va considerato che stiamo vivendo un atteggiamento di ripiegamento su noi stessi”. Comunque i nostri prodotti sono molto apprezzati all’estero e questo induce a ben sperare. E infatti sembra di essere in un mondo piacevolmente al contrario alla Fortezza da Basso che ha accolto l’82esima edizione di Pitti Uomo. Oltre mille marchi in mostra, 387 provenienti dall’estero, su una superficie espositiva di quasi 60 mila metri quadrati. I prodotti esposti si contraddistinguono per l’alta qualità e l’accuratezza dei dettagli, soprattutto i classici della tradizione italiana rappresentata dai più grandi “brand”, quelli che rendono grande la nostra moda nel mondo. La città invasa dai “buyer” conferma questa sensazione di ottimismo nonostante tutto e a dispetto di tutti.Le collezioni presentate vanno quasi tutte in questa direzione, alcune anche un po’ sopra le righe (sarà per reazione ai tempi cupi?). Gli “uomini- salmone” per la prossima primavera estate vanno sfacciatamente contro- corrente. Sono coloratissimi, come e più delle donne. Del resto in un recente articolo pubblicato dal Financial Time si ricordava, a proposito delle tendenze della moda, che in natura sono i maschi a pavoneggiarsi di più, a rivestirsi di piume variopinte per attrarre l’attenzione delle femmine. Quindi perché non imitarli? Sembrano voler suggerire gli stilisti che per una volta si sono quasi tutti trovati d’accordo sulla proposta del colore senza se senza ma. Ecco allora uomini “pappagallo”, “canarino” e persino “puffo”.
Eterni adolescenti che pensano alle vacanze, al tempo libero, alla spensieratezza di un mondo in cui la crisi economica sembra non avvertirsi, e dove tutto ruota intorno ai cocktail, agli appuntamenti mondani, ai locali di tendenza. Indossano pantaloni “chino”, non aderenti ma stretti in fondo e corti alla caviglia. A volte sono persino arrotolati, come quelli di chi torna da una passeggiata a piedi nudi sul bagnasciuga. Tanti anche i pantaloni al ginocchio sempre “chino”. Per fortuna sono tramontati gli inguardabili ”pinocchietto”. Poi giacconi stile “barca”, ma questa volta rigorosamente gialli, come quello proposto da Marina Yachting ; i capi ipertecnici di Paul&Shark; le giacche di spugna della maison Lardini: i modelli sono realizzati in uno speciale tessuto con lavorazione “ammagliata” nel quale il cotone si rigonfia come la spugna. La giacca è sfoderata con rever e bottoni in raso di seta.
Più sobri i colori della collezione di Chiuri e Piccioli per Valentino. C’è molto verde soprattutto nella sfumatura militare. Ma anche qui domina l’effetto tecno e particolari variopinti. Le scarpe sono sempre e comunque sneaker, ma alte alla caviglia anche con il caldo torrido, come quelle proposte da Diadora o da Lotto…Belle e particolari le classiche Clark’s con la suola di gomma colorata. Non mancano per gli amanti della grande tradizione dei calzaturifici made in Italy, i mocassino in vitello dei Fratelli Rossetti, che ripropongono le nappine. Raffinatissime le calze, come quelle di Gallo con i disegni e i colori delle “azulejos”. Poi, da segnalare, il grande ritorno del cappello. Borsalino si sbizzarrisce e oltre a riproporre i classici panama dai colori neutri, presenta anche modelli colorati, o con falde più piccole, come quelli amati da Brad Pitt. Non mancano naturalmente i grandi capi classici indispensabili nel guardaroba di ogni uomo: i trench di Allegri, o gli abiti in fresco di lana, indossati con camicia “button down” in Oxford di cotone, cravatte in seta e cinture in pelle. Tuttavia le nuove proposte spingono per lo più verso soluzioni più ardite, con particolari per dandy autentici. Tante le fantasie, i quadri e i fiori per un casual chic più chic che casual. Ma chi si vestirà così? Forse qualche politico estroverso o esponenti del jet set internazionale. Eppure negli ultimi anni i cacciatori di tendenze suggerivano agli stilisti di ispirarsi alla moda di strada proposta dai giovani di tutte le grandi metropoli. Questa volta l’invito non sembra essere stato accolto del tutto. Tra i giovani alle prese con la disoccupazione e l’ansia per il proprio futuro e le spinte di contestazione che animano le grandi città del mondo, dagli “indignados” spagnoli, greci, italiani e europei, o i contestatori di “Occupy Wall street”, questa attenzione maniacale alle fantasie e ai colori non è certamente presente. I nostri ragazzi amano il nero e il blu sul jeans usurato sì, ma dall’uso e abuso quotidiano, e quando devono affrontare un esame o un impegno che richieda un rispetto della forma non esitano a scegliere le intramontabili e bellissime camicie bianche. Gli adulti continuano a prediligere il blazer (attenzione le nuove tendenze prescrivono rigorosamente la pochette nel taschino) e polo dai colori neutri per il tempo libero. Certo la moda serve proprio a svecchiare e diffondere novità e atteggiamenti più creativi anche rispetto al proprio look, ma la sensazione è che questa volta, in generale, si sia un po’ esagerato. C’è preoccupazione nel mondo e soprattutto in Europa per le turbolenze dei mercati e tutto questo ostentato ottimismo suona un po’ stonato. Certo l’ironia è importante, soprattutto in questi momenti, ma stavolta la sdrammatizzante T-shirt con su scritto: “Don’t Spread Panic” non fa tanto sorridere.
Ma ora il testimone passa a Milano.