di Paola Scaramozzino
“Mi ami?” chiede Annie, Diane Keaton a Woody Allen in “Io e Annie”. “Io ti stra-amo, ti adamo, ti abramo”. Oppure quando ogni cosa sembra perduta: “Dopo tutto domani è un altro giorno” recita Rossella O’Hara, l’attrice Vivien Leigh, in “Via col vento”. E Ingrid Bergman lascia spazio alla malinconia quando in “Casablanca” chiede al pianista Dooley Wilson “Suona la nostra canzone Sam, come a quel tempo” e poco dopo Humphrey Bogart ripete la richiesta “L’hai suonata per lei, ora suonala per me” . Frasi famose e spezzoni di film che rimangono nella nostra testa per sempre. Perché solo nel cinema si usano le parole giuste al momento opportuno. Nella vita è più complicato. Ma per chi non si vuole fare trovare impreparato Giovanni Bogani ha raccolto in una sorta di mini guida tascabile “Le parole del cinema” (edito da Barbés) , alcune delle più belle frasi dei film di tutti i tempi.
“Con il cinema noi impariamo la vita. Attraverso i film, troviamo e riconosciamo i nostri sentimenti: la gioia, l’amore, il dolore, la perdita, la nostalgia.”. dice l’autore che è un critico cinematografico e che contattiamo appena giunto a Taormina Film Fest . “Le parole che gli attori dicono nei film, le dicono per noi”.
Sfogliando il libro non c’è un ordine se non “quello dettato dal grande amore per il cinema”, ma tanti argomenti snocciolati uno dopo l’altro. La felicità, l’amore, la rabbia, i ricordi , lo scorrere del tempo e per ogni immagine di film, la frase che lo accompagna. Un lavoro certosino su oltre 1000 pellicole e sulla scrittura degli sceneggiatori che Bogani confessa essere una sua grande passione.
“Una passione – ci racconta - che nasce dall’insegnamento della sceneggiatura a “Immagina”. Da quei corsi è nato un libro che è un manuale “Ciak si scrive” che dà indicazioni su come scrivere per il cinema, e proprio le parole e poi le frasi sono il perno centrale del racconto. In quello suggerivo come costruirle e in questo, che è un suo naturale proseguimento, cito quelle già fatte”.
Nella seconda parte del libro interi capitoli dedicati alle frasi e ai monologhi dei film di registi quali Woody Allen, Mario Monicelli, Carlo Verdone, Nanni Moretti e Massimo Troisi. Essendo toscano, non poteva tralasciare il capitolo fiorentino con Roberto Benigni, Giovanni Veronesi, Leonardo Pieraccioni e Francesco Nuti.
Da “Un americano a Roma” a “Pulp Fiction”, da “Harry ti presento Sally” fino ad “Avatar”, in queste 220 pagine si ripercorre la storia del cinema anche nella sua evoluzione tecnologica: dalla pellicola in bianco e nero a quella a colori fino al digitale e al 3D.
Come si può definire questo libro?
“Un post-it- spiega Bogani- che ti fa venire voglia di rivedere i film che hai amato e di scoprire quelli che non hai ancora visto. E poi voglio ricordare, come scrivo nella prefazione del libro, quella scritta su una spilletta comprata al Festival del Cinema di Francoforte, che condivido in pieno: “Conosco la vita, sono stato al cinema”. Perché è chiaro che agli attori rubiamo i gesti con cui vestire i nostri silenzi. E rubiamo loro le parole, con cui dare un nome a ciò che sentiamo”.