Il suo grande merito è di aver inventato il western all'italiana. Il suo nome è legato indissolubilmente proprio a un ranger, Tex Willer, personaggio attraverso il quale è stato tra i primissimi autori che si sono allontanati dalla rappresentazione pregiudiziale e stereotipata sui nativi, anticipando di circa un ventennio il western revisionista del cinema americano. Una grande visione anticipatrice, che ha visto Tex amico degli indiani ai tempi in cui John Wayne diceva che ‘l'unico indiano buono era quello morto’. Alla sua creatura, ha dedicato quasi quarantanni scrivendone e sceneggiando le avventure. Oggi, Tex Willer resta il fumetto italiano con il più alto numero di vendite. Storia, in sintesi, di Gianluigi Bonelli.
Nasce a Milano nel 1908 e inizia la sua carriera alla fine degli anni venti pubblicando alcune poesie sul Corriere dei Piccoli e tre romanzi d'avventura: Le Tigri dell’Atlantico, Il Crociato Nero e I Fratelli del Silenzio. Entra nel mondo dei fumetti negli anni trenta, dirigendo alcune testate e scrivendo le sue prime sceneggiature per L'Audace, Rintintin e successivamente per L'Avventuroso. Nel 1941 acquisisce i diritti della testata l'Audace creando così l'omonima casa editrice che, attraverso vari cambi di nome, e passando prima nelle mani della moglie Tea Bonelli e poi in quelle del figlio Sergio, si trasformerà nell'attuale Sergio Bonelli Editore. Dopo la Seconda Guerra, inizia a proporre nuovi fumetti tra cui Il Giustiziere del West e la Pattuglia dei Senza Paura, pubblicati nel 1948. Lo stesso anno, insieme al Aurelio Galleppini (in arte Galep), crea altri due nuovi personaggi: Occhio Cupo (pubblicato in un innovativo formato ad albo) e Tex Willer, fumetto con il quale arriva il successo.
Tex è l' eroe classico che difende i deboli qualunque colore della pelle abbiano, senza dubbi esistenziali di sorta e disposto, se necessario, a violare la legge pur di far trionfare la giustizia. Modello di riferimento, il cinema western statunitense del periodo classico e, in particolar modo i film di John Ford. Bonelli ha scelto il nome Tex ispirandosi all'insegna di un negozio milanese, "Tex Moda". Il cognome avrebbe dovuto essere "Killer", ma viene stemperato in Willer poco prima di andare in stampa per non sfidare le ire dei censori. La prima striscia, Il totem misterioso, esce nelle edicole il 30 settembre 1948.
Nonostante la sua attività di sceneggiatore sia assorbita in gran parte dalle storie di Tex, Bonelli dà vita a molti altri personaggi, tra cui Plutos del 1949, Yuma Kid del 1954, Davy Crockett del ’56 e Hondo del 1957. Non abbandona neppure l’attività di romanziere e, nel 1951, scrive il romanzo Il massacro di Goldena con protagonista proprio Tex Willer. Scrive anche storie per alcuni personaggi non di sua creazione, ma ideati da Guido Nolitta (pseudonimo del figlio Sergio), Un Ragazzo nel Far West, Zagor, e l'ultimo episodio della miniserie Il Giudice Bean. Una delle peculiarità del Bonelli fumettista sono le "sceneggiature disegnate": non descriveva a parole la scena che il disegatore doveva interpretare e poi realizzare, ma, come in uno storyboard cinematografico, abbozza la tavola dando quindi indicazioni molto precise sulla sua struttura sequenziale e sulle singole inquadrature.
Bonelli ha parlato sempre di se stesso come di un "romanziere prestato al fumetto". Il suo modo di narrare risente del grande romanzo avventuroso d'appendice e di autori come Alexandre Dumas, Jack London, ed Emilio Salgari, da lui stesso indicati come principali fonti di ispirazione. Si ritira ufficialmente dall'attività di sceneggiatore nel 1991, anno in cui è pubblicata la sua ultima storia di Tex Il medaglione spagnolo. Muore il 12 gennaio del 2001 all’età di 92 anni.
Il 12 gennaio nella storia
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