Si apre il processo per i sette operai morti nel rogo del 6 dicembre 2007 all'acciaieria Thyssenkrupp di Torino. Sul banco degli imputati 6 dirigenti della Thyssen e la stessa azienda in qualità di persona giuridica. L'amministratore delegato Harald Espenhahn dovrà rispondere di omicidio volontario con dolo eventuale. Gli altri imputati sono accusati di omicidio colposo con colpa cosciente. Per tutti c'è anche l'accusa di incendio doloso.
Il procedimento presenta diverse novità. Per la prima volta, un caso di infortunio mortale sul lavoro si celebra in Corte d'Assise e per la prima volta tra le imputazioni c'è l'omicidio volontario con dolo eventuale. Non solo. Anche la Thyssen è stata chiamata a rispondere in giudizio in qualità di persona giuridica. Novità che avevano spinto molti a ritenere questa sentenza di rinvio a giudizio "un fatto storico".
Il processo per la strage dei 7 operai morti alla Thyssen si prevede lungo e articolato. I testimoni potrebbero essere circa 200, un centinaio sono quelli indicati dall'accusa. La Corte è composta da due giudici togati, la presidente Maria Iannibelli e Paola Dezani, giudice a latere, e 6 giurati popolari (+ 4 riserve). L'accusa è sostenuta dal procuratore Guariniello e dalle sostite Lauro Longo e Francesca Traverso. Tra i legali della difesa, l'avvocato Ezio Audisio. Tra le parti civili, oltre ai sindacati Comune, Provincia e Regione, sono presenti 46 operai e Medicina Democratica.
G. L.