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Meredith, processo ad Amanda e Raffaele

Prima udienza per il delitto di Perugia h

di Emanuela Gialli

Il nuovo anno si apre con uno dei processi più attesi.  Il 2008 si è appena chiuso con la condanna all’ergastolo per i coniugi Romano, che la Corte d’Assise di Como ha giudicato essere gli autori della strage di Erba, nella quale furono trucidati a colpi di coltellate tre donne e un bambino di due anni. 

Un altro viaggio ci attende ora, l’avvio in Corte d’Assise, a Perugia, del processo ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito, rinviati a giudizio, con l’accusa di avere ucciso la studentessa inglese Meredith Kercher, lo scorso 28 ottobre, quando il giudice per l’udienza preliminare, con rito abbreviato, ha  condannato, per lo stesso delitto, l’ivoriano Rudy Guede a 30 anni di reclusione. L’apertura del processo era stata fissata per il 4 dicembre, ma poi, per motivi procedurali, è slittata al 16 gennaio.

Circa 70 le richieste di accredito finora pervenute alla cancelleria della Corte d’Assise di Perugia per oltre 130 tra giornalisti, fotografi e teleoperatori. La macchina mediatica è pronta a registrare parole, emozioni, scontri verbali e volti. Quelli degli imputati.
“Sono innocente e attendo con serenità di affrontare il processo”, ha dichiarato alla vigilia Raffaele Sollecito, attualmente detenuto nel carcere di Terni. Gli fa eco Amanda: “Sono innocente e non temo la verità”.

Amanda Knox, dopo essere stata tra le protagoniste di un film interamente girato nel carcere di Perugia e finanziato dalla Regione Umbria, nell’ambito di un progetto di rieducazione sociale, pochi giorni fa, come atto finale, ha chiesto al Garante della Privacy e al Tribunale civile di Perugia, attraverso i suoi avvocati, il sequestro del libro dell’inviata del Corriere della Sera, Francesca Sarzanini, e un risarcimento danni di 500 mila euro.

Il libro, sostengono i legali della Knox, potrebbe influenzare la Corte, per alcuni particolari sulle abitudini sessuali della giovane americana riportati dalla giornalista. Ma la casa editrice che l’ha pubblicato respinge le accuse e l’ipotesi di sequestro perché il libro in realtà contiene alcuni  stralci dei diari di Amanda “già ampiamente divulgati e soprattutto utilizzati nel corso del processo abbreviato contro Rudy Guede”.

A parte le schermaglie, anche queste dettate per lo più da esigenze mediatiche, l’inchiesta ha ripreso corpo, una settimana prima del processo, con il sopralluogo nella casa dove Meredith fu uccisa, richiesto dal pool difensivo di Raffaele Sollecito,  composto tra gli altri dall’Avv. Giulia Bongiorno. La tesi, sulla quale la difesa punterà durante il dibattimento, è che sulla scena del delitto ci fosse un solo personaggio, forse lo stesso Rudy Guede, entrato dall’esterno, in particolare dalla finestra della camera dove fu ritrovato il  cadavere, con l’intenzione di compiere un furto, poi però sfociato nell’omicidio. Per l’accusa invece sono stati Amanda e Raffaele a inscenare il tentativo di furto, mandando in frantumi il vetro della finestra, dall’interno dell’abitazione, e sottraendo danaro e carte di credito. Secondo la Procura, in realtà, Meredith fu uccisa per sfuggire a un gioco sessuale violento, al quale volevano costringerla Sollecito e la Knox, con la partecipazione di Guede. La reazione di Mez, ritengono ancora gli inquirenti, portò gli imputati a colpirla alla gola con un coltello da cucina.  

Il processo si svolge nell’aula degli Affreschi del Palazzo di Giustizia di Perugia. I genitori di Mez, parte civile nel procedimento a carico dei due imputati, preoccupati per la presenza del pubblico e della stampa, hanno chiesto che si tenga a porte chiuse. La decisione del presidente della Corte in apertura di udienza.   

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