"Secondo i dati provvisori dell'Istat nel 2011 sono venuti alla luce 546.606 bebè, ovvero 15.338 in meno rispetto al 2010. Un vero crollo, concentrato per i due terzi da settembre a dicembre, e che può essere letto come un effetto 'collaterale' della crisi economica". Lo spiega all'Adnkronos Salute il pediatra di Milano Italo Farnetani, che sulla base di questi numeri e dell'andamento dell'economia prevede un'ulteriore contrazione delle nascite in Italia per il 2012.
"Fare figli e crescerli costa, e per il 2012 possiamo prevedere nascite in caduta libera. Un trend in calo che prosegue fin da dopo il 2008, quando i nati erano ben 576.659. Se non si interviene subito, il problema è destinato a peggiorare". Perché i bambini sono "linfa vitale per una società", dice lo studioso, che da anni monitora il fenomeno delle nascite in Italia. Da anni, poi, settembre e ottobre sono i mesi record per le cicogne. Ma sembra che qualcosa sia cambiato. "Nel 2011 al Nord e in Sardegna il mese di massima natalità è stato agosto, nel Sud e in Sicilia settembre, mentre al Centro il record si è registrato a novembre", dice Farnetani. "Questo vuol dire che al Nord, dove prima l'economia 'tirava', la crisi si è sentita prima: in inverno la popolazione ha iniziato a passare più tempo in casa, e questo ha favorito un lieve anticipo dei concepimenti. Al Sud, dove la crisi si è sempre sentita, entra in gioco il fotoperiodo e l'effetto della luce che favorisce il concepimento in un certo periodo dell'anno, mentre il dato del Centro è un po' più complesso da spiegare, ed è legato soprattutto ai bebè nati a Roma", spiega l'esperto.
"In ogni caso è importante dire che da settembre a dicembre 2011 si sono 'persi' quasi 11.000 bebè rispetto all'anno precedente: la crisi si è fatta sentire pesantemente nei primi mesi del 2011 e ha influito su fiocchi rosa e fiocchi azzurri nei nove mesi successivi". Per quest'anno poi, tra tagli, spread e spending review, Farnetani prevede una "perdita ulteriore di circa 25.000 neonati: mi aspetto qualcosa come 520 mila figli della crisi venuti alla luce nel 2012".
Il mese in cui sono nati meno bimbi anche quest'anno è stato aprile. "Questo conferma che luglio e agosto sono mesi 'neri' per i concepimenti, per via del fatto che - dice Farnetani - con il solstizio d'estate, le giornate si accorciano, ma soprattutto perché le temperature così elevate danneggiano gli spermatozoi. Dunque, nonostante le previsioni di qualcuno, l'estate porta con sè più malattie sessualmente trasmesse che gravidanze inattese".
Ma a preoccupare l'esperto è il consolidarsi di un'emorragia di culle che rischia di diventare un serio problema per il futuro dell'Italia. "Un Paese senza bambini è un Paese che non ha futuro - dice il pediatra - Serve più che mai una politica di aiuto concreto per le famiglie, che incoraggi gli aspiranti genitori e li faccia sperare in un futuro migliore, semplificando loro la vita. Oggi invece - dice - le nostre città non sono a misura di bambino, nè di mamme o papà. Ed è terribile che gli asili nido costino come un villaggio a 4 stelle".
Cosa fare allora? "Servono aiuti economici concreti per le famiglie con bambini. Magari non per sostenere l'acquisto di latte artificiale, perché l'allattamento materno è sempre da favorire, ma piuttosto per aiutare i genitori a sostenere l'acquisto di pannolini, che sono costosi e si usano molto nei primi anni di vita del piccolo. Inoltre - conclude - bisognerebbe facilitare gli spostamenti delle famiglie con bambini, e pensare all'esenzione dall'Imu per questi nuclei familiari".