Letti e riletti


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Il Totem della sobrietà

La necessità scientifica di uno stato d'essere molto di moda

di Emanuela Gialli
(e.gialli@rai.it)

Il Total Energy Model, realizzato dalla Fiat negli anni ’70, al tempo della grande crisi energetica mondiale, era un apparato che, sfruttando il motore della 127, produceva calore ed elettricità, grazie al sistema di microcogenerazione. E’ solo una delle tante informazioni scientifiche contenute nel libro di Giovanni Vittorio Pallottino “La fisica della sobrietà”, uscito in questi giorni per Dedalo Edizioni.

Giovanni Vittorio Pallottino è professore ordinario di Elettronica al Dipartimento di Fisica dell’Università “La Sapienza” di Roma. Chissà come gli è venuta in mente l’idea di scrivere un libro sulla sobrietà, anzi sull’esigenza scientifica di sobrietà. Di spiegarne il fondamento e la ragion d’essere attraverso le leggi della Fisica della materia. Avremmo voluto chiederglielo personalmente, ma, e suona strano ammetterlo nel Terzo Millennio, non siamo riusciti a trovarlo. Ci è venuto il dubbio che l’abbia fatto per lanciare un segnale di sobrietà. Perché in fondo potrebbe non essere sobrio che sia l’autore a parlare del suo libro. Meglio lasciarlo fare agli altri. E così faremo.

Da novembre dello scorso anno la parola “sobrietà” ha cominciato a riecheggiare negli ambienti istituzionali, politici, economici; nei posti di lavoro; al mercato, al bar, ai semafori. Everywhere, dovunque. Sobrietà e inglesismi sono diventati il nostro pane quotidiano insieme ad altre espressioni che accendono timori e stati d’ansia in ognuno di noi, come lo “spread”.

In un’intervista tv, il premier Mario Monti si è sentito rivolgere una domanda piuttosto diretta da Lilli Gruber: “Professore, lei ritiene di essere sobrio?”. E lui ha risposto: “Beh sì, credo di esserlo”.

La sobrietà contro gli sprechi, contro anacronistiche difese di interessi individuali o di categoria, contro i giudizi gridati, contro comportamenti privati troppo pubblici. La sobrietà del rigore e del risparmio. Perché “il mito delle ‘risorse infinite’” non regge più. Scrive Pallottino: “Oggi il 20% della popolazione del mondo consuma l’80% delle risorse. Ogni cosa che usiamo, spesso destinata a essere gettata via a breve, ha richiesto materie prime, energia e lavoro. Dobbiamo abbandonare questo mito deleterio”.

Ma il lavoro di Pallottino va oltre questi sofismi pragmatici, cui giunge dopo aver reso edotto il lettore con una serie di dati tecnico-economici stimolanti come uno schiaffo dato a un paziente che si sveglia dall’anestesia.

“Ognuno di noi produce giornalmente oltre un kg e mezzo di rifiuti”. “In Italia ogni anno 4 milioni di tonnellate di alimenti finiscono nella spazzatura”. Nel nostro Paese si buttano 12 miliardi di bottiglie di plastica l’anno (solo quelle dell’acqua, ndr).

Dal Pil all’ISU
Pallottino dice che “per vivere più che confortevolmente” basta “la metà” di quello che consumiamo. E a chi sostiene che così ci sarebbe il crollo del Pil, risponde che oggi si dà peso ormai a un altro indicatore socio-economico, “il cosiddetto Indice di Sviluppo Umano (ISU)”. Cita George Bernard Shaw: “Se tu hai una mela, e io una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un’idea, e io ho un’idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee”. Questo vorrebbe dire, secondo Pallottino, che “Paesi meno ricchi di altri possono avere maggior qualità di sviluppo umano, e quindi maggior benessere”.

Sobrietà e temperanza
Ancora dal libro: “Perché consumare la metà? Per motivi etici; detto in breve: per fare un po’ di spazio anche agli altri”. Ma anche per motivi “estetici: qualunque cosa si faccia, è certamente più elegante farla al meglio, seguendo assieme il buon senso e i suggerimenti della scienza”. “Alla base della sobrietà c’è la temperanza, che rientra fra le quattro virtù individuate dal filosofo greco Platone, assunte poi come virtù cardinali della religione cristiana. Nel Catechesimo della Chiesa cattolica si legge che la temperanza ‘rende capaci di equilibrio nell’uso dei beni creati. Essa … mantiene i desideri entro i limiti dell’onestà’”.

Questo l’impianto, filosofico e religioso, del libro di Pallottino. Che resta comunque un breviario scientifico, un piccolo manuale da tenere a portata di mano, a casa e fuori, per improntare la nostra vita al risparmio.

Così dispensa consigli su come riscaldare gli ambienti, quale caldaie usare (“meglio quelle a condensazione, con un rendimento maggiore del 10%”), ricordando, ad esempio, che “non bruciare un kg di carbone evita di immettere nell’atmosfera 3,8 kg di anidride carbonica, non bruciarne uno di petrolio ne risparmia 3,1 e uno di gas naturale 2,3”. Che la temperatura, nelle abitazioni e negli uffici, non può superare i 20° d’inverno, ed essere inferiore ai 25° d’estate.

Parla del “condizionamento passivo”, ovvero dell’uso accorto delle finestre. E ancora, tante curiosità, come quella delle luci stradali che sono gialle perché “a scarica di vapori di sodio” (“la stessa luce emessa da un frammento di sale”).

Sfata “leggende” sul forno a microonde.

Pallottino ci fa sapere anche che, a proposito di consumo energetico personale, a fare quattro piani a piedi si consumano 20 calorie, spiegando il risultato con tanto di formule matematiche. Che il “frenetico” alla guida dell’auto, quello per intenderci che lampeggia in modo convulsivo per chiedere strada, consuma il 40% in più di carburante. Che il Suv è “l’apoteosi del superfluo”.

Statistiche, dati di fisica pratica, notizie, citazioni. L’ultima Pallottino la usa in chiusura. E’ di Luigi Accattoli, dal Corriere della Sera del 31 ottobre 2011: “Riscoprire la sobrietà dimenticata in mezzo secolo di benessere senza precedenti. Occorre cambiare gli stili di vita e recuperare forme di austerità socializzanti che l’abbondanza aveva fatto dimenticare’”.

La sobrietà del cambiamento, in armonia con il mondo, e l’intelligenza di guardare dentro di noi e oltre noi: forse è questo il messaggio che l’autore ha voluto affidarci.