Sono sempre più angosciati i cittadini europei, che a causa della crisi, temono per il loro posto di lavoro, hanno paura di ritrovarsi precari a vita o di avere seri problemi economici: a lanciare l'allarme, è un sondaggio pubblicato dal quotidiano francese Le Monde, che ieri ha dedicato la prima pagina all'ansia che scuote l'Europa.
In particolare, secondo lo studio realizzato in sette Paesi dell'Ue (Italia, Francia, Germania, Spagna, Grecia Polonia e Gran Bretagna) dall'istituto Ipsos-Logica Business per Crédit Agricole Assurances, il 56% degli europei (contro il 20%) dice di temere per il posto di lavoro. Il 63% ha invece paura di crollare nel malessere di un lavoro precario. Mentre il 71% dice che oggi sente di correre più rischi di incappare in difficoltà finanziarie rispetto a cinque anni fa. Ma non è tutto. Sempre secondo lo studio, realizzato su un campione di 7.245 persone dal 2 al 5 maggio, il 47% degli europei si ritiene meno protetto rispetto al 2007.
Dati che vanno letti come "un effetto destabilizzante della crisi", commenta Brice Teinturier, vicedirettore generale di Ipsos France, sottolineando che questo sondaggio "dimostra il sentimento di grande vulnerabilità degli europei nell'attuale contesto". Al livello Ue, a preoccupare di più sono i rischi finanziari (44%), seguiti dai rischi medici (40%) e la disoccupazione (39%).
Anche se non tutti percepiscono allo stesso modo l'accezione stessa di 'rischio'. Per il 77% dei greci, ad esempio, il rischio è un fattore "piuttosto stimolante", collegato alla "fortuna" (68% degli intervistati) o all'ambizione (51%).
Insomma, ad Atene esporsi al rischio è una qualità di vita che va valorizzata e insegnata. "E' l'atteggiamento di chi non ha nulla da perdere", osserva Teinturier. In modo contrario la pensano invece i tedeschi. Per il 57% di loro, i rischi sono infatti un pericolo che "va piuttosto evitato". Ma è sbagliato trarre da questi numeri la solita opposizione tra nord e sud Europa, visto che anche gli italiani, come i tedeschi, pensano che esporsi al rischio finanziario sia un "pericolo" (58%) e il 73% dice addirittura che bisogna scongiurarlo. Quanto ai francesi, sottolinea lo studio, "oggi sono tra gli europei che si sentono più esposti ai rischi della vita, qualunque essi siano".
Con un punto positivo, il sistema di protezione sociale, sia pubblica che privata, che è ritenuto efficace da una maggioranza di cittadini d'oltralpe contro disoccupazione e precariato. Con il timore, però, che "questo modello stia vivendo i suoi ultimi giorni e poi sarà il caos". E sempre in Francia, secondo un altro sondaggio realizzato dall'istituto Credoc per il quotidiano Le Parisien, quasi la metà dei francesi, il 42%, quest'anno non andrà in vacanza.
A causa del potere d'acquisto sempre più ridotto e della crisi economica, nel corso del 2012, solo il 58% dei francesi ha potuto offrirsi l'agognato riposo. Di fronte a questi dati, il ministro del Turismo, Sylvia Pinel, pensa a un piano per facilitare la partenza delle famiglie più povere e ridurre quella che in Francia non è più soltanto definita la "frattura sociale", ma la "frattura turistica" tra ricchi e poveri.