E' un piccolo segno di normalita' ma ha una sua valenza: da qualche ora il Tribunale di Taranto e' meno blindato. In via Marche, davanti a Palazzo di Giustizia, e nella piazza adiacente si puo' parcheggiare e le transenne che chiudevano il transito sono state rimosse. Resta solo un mezzo della Polizia a vigilare ma la situazione appare oggettivamente piu' tranquilla rispetto ai giorni scorsi e soprattutto a venerdi' e sabato della scorsa settimana, quando erano in corso le udienze del Tribunale del Riesame.
Ora che il collegio dei giudici ha deciso che l'Ilva resta si' sotto sequestro giudiziario ma non chiude, come aveva disposto il gip Patrizia Todisco, e che i custodi giudiziali devono occuparsi del risanamento della fabbrica e della messa a norma degli impianti, resta da capire (e lo si potra' capire solo dalle motivazioni che il Riesame depositera' a breve) come questo dovra' concretamente avvenire. Sindacati e Ilva spingono perche' nella messa a norma degli impianti all'Ilva sia consentito di produrre, sia pure al minimo, governando questa fase della vita della fabbrica con un eventuale ricorso alla cassa integrazione. Per azienda e sindacati, infatti, non sarebbe sostenibile a lungo la prospettiva di uno stabilimento al minimo e senza produzione. Negli ambienti giudiziari, invece, si fa rilevare che nelle due pagine del dispositivo del Riesame non si parla di chiusura ma nemmeno di produzione e che quindi il mandato assegnato ai custodi giudiziali (tra cui c'e' anche il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante) e' chiaro: "I custodi garantiscano la sicurezza degli impianti e li utilizzino in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti". "Dovremo far squadra", dice Ferrante riferendosi al lavoro che lo attende insieme agli altri custodi giudiziali, dirigenti dell'Arpa Puglia e del Dipartimento di Prevenzione di Bari, che ieri hanno avuto un incontro a Taranto con la Procura impegnandosi a presentare un cronoprogramma - alla luce del dispositivo del Riesame - entro fine mese.
Sin da ora, comunque, appare evidente che l'Ilva, nell'ambientalizzazione della fabbrica, dovra' andare ben oltre le misure concordate al Tavolo tecnico di Bari di lunedi' scorso. Gia' all'indomani della notifica dell'ordinanza del gip Todisco, la Procura ha infatti detto che se l'Ilva vuole risanare davvero lo stabilimento di fabbrica, le cose da fare e gli interventi da attuare sono indicati nello stesso provvedimento del giudice delle indagini preliminari. Intanto, dopo la firma del presidente Giorgio Napolitano e' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge approvato dal Governo venerdi' scorso sulla bonifica dell'area di Taranto. Il decreto ha una dote finanziaria iniziale di 336 milioni di euro e dal 4 settembre sara' all'esame delle commissioni Attivita' produttive e Ambiente della Camera per la conversione in legge.