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Giustizia, il Rapporto Eurispes 2009

L'Italia al 156/mo posto su 181 paesi per il funzionamento del sistema giudiziario t

Il 62,3% degli italiani ritiene che il problema principale della giustizia italiana sia rappresentato dalla durata irragionevole dei processi. Più bassa è, invece, la percentuale di coloro i quali sono convinti che la principale causa del malfunzionamento della macchina giudiziaria sia attribuibile all'inadeguatezza dell'ordinamento giuridico (20,4%) o alla mancanza di imparzialità dei magistrati (10,8%). Pochissimi giudicano positivo l'operato di questa Istituzione (1,6%). Lo afferma il "Rapporto Italia 2009" dell'Eurispes, presentato a Roma. La maggioranza degli italiani ritiene che debba essere oggetto di revisione principalmente l'apparato sanzionatorio dell'omicidio (20,4%).

Significativa è la percentuale di quanti ritengono opportuno un inasprimento delle pene per i reati di violenza sessuale (18,5%), di guida in stato di ebbrezza (14,8%) e per quelli di natura finanziaria/economica (13,7%). Più bassa la percentuale di italiani che considera l'immigrazione clandestina e le truffe reati che meriterebbero condanne piu' dure (rispettivamente 5% e 4,5%), cos^ pure per il consumo di stupefacenti (3,7%), la rapina (2,6%), il furto (2,5%) e la prostituzione (2%). Il 7,9% dei cittadini, infine, crede che l'inasprimento delle pene dovrebbe riguardare indistintamente tutti i reati sopra elencati. Ben l'86,3% dei cittadini poi si dice contrario all'immunità per le alte cariche dello Stato, a fronte del 9,4% (abbastanza, 6,7% e molto 2,7%) di coloro i quali sono, invece, favorevoli.

La disapprovazione nei confronti di tale provvedimento è un sentimento che accomuna indistintamente tutte le aree politiche rappresentate, seppur a livelli differenti: sono, infatti, contrari gli elettori di centro-sinistra (90,7%, di cui per nulla favorevoli 79,6% e poco 11,1%), di centro (84,4%, di cui per nulla 61,5% e poco 22,9%), di destra (79,7%, di cui per nulla 41,9% e poco 37,8%) e di centro-destra (76,9%, di cui per nulla 51,9% e poco 25%). L'Eurispes fa poi i conti in tasca al ministero della Giustizia, concludendo che ammonta a 7.515 milioni di euro la spesa complessiva del Dicastero nel 2007. La retribuzione del lavoro dipendente rappresenta la maggiore voce di spesa corrente (circa 5,1 miliardi di euro nel 2007), pari a circa il 72% del totale.

Le voci principali sono: perizie e servizi investigativi, pari a circa il 26% dei costi di gestione totali; servizi ausiliari (sorveglianza e custodia, pulizia e lavanderia, stampa e rilegatura, trasporti e altriservizi) pari a circa il 13% dei costi di gestione totali; beni di consumo (carta, cancelleria, stampati, giornali e riviste), pari a circa il 13% dei costi totali. Complessivamente le tre voci elencate costituiscono il 52% dei costi di gestione totali. Quanto ai costi delle intercettazioni, tra il 2003 e il 2005, si è registrata, per questa voce di spesa, una crescita delle spese del 21% (da 237 milioni di euro del 2003 ai 287 del 2005).

Le spese registrate per il 2003 ed il 2004 convalidano le stime di spesa retrospettive effettuate dall'Eurispes nell'agosto 2005, rispettivamente pari a circa 256 milioni di euro per il 2003 e circa 260 milioni di euro per il 2004. Negli anni 2006 e 2007 si è registrata una diminuzione delle spese da 229 a 224 milioni di euro. Rispetto al massimo registrato nel 2005, è possibile, però, che queste cifre debbano essere incrementate al termine della revisione delle spese recentemente avviata.

L'Eurispes propone poi una quantificazione della 'mala giustizia' in Italia, fissandola a tre punti di Pil: Al 31 dicembre 2007, l'Italia è al 7° posto per condanna da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo con 2.900 processi pendenti (pari al 4% di quelli proposti dinanzi alla stessa Corte), per la durata eccessiva dei processi e gli espropri per pubblica utilità. Negli ultimi cinque anni, è stato esponenziale l'incremento (800%) dei costi sostenuti dall'Erario (pari a 41,5 milioni di euro nel quinquennio 2002/2007, di cui 17,9 milioni nel solo 2006) per indennizzare i cittadini che hanno subito cause senza fine, con una quanto mai realistica previsione di 'esplosione' di tale spesa che potra' raggiungere i 500 milioni di euro.

Inoltre, la spesa per la giustizia nel nostro Paese, pur essendo in linea con lo standard europeo, non riesce ad attestarsi sugli stessi livelli di efficienza dei partners europei cui siamo soliti confrontarci: Svezia, Germania e Olanda, ad esempio, svolgono processi civili in meno di metà del tempo necessario in Italia, pur disponendo di risorse pubbliche assai prossime a quelle italiane (46 euro): 44 euro per abitante in Svezia, 53 euro in Germania, 41 in Olanda.