Le belve

di Sandro Calice

LE BELVE
di Oliver Stone, Usa 2012, thriller (Universal Pictures) - Fotografia di Daniel Mindel
con John Travolta, Salma Hayek, Benicio Del Toro, Blake Lively, Aaron Johnson, Emile Hirsch, Trevor Donovan, Taylor Kitsch, Mia Maestro, Joel David Moore, Gillian Zinser.

Dopo gli ultimi lavori più legati alla politica e all’attualità (“Wall Street – il denaro non dorme mai”, W.”, “World Trade Center”) Oliver Stone torna al thriller di azione e violento, dove sembra che “messaggio” e “impegno” siano più sfumati. Sembra.

Laguna Beach, California. Uno dei posti più vicini al paradiso, se hai vent’anni e tanti soldi. Chon (Kitsch) è stato in Afghanistan con i Navy Seals, ci ha lasciato l’anima ma ha riportato i migliori semi di marijuana del mondo. Ben (Johnson) è pacifista e buddista ma soprattutto un botanico geniale che trasforma quei semi in una gallina dalle uova d’oro. Sono più che amici, dividono tutto, anche l’amore e il corpo della bella O. – diminuitivo di Ophelia (Lively) -, loro musa ispiratrice. Diventano però troppo ricchi e il cartello dei trafficanti messicani di Baja, con la capo la spietata, bellissima e solitaria Elena (Hayek), decide di entrare in società con i ragazzi, che loro vogliano o meno. Elena invia il suo ambasciatore, il feroce Lado (Del Toro), i ragazzi cercano l’aiuto del corrotto agente dell’antidroga Dennis (Travolta): le pedine sono tutte sulla scacchiera, la partita, e il massacro, possono cominciare.

Tratto dal romanzo “Savages” di Don Winslow, “Le belve” è un film che contiene temi tipici di Stone, come i soldi, il potere, l’amicizia e la lealtà, le sfumature tra bene e male, ma è essenzialmente una storia d’amore nera e violenta. Raccontata però senza vera cattiveria, nonostante le scene di sfacciata violenza, spesso troppo pulp per dare fastidio. C’è tutta un’atmosfera - ci verrebbe da dire - glamour, a partire dalla fotografia, di un giallo sporco e patinato, passando per le ambientazioni e finendo con gli attori, bellissimi e bravissimi (soprattutto i “veterani”). Stone non sbaglia, dirige con tecnica mirabile un manipolo di ottimi interpreti e alcuni fuoriclasse, ma il film soffre di qualche lungaggine di troppo e di una tensione non sempre tenuta al punto giusto.