di Mauro Caputi
Beckham stimola, Pato e Ambrosini concretizzano e il Milan ridiventa l’anti Inter sorpassando la Juventus e prendendosi il secondo posto. Il distacco dai cugini è di sei punti, ma i rossoneri guardano con fiducia al futuro grazie al 3-0 inflitto alla Lazio e alla certezza che lo ‘Spice boy’, rientrato nel calcio che conta dalla Major League Soccer, non è una figurina. Dall’altra parte c’è una Lazio alla terza sconfitta consecutiva, unica squadra a non aver fatto punti nel girone di ritorno, che si prepara a un’altra settimana di passione e contestazioni.
E sì che l’avvio di gara non faceva prevedere un risultato così rotondo per gli ospiti. Partita equilibrata, squadre attente e biancocelesti pericolosi in un paio di occasioni: prima Zarate serve Pandev, che si gira fulmineo da buona posizione ma spedisce sopra la traversa; poi il macedone innesca Zarate, anticipato da una perfetta uscita a valanga di Abbiati. Quando il primo tempo sembra avviato a concludersi a porte inviolate c’è il lampo di Beckham che imbecca solissimo Pato davanti a Muslera. E’ il 42’ e il Milan è davanti.
La ripresa non dà alla Lazio nemmeno il tempo di provare a reagire. Al 3’ ancora Beckham pennella uno dei suoi cross per la testa di ambrosini, spuntato alle spalle della difesa biancoceleste, e il 2-0 è cosa fatta. Muslera non può che arrabbiarsi con i suoi difensori. Ma è tutta la squadra che non riesce più a scuotersi. Dalle parti di Abbiati non succede granché, mentre il Milan si diverte a saltare la difesa in linea degli avversari. Pato si presenta ancora davanti a Muslera, ma stavolta il portiere gli nega il gol in uscita. Poi il gol gli è negato dal compagno Kakà, che preferisce tirare (e cogliere il palo esterno) piuttosto che servirgli un comodo pallone da appoggiare in rete. Ma tant’è, Il Ricardo del gran rifiuto ai milioni del Manchester City vuole lasciare la sua impronta nella notte romana e all’83’ trova il successo personale. L’Olimpico si svuota deluso (sotto gli occhi dei tanti milanisti che festeggiano) e mugugna, ingenerosamente, contro Delio Rossi.