Non solo legge di stabilità e 'porcellum'


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Dalle riforme all'Europa, c'è ancora tanto da fare

Governo, agenda fitta di impegni difficili camera_deputati_296

Non solo la legge di stabilita' e la riforma del 'porcellum' per andare a votare e sulla cui necessita' il capo dello Stato e' tornato piu' volte. L'agenda che il governo ha affidato alle Camere e' ancora fitta di appuntamenti da completare per via dei provvedimenti che devono essere ancora definiti, come ha ricordato due giorni fa Giorgio Napolitano ai partiti, parlando di "materia assai rilevante per l'impegno del governo e del Parlamento da qui alla scadenza naturale della legislatura". Innanzitutto ci sono gli impegni con l'Europa. Dopo la sessione di bilancio che, di fatto, sospende la possibilita' di esaminare altre norme che prevedano spese, da qui ad aprile bisognerebbe, viene fatto notare, innanzitutto approvare la legge che consente di rendere operativa la modifica costituzionale dell'articolo 81 che introduce nella nostra Carta il pareggio di bilancio. Un vincolo che l'Italia si e' dunque assunta e per il quale si sta mettendo a punto un testo base al Senato. Per non dimenticare i provvedimenti attuativi di varie riforme messe in campo in questi mesi dal governo e che attendono di diventare operative, a cominciare dalla riforma del lavoro.

C'e' poi la riforma del sistema delle province varata ieri dal Cdm ma c'e' anche la delega fiscale che dalla Camera passa all'esame del Senato. I costi della politica per gli enti locali approderanno nell'aula di Montecitorio lunedi' ma poi, in un sistema in cui vige il bicameralismo perfetto, la parola passa a Palazzo Madama. Da notare e' che ancora non e' stata approvata ne' la legge comunitaria del 2012 ma neanche quella del 2011 che contiene il famoso emendamento Pini, dal nome del parlamentare della Lega che l'ha proposto, sulla responsabilita' civile dei magistrati. Ci sono poi delle ratifiche da 'terminare' e c'e' anche un provvedimento che riguarda le dotazioni di competenza del ministero della Difesa.

Entro dicembre va poi licenziata la legge di stabilita', poi, dopo la pausa per le vacanze natalizie, da qui ad aprile restano di fatto quattro mesi per portare avanti questi provvedimenti senza tener conto dello stallo che si e' registrato in Senato sulla legge che riguarda la riforma della diffamazione, prevista in aula mercoledi' della prossima settimana. Senza dimenticare la legge elettorale che a Palazzo Madama non e' ancora approdata in aula e che dovra' poi passare al vaglio della Camera.