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Napoli raggiunto al 91' dal Torino, 1-1

Tracollo Lazio, la Fiorentina è quarta . Poker della Roma al Palermo. Siena e Atalanta affondano le genovesi hamsik_torino_296

di Gianluca Luceri

Un granata, Gianluca Sansone, dà un aiutino alla Juve evitando che l'undicesima giornata si trasformi in un'autentica scossa tellurica. Il campionato è di nuovo vivo e vegeto, specie dopo il capolavoro dell'Inter a Torino che infligge alla Juve la prima sconfitta dopo ben 49 partite di imbattibilità, ma sul trenino-scudetto non risale per ora il Napoli, che al San Paolo contro il Toro si butta via in pieno recupero. Per la squadra di Mazzarri è una domenica di grandi, grandissimi rimpianti: la vittoria avrebbe ridotto il distacco dai bianconeri a -3, il pareggio tiene invece i partenopei a -5 punti: non un'enormità, certo, ma visto che la Juve perde 'ogni morte di Papa', l'occasione sprecata è chiaramente colossale. Non basta per 'spaccare' il match un gol fulmineo (6') del rientrante Cavani: il Napoli è sbiadito, gioca a ritmi troppo bassi e fa poco per raddoppiare a parte un'occasionissima di Hamsik. E quando la partita si mantiene su un filo, il trappolone è sempre dietro l'angolo. Detto e fatto: retropassaggio sciagurato del neo entrato Aronica, Sansone ringrazia dell'omaggio, scarta De Sanctis e al 91' deposita in rete un 1-1 che gela i padroni di casa e l'intero stadio. Gode Ventura, finora mai battuto in trasferta: dopo quello dell'Olimpico con la Lazio, il suo Toro prende un altro punto pesantissimo.

Continua l'irresistibile ascesa della Fiorentina, che Montella sta facendo viaggiare a ritmi vertiginosi: la squadra vince e dà pure spettacolo, il massimo della vita per un allenatore. Con il poker (4-1) rifilato al Cagliari allo stadio Franchi, i viola scavalcano la Lazio e s'insediano da soli al quarto posto: in pochi, ad inizio stagione, si sarebbero aspettati una simile cavalcata, probabilmente nemmeno il più irriducibile dei tifosi. La vetta non è poi così lontana (7 punti) e l'entusiasmo, in certi casi, può fare grandi cose: domenica prossima, per esempio, c'è a San Siro un Milan-Fiorentina di enorme suggestione. I sogni viaggiano ad alta quota: che potrebbe succedere in caso di colpo esterno? Lo scudetto appare fuori portata, ma la zona Champions non sembra a questo punto una chimera. Tornando al match con i sardi - al primo ko dopo 4 squilli consecutivi con in panca il tandem Pulga-Lopez - la sfida dura un tempo, il primo, chiuso in parità: apre Gonzalo Rodriguez di testa (14'), pareggia Casarini (42') aiutato da una deviazione fortuita di Roncaglia. Senza storia la ripresa. I viola affondano tre volte gli artigli: con Jovetic servito perfettamente da Borja Valero (49'), con Toni che spinge in porta un grande assist di Jo-Jo (54') e con Cuadrado che si esibisce in un delizioso pallonetto (84').

Naufraga la Lazio al 'Massimino': il Catania cala un poker in faccia ai biancocelesti (4-0) che non ammette discussioni. Partita in ghiacciaia dopo appena 45': Rocchi si mangia in avvio il possibile vantaggio, poi gli etnei bussano tre volte. Segna Gomez con la complicità del portiere Bizzarri (9'), raddoppia Lodi su rigore (25') causato da un mani di Dias, triplica ancora 'el papu' Gomez (29') malgrado il disperato intervento di Biava (palla oltre la linea, Mazzoleni assegna la rete dopo una breve consultazione con l'assistente di linea). L'esterno argentino, in giornata di grazia, confeziona nella ripresa l'assist per il 4-0 firmato Barrientos (69') che inizia a minare le certezze della formazione di Petkovic. La Fiorentina sorpassa, il quarto posto è momentaneamente perduto e il misero bottino delle ultime tre sfide (1 punto) deve far riflettere. Fa festa il bel Catania di Maran: lassù, a 15 punti, si respira aria buona.

Nel posticipo la Roma si risolleva dopo due sconfitte e rifila un sonoro 4-1 a un Palermo poco tonico. E’ capitan Totti a mettere la gara in discesa già all’11’ in seguito a un’iniziativa di Piris: il n.10 prima chiama Ujkani al grande intervento, poi ribadisce di testa su un rimpallo col palo. La reazione rosanero è affidata a un paio di colpi di fantasia di Miccoli che, direttamente da corner, impegna Goicoechea. Il gioco è comunque costantemente nelle mani dei padroni di casa che, dopo qualche buona occasione, trovano il raddoppio in modo rocambolesco. Al 31’ lancio innocuo che Ujkani, con l’aiuto di Munoz, sembra controllare. I due però si scontrano goffamente e Osvaldo deposita comodamente in rete. La partita scivola via a senso unico e nella ripresa la Roma fa capire di voler consolidare il punteggio per scacciare le recenti rimonte (non che il Palermo dia l’idea di provarci…). Ujkani si supera su colpo di testa di Lamela. Totti e Osvaldo non indovinano conclusioni abbastanza agevoli. Al 69’ Lamela, però, è libero di spingere in gol da un passo una bella progressione di Tachtsidis. Entra Destro (ovazione per Totti) che al 79’ ottiene il suo primo centro in questo campionato e contemporaneamente si fa espellere per essersi levato la maglia (era stato ammonito 2’ prima). All’84’ gol della bandiera di Ilicic dopo un contrasto Miccoli-Burdisso.

Pari e patta al Dall'Ara tra Bologna e Udinese. Partita brutta, condizionata dalla paura di perdere specie sul fronte rossoblù: mister Pioli, reduce da 4 ko consecutivi, non poteva infatti permettersi un altro passo falso. La storia del match la scrivono i due calciatori di maggior classe: Diamanti porta avanti i felsinei (46') sfruttando un invito al bacio di Gabbiadini, l'implacabile Di Natale (160° gol in serie A) risponde al 73' con bel un destro al volo. Ai punti avrebbe forse vinto il Bologna, cui però viene 'il braccino' al momento di chiudere la sfida. Errore che non ti puoi permettere quando giochi contro una formazione cinica come l'Udinese, che senza abbagliare porta a casa un punto tutt'altro che disprezzabile.

Sampdoria, è profondo rosso: la striscia negativa, 6 sconfitte di fila, mette ora i brividi. Un'Atalanta quadrata espugna Marassi per 2-1 mettendo Ciro Ferrara con le spalle al muro: il presidente Garrone gli conferma per ora la fiducia ma la sua avventura in blucerchiato sembra ormai appesa ad un filo, destinato a spezzarsi in caso di nuova battuta d'arresto domenica prossima a Palermo. Il gol orobico dopo 2' targato Bonaventura lancia cattivi presagi. La squadra di Colantuono ha tre chances limpidissime di raddoppio, tutte con Denis (palo e gol annullato ingiustamente), ma siccome il dio del calcio è spietato ecco in avvio ripresa (53') il pareggio di Maresca con una spettacolare rovesciata all'incrocio dei pali. Poi entra De Luca e l'ex attaccante del Varese fa saltare il banco doriano al 76' su un pallone del 'tanque' Denis che va solo spinto in porta. L'arrembaggio finale della Samp produce tre palle-gol, una di Eder e due di Icardi: niente da fare. Piove a Marassi, diluvia su Ferrara, splende invece il sole sull'Atalanta la cui classifica, considerato anche il -2 di penalizzazione, è un bel vedere.

Nell'aria di tempesta che coinvolge la città della Lanterna, c'è dentro con tutte le scarpe anche il Genoa, colpito e affondato al 'Franchi' da una capocciata di Paci al 55'. Tre punti fondamentali per il Siena di Cosmi che resta agganciato al carro-salvezza malgrado la scure del -6: la strada è lunga e tortuosa, ma i toscani mostrano il giusto cuore per riuscire in un'impresa che avrebbe del clamoroso. Tre sconfitte su altrettante sfide invece per Delneri, che ha già compreso quanto complicata sia la faccenda in cui si è imbarcato. Con appena 9 punti in tasca, il Genoa è sull'orlo del precipizio. E il futuro, senza un drastico cambio di passo, si annuncia pieno di nubi minacciose.

Torna a sorridere (e a respirare) il Pescara dopo un ottobre di dolori e quattro partite senza lo straccio di una rete: la terza vittoria stagionale arriva contro il Parma, di questi tempi avversario infido perché reduce da una striscia di 3 successi consecutivi. Il 2-0 con cui gli abruzzesi superano all'Adriatico i gialloblù salva la traballante panchina di Giovanni Stroppa - contestato durante il 1° tempo e poi confermato a fine gara dal presidente Sebastiani - e riconcilia la squadra con i suoi tifosi. Match deciso nella ripresa dal gol dell'ex granata Abbruscato (49'), favorito anche da un goffo intervento di Paletta, e chiuso nel recupero (93') da un contropiede dello sloveno Weiss dopo una discesa di 40 metri. Il Parma sfiora la segnatura in almeno tre occasioni (con Biabiany, Lucarelli e Rossi) ma non sfonda e alla fine paga dazio. Malgrado il ko, la classifica degli emiliani resta comunque positiva.