di Mariaceleste de Martino
(mceleste.demartino@rai.it)
Bocciata la politica conservatrice Usa. Dopo la sconfitta di Mitt Romney il partito repubblicano americano è in crisi di identità. “Ci sarà una guerra interna", predice Mike Murphy, esperto stratega del partito repubblicano. Con la vittoria del democratico Barack Obama, si metterà in discussione soprattutto la linea anti-governo e anti-tasse, quella che appena due anni fa portò alla rivoluzione del Tea Party al Congresso con la conquista della Camera, che è stata sonoramente bocciata in queste elezioni.
Ma alla Camera, nonostante tutto, c’è ora la maggioranza dei repubblicani che dovranno però anche prendere in considerazione i cambiamenti demografici degli Stati Uniti e del corpo elettorale (più diviso che mai) che sembra penalizzarli. Il Paese diventa sempre meno bianco, ed elegge per la seconda volta un presidente afroamericano, mentre il GOP sembra sempre di più arroccarsi su una base elettorale bianca, composta in prevalenza da maschi.
E che fine hanno fatto gli altri candidati repubblicani che hanno perso negli ultimi anni contro un Presidente democratico?
Dal più recente: John McCain che tentò di far tornare in auge il caro e vecchio tradizionalismo americano con idee repubblicane, ma più liberali, non certo come quelle di Martin Luther King Jr. che era un repubblicano avant-garde. Pur essendo conservatore su molti temi, McCain è stato visto dall'opinione pubblica come un battitore libero e ha votato in maniera indipendente alle linee di partito diverse volte. Era il senatore dell’Arizona quando si candidò alla Casa Bianca. E ora cosa fa? È ancora in carica. Prima di Obama c’era George W. Bush, al potere per tutti gli otto anni. Al quarto anno fu un democratico a tentare di continuare il lavoro di Bill Clinton, il vice del presidente, Al Gore, ma perse. Ora cosa fa? È un dei membri del Consiglio di Amministrazione della Apple, lavora come consulente di Google e ha fondato un network televisivo internazionale di informazione indipendente che si chiama Current Tv.
Cosa fa l’ex Presidente George W. Bush? È tornato in Texas, nella sua terra, vive in una casa di sua proprietà alla periferia di Dallas. Occupa il tempo facendo discorsi pubblici e ha scritto un libro sulla sua famiglia che si intitola Decision Points.
E Bill Clinton? Dopo aver pubblicato l’autobiografia My life, ha collaborato alla campagna elettorale della moglie Hillary, candidata alle primarie del partito democratico per le presidenziali nel 2008, ma, come sappiamo, emerse Obama. Dalla fine del suo mandato, Bill Clinton è ambasciatore dell’Onu per Haiti. Nel 2011 la New York University gli ha assegnato la laurea honoris causa. Per ben otto anni rimase alla Casa Bianca e al secondo mandato Clinton sconfisse il candidato repubblicano Bob Dole, ex militare, senatore del Kansas e avvocato, che ora ha 89 anni, ma è consulente speciale dello studio legale “Alston & Bird” di Washington. Fu sconfitto a ogni sua corsa alla Casa Bianca, anche come vicepresidente di Gerald Ford, perché in quell’anno vinsero i Democratici.
Prima di Bill Clinton, il presidente degli Stati Uniti era George H. W. Bush che rimase al potere per quattro anni. Oggi ha 87 anni, pare che goda di ottima salute, ogni tanto appare in pubblico. Fece scalpore il suo lancio con il paracadute a 83anni. Dopo essere stato il vicepresidente di Reagan, Bush divenne presidente facilmente, sconfiggendo Michael Dukakis, il candidato democratico che oggi ha 79 anni. E che fine ha fatto? Dopo essere stato docente universitario alla famosa Northeastern University, di tanto in tanto fece convegni e rilasciò interviste riguardo alla sfortunata campagna elettorale del 1988. Non ha mai voluto entrare nel mondo del cinema, nonostante sia cugino dell'attrice Olympia Dukakis.
E dal cinema, invece, arrivò Ronald Reagan, Presidente per tutti e due i mandati. Sconfisse dopo quattro anni il candidato democratico Walter Mondale, vice di Jimmy Carter. Che fine ha fatto il candidato democratico? Ha 84 anni. Fino a dieci anni fa è rimasto nel mondo politico candidandosi come senatore del collegio del Minnesota, ma venne sconfitto dal rappresentante dei repubblicani.
Se il Cinema creò un “divo” alla Casa Bianca, l’agricoltura portò Jimmy Carter, ex produttore di arachidi. Oggi ha 88 anni, premio Nobel per la Pace nel 2002, impegnato per la totale abolizione della pena di morte e quest’anno ha partecipato alla Convention Democratica appoggiando la rielezione di Barack Obama. La palla presidenziale passa ora al partito dell'Asinello di “Bronco Bamma”, chiamato così da una bambina americana che non è riuscita a pronunciare il nome correttamente perché in preda a una crisi di pianto stufa della politica in tv.