Il Senato ha detto si' al disegno di legge gia' approvato alla Camera che introduce lo studio obbligatorio dell'Inno di Mameli a scuola "nell'ambito delle attivita' finalizzate all'acquisizione delle conoscenze e delle competenze relative a 'cittadinanza e Costituzione'", la materia introdotta dal ministro Mariastella Gelmini durante l'ultimo governo Berlusconi. Con la legge si istituisce anche la "Giornata dell'Unita' nazionale, della Costituzione, dell'Inno e della bandiera" nel giorno 17 marzo di ogni anno, in ricordo del giorno in cui, nel 1861, fu proclamata, a Torino, l'Unita' d'Italia.
A decorrere dall'anno scolastico in corso, spiega il testo, nelle scuole di ogni ordine e grado "sono organizzati percorsi didattici, iniziative e incontri celebrativi finalizzati a informare e a suscitare la riflessione sugli eventi e sul significato del Risorgimento nonche' sulle vicende che hanno condotto all'Unita' nazionale, alla scelta dell'Inno di Mameli e della bandiera nazionale e all'approvazione della Costituzione, anche alla luce dell'evoluzione della storia europea".
Nell'ambito di queste iniziative "e' previsto l'insegnamento dell'Inno di Mameli e dei suoi fondamenti storici e ideali". A questo scopo "la Repubblica riconosce il giorno 17 marzo, data della proclamazione in Torino, nell'anno 1861, dell'Unita' d'Italia, quale 'Giornata dell'Unita' nazionale, della Costituzione, dell'Inno e della bandiera', allo scopo di ricordare e promuovere, nell'ambito di una didattica diffusa, i valori di cittadinanza, fondamento di una positiva convivenza civile, nonche' di riaffermare e di consolidare l'identita' nazionale attraverso il ricordo e la memoria civica". La giornata di cui al presente comma non determina gli effetti civili di cui alla legge 27 maggio 1949, 260. Insomma, non ci sara' un giorno di vacanza e ferie. Le Regioni e le Province autonome aventi competenza legislativa per i sistemi educativi delle comunita' linguistiche riconosciute "danno attuazione alla presente legge nel rispetto dei principi di cui all'articolo 6 della Costituzione". La legge non prevede "nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica".