di Emanuela Gialli
(e.gialli@rai.it)
Luca Parmitano, pilota collaudatore dell’Aeronautica Militare, di Paternò (Catania), classe 1976, sposato, padre di due figlie, sarà il prossimo astronauta italiano dell'Esa (Agenzia spaziale europea) a raggiungere la Stazione spaziale internazionale. La sua missione è prevista da maggio a novembre del 2013. E in questi giorni sta ultimando la sua preparazione. Televideo lo ha raggiunto in Russia dove prosegue l’addestramento.
Come sta andando Parmitano?
Sono qui a Star City (vicino a Mosca, ndr). E questo è un momento particolare perché tra circa un mese partirà la missione 34, di cui il mio equipaggio è il back-up. Questo significa che se dovesse succedere qualcosa all’equipaggio primario noi dobbiamo essere pronti in tutto e per tutto a sostituirlo. Di fatto, l’equipaggio di back-up, o secondario, fa esattamente quello che fa, a livello di preparazione, l’equipaggio principale. E’ una sorta di prova generale di quello che faremo tra sei mesi.
Certo fa un po' sorridere che per le persone si usino gli stessi termini impiegati per gli strumenti tecnologici. Anche per i sistemi informatici, ad esempio, si parla di 'back up caldi'. Che non sono altro che macchine di riserva...
Sì, ma è esatto. Ha detto bene, siamo proprio “hot back-up” in carne ed ossa, pronti a intervenire, però attenzione, fino al momento del lancio, perché una volta in orbita l’equipaggio assegnato, noi torniamo nel nostro ruolo di persone in addestramento fino a quando toccherà a noi e anche noi avremo, in quel momento, il nostro equipaggio di “back-up”.
Lei quindi già tra un mese è in grado di andare in orbita. E fino a maggio come proseguirà la sua preparazione?
In realtà, saranno i mesi più intensi di tutto il periodo di addestramento. Di fatto succederanno due cose. Circa sei settimane prima del lancio vero e proprio iniziano gli esami finali, quindi dobbiamo dimostrare di nuovo, ma questa volta in maniera proprio intensa, la nostra capacità di andare in orbita in sicurezza e di performare al massimo. L’altra cosa che succede è che negli ultimi sei mesi si allineano tutti gli esperimenti che ci impegneranno mentre saremo in orbita. Quindi verranno definite tutte le attività che si faranno, se ci sarà attività extraveicolare e se arriveranno dei veicoli durante la nostra permanenza. E’ in questo periodo che si imprime nella nostra memoria, anche muscolare, tutto ciò che andremo a fare.
E in questi mesi si dividerà tra Russa e Stati Uniti...
Sarò anche in Europa, per tutto quello che riguarda il lavoro nel laboratorio Columbus, che è il contributo europeo, di tutte le Agenzie spaziali europea, compresa quella italiana, alla Stazione spaziale. Inoltre avrò un “refresh” per il lavoro che andrò a fare nel segmento giapponese, ma lo farò a Houston, probabilmente.
Una curiosità: ma lei andrà sulla ISS pronto anche a svolgere un’attività extraveicolare, cioè fuori della Stazione, nello Spazio?
Gli equipaggi vengono preparati in maniera generica sulle attività di manutenzione, insomma per spiegarci meglio, vengono preparati a riparare possibili guasti ai sistemi. Immaginate quante cose possono andar male sulla macchina più complessa costruita dall’uomo, qual è la Stazione spaziale. Pensate a tutti i milioni e milioni di pezzi di cui è fatta.
Ma per uscire nello Spazio c’è una preparazione ad hoc?
In effetti è così.
E cosa vi insegnano? Credo sia una preparazione fisica, soprattutto
Sì, ma non solo. Cioè noi dobbiamo conoscere sia i sistemi sui quali andiamo a lavorare. E questa è la preparazione teorica sugli apparati. E poi c’è una specie coreografia che noi impariamo a Houston. Pensi solo che ogni simulazione di attività extraveicolare dura in media sei ore. Restiamo sei ore dentro una piscina, sott’acqua, a prepararci.
In pratica, alla Nasa c’è il set dello Spazio, la Cinecittà dello Spazio, dove imparate anche come muovervi, quali movimenti fare
Si tratta sia di imparare quali sono i movimenti e come posizionarsi nella Stazione. E può accadere che due astronauti che lavorano sullo stesso strumento siano uno di fronte all’altro magari capovolti. E poi impariamo anche come muoverci fuori della Stazione. Dove andare, come arrivarci, come posizionarci e come lavorare insieme per massimizzare l’efficienza del lavoro che bisogna fare.
Grazie Parmitano, in bocca al lupo per tutto. La continueremo a seguire
Grazie a voi per l’interessamento.