Calcio \ Serie A


Stampa

L'Inter cade a Bergamo, derby alla Lazio 3-2

Il Napoli soffre poi grande rimonta, la Fiorentina affonda il Milan al 'Meazza' r

di Mauro Caputi

La Juve riparte in quinta (anzi, in sesta) nell’anticipo di sabato a Pescara. E il ‘disordine’ di una settimana fa conseguente allo schiaffo casalingo contro l’Inter, ridiventa ordine sette giorni dopo con il clamoroso tonfo dei nerazzurri nel posticipo di Bergamo, colpiti e affondati per 3-2 da una tosta, tostissima Atalanta. Sorridono i bianconeri, in pantofole davanti alla tv, nel rileggere la classifica che fa di nuovo rima con minifuga: +4. Passo indietro davvero inaspettato quello della squadra di Stramaccioni, che interrompe a 10 la striscia di successi consecutivi tra campionato ed Europa League. La partita con gli orobici nasce male e prosegue peggio. Bonaventura timbra di testa il vantaggio già al 9’ su invito di Peluso e Consigli conserva il vantaggio con due grandi interventi su Palacio. Ma anche Denis avrebbe la comoda chance per il 2-0, sprecata incredibilmente calciando alto da due passi. Nella ripresa t’aspetti fuoco e fiamme dei nerazzurri ed effettivamente il lampo arriva: Consigli nega a Guarin l’1-1 (rasoterra) ma nulla può al 56’ sulla punizione-bomba dell’uruguaiano che buca la barriera. Ma il pari è un bluff, perché l’Atalanta non si scompone di un centimetro e a ruota mostra due volte gli artigli: su perfetto assist di Maxi Moralez, stavolta ‘el tanque’ Denis non può far altro che depositare in rete (60’); sette giri di lancette e l’indemoniato Maxi viene atterraro in area da Silvestre: è rigore che Denis trasforma confezionando così la sua personale doppietta (67’). Handanovic evita il tracollo su incursione di Parra e per la serie ‘gol sbagliato gol subito’ ecco all’84’ il 3-2 di Palacio che riduce il passivo. Troppo tardi, comunque: a parte qualche piccolo brivido finale, l’Atalante chiude la sfida pugni al cielo. Meritatamente. Splendida la vittoria, splendida la classifica (6° posto) della formazione di Colantuono, considerato sempre il fardello iniziale del -2 di penalizzazione. L’Inter riprende invece la via di casa con la coda fra le gambe e torna bruscamente sulla terra dopo una settimana di sogni e voli. Forse troppi.

Il pomeriggio domenicale è molto vivace, a partire dal derby di Roma. Vince la Lazio (terza volta di fila) sotto un diluvio che porta anche a un breve blackout. Intorno al 5’, difatti, la gara viene fermata per circa 3’ per consentire il ripristino della corretta illuminazione. E quando si ricomincia a giocare la Roma si porta subito in vantaggio col colpo di testa di Lamela su corner (9’). I giallorossi giocano davvero bene in avvio e il gol è un premio meritato. Però genera un segnale preoccupante, perché la squadra di Zeman comincia a cedere terreno e barcolla di fronte alla Lazio che non si fa impressionare dal campo pesante. Al 35’ il pari lo firma Candreva su punizione, aiutato da una ‘papera’ di Goicoechea che mette male i pugni. Poco dopo (43’), Klose capovolge la gara infilando tutto solo (errore nel fuorigioco) un assist di Hernanes. Nel corso del lungo recupero l’episodio che indirizza la gara: De Rossi rifila un pugno a Mauri e viene espulso. Nemmeno 60” di ripresa e Mauri allunga le distanze sfruttando uno sciagurato retropassaggio di Piris. A questo punto la Lazio può limitarsi a controllare al cospetto di una Roma che ha il merito di continuare a lottare, accettando il rischio del contropiede. Gli avanti biancocelesti non ne approfittano e all’85’ la partita potrebbe girare: Mauri viene espulso (secondo giallo su un ingenuo fallo di mano) e subito dopo Pjanic trova un gol su punizione per l’incredibile errore in uscita di Marchetti (che ‘offusca’ la topica di Goicoechea nel primo tempo). Bel forcing della Roma, con tanto di brivido al 93’ (Pjanic tira fuori da ottima posizione), ma il risultato premia la Lazio 3-2.

Il Napoli conserva il terzo posto passando 4-2 in casa del Genoa con un gran finale di partita. I partenopei sono impalpabili nel primo tempo, quando il Genoa passa in vantaggio con Immobile al 23’ e Bertolacci scuote la traversa. In avvio di ripresa, fiammata da entrambe le parti: al 54’ pari di Mesto (ex rossoblù appena entrato) al termine di una lunga azione offensiva; al 56’ Genoa di nuovo in vantaggio con Bertolacci, servito sottomisura da Antonelli. Un lampo di Insigne, ben parato da Frey, è la sintesi della reazione del Napoli, fino al 75’. In quel momento la squadra di Mazzarri cambia ritmo. Traversa di Insigne, quindi (34’) gol di Cavani lanciato sul filo del fuorigioco. E’ il preludio a un finale palpitante. Dossena salva alla disperata su Seymour poi, proprio al 90’, Hamsik irrompe di testa sul cross di Mesto e porta avanti il Napoli. Chiude Insigne, in contropiede, al 94’.

La posizione del Napoli continua a essere insidiata dalla Fiorentina, che vince e convince in casa del Milan. La squadra di Montella gioca bene e si mostra capace di soffrire quando gli eventi della partita lo impongono. Lo score, 3-1, lo sblocca proprio l’ex Aquilani (10’), che sfrutta un assist di Toni e, soprattutto, una ‘bambola’ (non sarà l’unica) della difesa. La replica rossonera produce un rigore su Pato (fallo di Roncaglia) che però lo stesso brasiliano calcia alle stelle. E’ il 34’ e 5’ si concretizza una delle principali regole non scritte del calcio (gol sbagliato, gol subito): Borja Valero s’infila nelle maglie della difesa (imbarazzante l’opposizione di Mexes) e batte comodamente Abbiati. Allegri corre ai ripari, dentro Pazzini e Bojan per Pato ed Emanuelson. La reazione del Milan e convincente, la Fiorentina si ritira troppo indietro e il gol che accorcia le distanze è meritato, per quanto rocambolesco: difesa un po’ ferma, Mexes trova il palo di tacco, Pazzini segna tutto solo (60’). Il copione ora prevede un Milan ultraoffensivo, con la Fiorentina a sfruttare le ripartenze. Cassani prende il palo, al 43’ El Hamdaoui inventa la traiettoria imparabile e chiude i conti.

A Verona, dove la gara è stata a lungo a rischio per il maltempo, finisce 2-2 tra Chievo e Udinese. Friulani troppo rinunciatari nel primo tempo, i gialloblù prendono campo e passano al 38’: Luciano tenta il gol direttamente su corner, palla sulla traversa e tap-in di Andreolli. Reazione decisa dell’Udinese con gol annullato a Lazzari (il fuorigioco non sembra esserci) e pari al 42’ di Angella (su corner). Ripresa con Lazzari che grazia Sorrentino, poi occasionissima Chievo: al 23’ rigore (contestato) per fallo di Danilo su Dainelli, ma Luciano calcia alto. Finale coi fuochi d’artificio: nuovo rigore per il Chievo per fallo di Danilo (espulso) si Thereau, Paloschi trasforma all’89’; al 91’ nuovo guizzo di Angella per il secondo e definitivo pareggio.

Il Torino batte un colpo e tanto basta per superare il Bologna. All’Olimpico i granata vincono meritatamente 1-0. I felsinei badano a controllare la gara tenendo le linee vicine e le maglie strette (di fatto limitando anche le ripartenze). Una strategia che limita le offensive pericolose del Toro, anche se Sansone e Bianchi vanno vicini al gol. Il canovaccio, identico nella ripresa, muta su calcio da fermo. D’Ambrosio riesce a saltare di testa su corner e a centrare il bersaglio da posizione defilata. La reazione del Bologna è affidata a qualche iniziativa di Diamanti, poco per impensierire Gillet.

Reti bianche al ‘Tardini’, dove è di scena Parma-Siena. Toscani ben messi, per chiudere le iniziative degli emiliani chiamati a fare la partita. Ma i troppi errori e i pochi spazi condizionano il primo tempo della squadra di Donadoni, che trema su un’iniziativa di Reginaldo. Più incisivi i ducali nella ripresa. Superlavoro per la difesa di Cosmi. Occasioni per Zaccardo (tiro potente di pochissimo a lato), ma soprattutto per Biabiany (preziosismo di tacco) che si vede negare il gol dal salvataggio di Felipe.

Nell’anticipo dell’ora di pranzo la Sampdoria trova al ‘Barbera’ la settima sconfitta consecutiva, che mette seriamente a rischio la panchina di Ciro Ferrara. Il Palermo s’impone 2-0 dominando in lungo e in largo la partita. Ilicic, Dybala e Barreto non concretizzano la pressione del primo tempo. Nella ripresa, però, i rosanero trovano il giusto premio per i loro sforzi. Il giovane argentino Dybala al 52’ mette in rete il servizio di Brienza e al 71’ inventa una bella girata che non dà scampo a Romero (autore, comunque, di alcuni ottimi interventi). La Samp fa pochissimo, il primo tiro in porta (Eder) arriva al 65’. Nel finale Dybala manca la tripletta. Poco importa, dopo cinque turni la vittoria arride di nuovo al Palermo.