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4 febbraio

Washington è primo presidente degli Usa, nasce Alice Cooper, Arafat diventa presidente dell'OLP, ultimo album dei Queen prima della morte di Mercury

 Di tutti i registi che nell'America tra la fine degli anni Sessanta e la metà degli anni Ottanta scrissero i canoni del moderno cinema horror, ruotando intorno alla scuderia produttiva di Roger Corman, lui è certamente il più famoso, quasi un'icona.
Classe 1940, celebrato in tutto il mondo come un profeta della contestazione libertaria grazie a una coppia di film indipendenti e carichi di profezie mortali per il sistema di vita americano come 'La notte dei morti viventi' e 'La città verrà distrutta all'alba', ha diretto in più di 30 anni moltissimi titoli di successo alterno, ma non ha mai abbandonato il suo personaggio preferito: lo zombie. I suoi film sono stati matrice originaria del genere horror come grande metafora del disagio sociale ed esistenziale che ha attraversato l'America e il mondo occidentale tutte le volte che si è fatto più pressante l'incubo del cambiamento. E’ successo ai tempi del Vietnam, si è riproposto con l’Iraq, torna oggi di gran moda con la recessione economica. Da ‘La notte dei morti viventi’ in poi, il cinema horror è stato continuamente condizionato dal suo stile. E condizionata dalle sue creature è stata la sua stessa carriera di regista. Storia, in breve, di George Andrew Romero.

Nato e cresciuto a New York City, studia alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh. Dopo il diploma, inizia a girare diverse pellicole, perlopiù cortometraggi e pubblicità. Verso la fine degli anno Sessanta, insieme ad alcuni amici forma la Image Ten Productions. Mettono insieme circa 10.000 dollari per produrre quello che sarebbe diventato il più celebre film horror di tutti i tempi, scritto insieme a John A. Russo: La notte dei morti viventi (1968). Il film diventa un vero e proprio cult negli anni settanta ed è considerato anche il film che ha codificato il genere zombie movie.

I film successivi hanno meno fortuna: 'There's Always Vanilla' (1971), 'La città verrà distrutta all'alba' (1973), 'La stagione della strega' (1973) e 'Wampyr' (1978). Anche se non acclamati come il film d'esordio o alcune delle pellicole successive, tutti questi film contengono, come "firma" dell'autore, una forte critica sociale, legata alla trama di genere horror della pellicola.

Nel 1978, Romero torna al genere con 'Zombi' (1978). Girato con un budget di solo 1,5 milioni di dollari, il film ne incassa oltre 40 ed è inserito nella lista dei film cult più importanti dalla rivista Entertainment Weekly nel 2003. Completa la sua 'Trilogia dei morti viventi' nel 1985 con il meno acclamato e più cupo 'Il giorno degli zombi'. In seguito dirige 'Monkey Shines - Esperimento nel terrore' e il film a episodi con Dario Argento 'Due occhi diabolci'. Nel 1993, firma 'La metà oscura', tratto dal romanzo omonimo di Stephen King, che si rivela un flop. Devono passare sette anni prima che Romero torni dietro la macchina da presa, ma ancora una volta il film, 'Bruiser - La vendetta non ha volto', non ha successo.  Il 2005 lo vede impegnato nella realizzazione del quarto capitolo della sua serie sugli zombi, 'La terra dei morti viventi', una produzione di 16 milioni di dollari (la più alta della sua carriera) con protagonisti Dennis Hopper, Asia Argento e John Leguizamo. Nel 2007 è la volta di 'Diary of the Dead', film con il quale ha ritrovato l’entusiasmo dei fan.


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Il 4 febbraio nella storia

1789. George Washington è il primo presidente degli Stati Uniti 1948. Nasce il controverso e discusso cantante rock Alice Cooper 1969. Yasser Arafat diventa presidente dell'OLP 1991. I Queen firmano Innuendo, ultimo album prima della morte di Freddie Mercury

 

 

 

Pagina realizzata in collaborazione con Rai Teche.