di Bianca Biancastri
(b.biancastri@rai.it)
“L’accesso alla pianificazione familiare è un diritto umano, scegliere e non essere costretti è il primo elemento per avere l’empowerment femminile e anche il diritto alla scelta della coppia. Il diritto a pianificare la famiglia è un diritto che deve rientrare fra i diritti umani, perché è una chiave della libertà. Poter commisurare la propria azione ai propri desideri in tema di formazione familiare è il primo diritto che costituisce la chiave di volta di tutti gli altri diritti. Perdipiù questo diritto è correlato alla salute, perché avere i figli che si desiderano è una forma di salute riproduttiva e la salute è un diritto”, dice a Televideo la demografa Silvana Salvini dell’Università di Firenze (nella foto), in occasione della presentazione del Rapporto 2012 dell’Unfpa, Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, la cui edizione italiana è stata curata da Aidos, Associazione italiana donne per lo sviluppo.
Il diritto alla pianificazione familiare è legato allo sviluppo del mondo?
“La salute è un diritto collettivo. La donna che può accedere a strumenti di pianificazione familiare può ambire ad avere il numero di figli che desidera e di conseguenza li può seguire e può controllarne la salute, quindi si tratta della salute della generazione successiva che è correlata allo sviluppo. Un popolo più sano infatti può pianificare il proprio futuro e ha la possibilità di svilupparsi”.
Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite nella variante media, cioè quella più plausibile, arriveremo a 8 miliardi , 8 miliardi e mezzo come limite della popolazione mondiale. Il limite dello sviluppo della popolazione esiste e se la popolazione cresce troppo, e parlo della popolazione dei paesi in via di sviluppo perché ormai cresce solo nei paesi più poveri, di fatto comporta più dispendio di soldi per i diritti primari, quali l’alimentazione, e risparmio, invece, per lo sviluppo del capitale umano. Quindi se la popolazione cresce di meno, abbiamo più risorse per lo sviluppo del capitale umano. Lo sviluppo del capitale umano è lo sviluppo della generazione successiva, e perciò si tratta dello sviluppo del mondo.
Per uno sviluppo sostenibile del nostro mondo è necessario che la popolazione cresca in una maniera un po’ più armoniosa e non così velocemente come per esempio succede nell’Africa sub-sahariana che ancora è una sorta di “continente alla deriva” e non solo per questo naturalmente: ci sono conflitti, problemi politici.
Quali sono le sfide più grandi allora per uno sviluppo sostenibile
Intanto, a mio avviso, cominciare a parlare di crescita in maniera più sensata. Temo fortemente che se vogliamo pensare alla crescita dei paesi in via di sviluppo bisogna che i Paesi sviluppati rinuncino a qualcosa . Io temo, e non arrivo a parlare della filosofia della decrescita perché non sono sostenitrice di questa teoria, che una crescita controllata per lo sviluppo sostenibile passi attraverso la rinuncia a qualcosa da parte nostra, come acqua, energia, consumismo, per aiutare i popoli che altrimenti da soli non ce la fanno,come alcuni Paesi dell’Africa sub-sahariana passati da una colonizzazione politica a una tremenda colonizzazione economica. E non va bene che i Paesi donatori all’Onu, primi gli Stati Uniti, decurtino il loro fondi a disposizione per la salute riproduttiva, la pianificazione familiare , per le terapie antiretrovirali. E anche se il rapporto dell’Unfpa non evidenzia in particolare questo problema, bisogna sempre pensare alla cattiva salute legata all’Aids. Diversi paesi hanno diminuito i loro fondi e già lo avevano fatto nel 2007, quando la crisi si cominciava a intravedere”.
Il rapporto 2012 dell’Unfpa mette in evidenza che la pianificazione familiare volontaria, libera da ogni discriminazione, è un diritto umano fondamentale di tutti gli individui, ma è anche uno degli investimenti più importanti che si possano fare: per la salute, per l’istruzione, per i diritti delle donne e per i percorsi di vita dei giovani. Il rapporto dimostra che la pianificazione familiare ha un effetto moltiplicatore positivo sullo sviluppo.
Investendo nei servizi moderni di contraccezione nei Paesi in via di sviluppo, si stima che il mondo risparmierebbe 5,7 miliardi di dollari in servizi di salute materna o neonatale. L’Unfpa stima che ci sono ancora 222 milioni di donne che non hanno accesso all’informazione e ai servizi per esercitare il loro diritto alla pianificazione familiare. Il diritto alla pianificazione familiare, secondo il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, non può essere realizzato senza l’assunzione di responsabilità. I governi, la società civile, il personale sanitario e le comunità hanno la responsabilità di proteggere il diritto alla pianificazione familiare delle donne, incluso quello delle giovani. E’ necessario rafforzare i sistemi sanitari, introdurre o garantire il rispetto delle leggi che tutelano i diritti delle persone, ridurre la povertà, sfidare politiche tradizionali dannose, eliminare i matrimoni precoci. E’ uno studio condotto negli Stati Uniti a confermare che la maternità durante l’adolescenza abbassa fino al 10 per cento le probabilità di una ragazza di ottenere un diploma di scuola superiore.