di Ivan Miceli
Combattere lo stress da studio dentistico, che colpisce il paziente 9 volte su 10, è fondamentale per il medico. Secondo uno studio promosso dall’Unione Nazionale delle Industrie Dentali Italiane (Unidi), basato sulle più recenti pubblicazioni di psicologia ambientale, è risultato infatti che gli stimoli sensoriali percepiti dal paziente nell’ambiente medico sono decisivi per la riuscita delle cure. Vista, olfatto, suoni e rumori, controllabili dal professionista, possono e devono dunque essere modificati al fine di abbassare il tasso di stress che colpisce il paziente con l’obiettivo di ottenere una cura ottimale anche dal punto di vista psicologico. Qualità dell’ambiente, dell’arredamento, illuminazione, profumi gradevoli, musiche rilassanti sono punti chiave che il professionista oggi non può più sottovalutare. Lo studio è stato presentato in occasione del secondo Workshop MAU del 55° congresso nazionale Amici di Brugg, evento culturale e merceologico dedicato al mondo del dentale.
“Gli studi effettuati – spiegano gli autori dello studio Ruggero Soffiato, consulente per il miglioramento delle organizzazioni ed Elisa Maragno, psicologa del lavoro – considerano varie tipologie di stimoli sensoriali presenti nell’ambiente e in qualche misura controllabili dal professionista (per esempio, rumore e musica per la stimolazione uditiva). Nel complesso tali ricerche hanno rilevato che le manipolazioni di singoli elementi dell’atmosfera possono generare una varietà di effetti psicologici, fisici e comportamentali negli individui”. “Per quanto riguarda l’impatto visivo – spiega il dottor Soffiato – è stato dimostrato che la qualità percepita delle cure che il paziente si appresta a ricevere in uno studio odontoiatrico è maggiore in situazioni dove l’ambiente è bene arredato, bene illuminato, contenente immagini artistiche, con aspetto caldo ed accogliente. Mentre si percepisce una qualità inferiore nel caso contrario, con arredamento obsoleto, stanze male illuminate, senza immagini artistiche o con riproduzioni scadenti”.
“Anche per quanto concerne la relazione tra stimoli olfattivi e tono dell’umore – aggiunge la dottoressa Maragno – le ricerche mostrano che, in genere, il ricordo rievocato dalla sollecitazione odorosa si accompagna ad uno stato emozionale. Un odore può suscitare una emozione anche in assenza di consapevolezza e può quindi creare un ambiente particolarmente adatto a predisporre il nostro paziente ai successivi interventi a volte anche dolorosi”.
“Il lato uditivo – concludono i ricercatori – è certamente il più importante, soprattutto dal momento che è dimostrato che certi tipi di musica alleviano lo stress e stimolano positivamente l’attività delle onde cerebrali. L’attività musicale si è anche dimostrata in grado di ridurre il livello di stress abbassando la concentrazione dei markers infiammatori e migliorando l’attivazione delle cellule “natural killer” del sistema immunitario. Ma ciò che conta è che recenti esperimenti hanno dimostrato come l’impatto combinato di suoni e aromi attivi le stesse regioni del cervello che sono attivate dalla vista. Quindi le percezioni dei pazienti – se sono positive - possono essere un importante elemento per un loro maggiore coinvolgimento alla cura”.