Giornalisti in ‘cattedra’


Stampa

L’informazione fa formazione

Un progetto per le scuole del Lazio informazione_formazione_296

di Fabrizio de Jorio

Settanta bambini di quinta elementare della scuola romana Emanuela Loi, un attore famoso e un giornalista. Sono i protagonisti di una giornata d’incontro dal tema “L’informazione fa formazione”, nell’ambito del premio Roma per Roma-Ilaria Alpi, la giornalista uccisa insieme a Miran Hrovatin, perché faceva il suo mestiere con inchieste e reportages per informare l’opinione pubblica. Moni Ovadia, scrittore e attrore, Paolo Butturini, segretario di Stampa Romana e Maddalena Novelli, direttore generale Ufficio scolastico regionale per il Lazio.

Il numero uno dei giornalisti della Capitale, Paolo Butturini, avvezzo a parlare alle conferenze con i massimi esponenti della politica, dell’economia e della società, di fronte ai bambini ha tradito un po’ di emozione quando ha parlato della qualità dell’informazione. “Con questi incontri nelle scuole- ha detto Butturini- l’obiettivo di Stampa Romana è principalmente quello di darvi gli strumenti per capire se ciò che leggete sui giornali è buona informazione, come leggere un articolo stimolando la capacità di interpretazione ma anche come scrivere un articolo, un’inchiesta. Bisogna che voi comprendiate ciò che vi raccontano fin dai banchi di scuola”.

Butturini ha spiegato ai bambini com’è nata l’idea, il progetto dell’Associazione Stampa Romana: “Il Premo Ilaria Alpi fa parte delle iniziative della nostra associazione per la crescita della ‘cultura dell’informazione’. Pluralismo, convivenza civile, rispetto dell’altro sono i presupposti per un’informazione libera. Un percorso che deve cominciare dalle scuole elementari e proseguire fino all’ingresso nel mondo del lavoro, la consapevolezza è fondamentale per la crescita di cittadini che, coscienti del ruolo dell’informazione, ne pretendano una di qualità”.

Butturini ha dato la parola a Moni Ovadia che ha iniziato il suo intervento con la storia del Principe che si credeva un pollo e del saggio che lo aiuta a tornare un uomo. Passando per le storie della Bibbia, dei filosofi del passato, fino alla tragedia dell’Olocausto e dei Rom, il “maestro Ovadia” come lo chiamavano i bambini, introduce argomenti scottanti, come la diversità, il razzismo, l’intolleranza. Temi che i bambini iniziano a capire attraverso la lectio magistralis di questo bravissimo attore prestato all’insegnamento. Con la sobrietà di un padre e il sorriso affettuoso di un nonno, raccontando la sua vita e gli aneddoti della sua famiglia, affascina e rapisce l’attenzione di un’intera scolaresca di bambini di 10 anni, seduti nell’ampia palestra della scuola ad ascoltare le sue parole, senza mai annoiarsi né tradire la stanchezza nonostante le ore passate a gambe incrociate sui tatami della palestra.

Moni Ovadia, appena finito il suo intervento, è stato letteralmente travolto dalle tante domande dei ragazzi che ponevamo questioni pertinenti, dirette e interessanti. Ovadia ha risposto per tre ore di seguito a tutti i ragazzi su questioni rilevanti della vita e sul significato delle storie. Non di rado i bambini si rimettevano in fila per fare un’altra domanda o ne facevano due di seguito quasi a voler approfittare della presenza di un tale affascinante oratore che ha dato una lezione di umanità e di amore a questi bambini avidi di sapere e così consapevoli nonostante la giovanissima età.

“Voi bambini- ha detto Ovadia- siete il pubblico più severo, più attento e noi abbiamo bisogno della vostra saggezza. E siete molto più sapienti di noi adulti”. La platea dei bambini ha applaudito e poi tutti in fila a far domande. Nessuno ha tradito noia o stanchezza, anzi. Nonostante l’ora Ovadia non si è sottratto al fiume di domande e neanche le professoresse sono riuscite ad arginare l’entusiasmo dei bambini che volevano sapere sempre qualcosa in più della vita e degli aneddoti raccontati dal nuovo professore, dal maestro Ovadia che ha raccontato loro anche la tragedia delle leggi razziali del 1938 , prendendo ad esempio la storia di una sua lontana parente “scappata dall’Italia in Marocco per sfuggire alle persecuzioni razziali”, vissuta fino a 106 anni che “a 97 anni, emigrata negli Stati Uniti decise che voleva imparare a volare e così ha preso il brevetto e ha volato fino a 105 anni, un anno prima di morire”. Quindi la morale che “voi bambini potete trarne-ha aggiunto Ovadia- è che si può imparare sempre, per tutta la vita”.

Le scuole possono partecipare al progetto con la Stampa Romana

Il concorso, intitolato alla giornalista della Rai Ilaria Alpi, uccisa in Somalia nel 1994, si rivolge ai ragazzi delle Quinte elementari di Roma che dovranno svolgere il tema: “Diversamente persone. Le differenze nella Roma di oggi come ricchezza culturale, sociale ed economica”. Le scuole interessate a questo progetto possono contattare l’Associazione Stampa Romana allo 06.684027302 entro fine novembre 2012). I giornalisti-tutor imposteranno il lavoro insieme all’insegnante che, subito dopo, dovrà effettuare una prima selezione indicando da uno a tre elaborati da trasmettere all’Associazione Stampa Romana entro il 15 marzo del 2013 – (Piazza della Torretta 36, 00186 Roma). La premiazione dei vincitori avverrà nel mese di maggio nella Protomoteca in Campidoglio alla presenza del Sindaco di Roma, dei genitori e della stampa.

A colloquio con la giornalista-tutor Maria Teresa Cinanni, docente del progetto in una scuola di Roma

Qual è stata la tua esperienza?
Raccontare i fatti, capire una notizia, saperla descrivere e rivederla poi attraverso gli occhi di un bambino di 10 anni. O meglio di una cinquantina di bambini. Con il curioso fascino della loro spontaneità e l’impegno e la grinta dei loro anni. Questo in estrema sintesi l’esperienza da me vissuta come tutor lo scorso anno presso la scuola elementare Chiodi, alla Balduina, dove per circa tre mesi, con intervalli anche di 15 giorni, ho lavorato con un gruppo di studenti di due quinte classi per avvicinare loro al mondo del giornalismo. Un’esperienza coinvolgente per i bambini, ma anche per le insegnanti e per me che vestivo per la prima volta i panni del tutor professionale.

Qual era il tema del corso?
“La valorizzazione del patrimonio culturale e artistico di Roma”. Questo il titolo del corso a me assegnato lo scorso anno all’interno del progetto sperimentale Ilaria Alpi che prevedeva lo svolgimento di 8 ore di lezione e la realizzazione di un prodotto giornalistico, in quel caso fotoreportage, a tema. Le immagini dei monumenti romani, così come quelle delle tradizioni gastronomiche e culinarie realizzate dai ragazzi si sono alternate alle spiegazioni di “testate”, “occhielli”, “editoriali”, “fondo”, “pastone” e alla simulazione di ambienti redazionali, con tanto di suddivisione in settori specifici e delineamento dei ruoli. Con un’inevitabile confusione a volte di ruoli e poltrone, non troppo dissimile da quella reale.

Avete realizzato anche un reportages fotografico?
Si, sono state oltre 400 le fotografie realizzate dai ragazzi a spasso per la città. A me poi l’ingrato compito di scartarne molte e prelevare 50 – 60 da produrre su dvd con tanto di musica di sottofondo e perché no, le voci dei protagonisti. E quest’anno si replica. Altra scuola, altri ragazzi, altro tema: Roma e la legalità. Non più in foto, ma un’inchiesta. Possibilmente di quelle vere, vecchio stile. O almeno è così che vorrei impostarla. Ma aspetto di conoscere bambini e contesto prima di decidere e rituffarmi in questa nuova avventura