di Sandro Calice e Juana San Emeterio
Al Festival tre film in concorso: il francese “Un enfant de toi” di Jacques Doillon, l’americano “A Glimpse inside the Mind of Charles Swan III” di Roman Coppola, e “Duzhan” del cinese Johnnie To. Per la selezione CinemaXXI. in competizione “Bloody Daughter” di Stéphanie Argerich, “Tutto parla di te” di Alina Marazzi, “Avanti Popolo” di Michael Wahrmann e “Da Vinci”, cortometraggio di Yuri Ancarani. L’incontro con Walter Hill è la seconda delle masterclass previste nel programma della settima edizione..
Venerdì 16 si chiude la lista dei film in concorso con “Eternal homecoming” di Kira Muratova e “Motel life” di Gabriel e Alan Polsky. Fuori concorso c’è “La bande des jotas” di Marjane Satrapi, mentre la sezione Prospettive Italia presenta “Dell’arte della guerra” di Luca Bellino e Silvia Luzi.A GLIMPSE INSIDE THE MIND OF CHARLES SWAN III
di Roman Coppola, Usa 2012
Charlie Sheen, Jason Schwartzman, Bill Murray, Katheryn Winnick, Patricia Arquette, Aubrey Plaza, Mary Elizabeth Winstead
Cosa c’è nella mente di Charles Swan III? Ragazzaccio quarantenne, narcisista e don Giovanni che vive in California. Nella sua testa ci sono soprattutto le donne, quelle che ha conquistato ma soprattutto quella che lo ha lasciato.
Charles Swan III (Charlie Sheen) è un grafico di successo, ha tutto quello che si può desiderare: fama, denaro e fascino. Ma una mattina la sua compagna Ivana (Katheryn Winnick) decide improvvisamente di troncare la loro relazione. Charles allora sta male, il cuore gli duole. Non capisce il perché di questo abbandono e inizia a fare una serie di azioni bizzarre per riconquistarla, intanto comincia una sorta di autoanalisi nel tentativo di ricomporre la sua vita. Lo aiutano i suoi amici fraterni Kirby ( Jason Schwartzman), Saul (Bill Murray) e la sorella Izzy (Patricia Arquette) e tra realtà e fantasia riuscirà a trovare una nuova vita senza Ivana.
Roman Coppola, cresciuto nel mondo del cinema, figlio del grande Francis, prima di diventare regista ha fatto quasi tutti i mestieri: fonico, direttore della fotografia, sceneggiatore e produttore. In questo film, liberamente ispirato a Charles White III, che negli anni '70 ha creato copertine di album musicali indimenticabili, ci racconta in modo divertente ed intelligente un personaggio tipico della realtà in cui vive, forse molto di se stesso. "Lo scopo, afferma in conferenza stampa, era fare un film divertente, pieno di fantasticherie e il personaggio di Sheen sogna ad occhi aperti. L'argomento che affronta, la separazione, è da adulti ma la forma è da ragazzini". E lo stile giocoso e po’ surreale ha conquistato gli addetti ai lavori, che hanno accolto il film, uno dei favoriti del concorso, con un applauso. Azzeccata anche la scelta del protagonista Charlie Sheen, bravo ed efficace. Una scelta, spiega Coppola facile: "Lo conosco da quando avevo 11 anni quando giocavamo insieme. Gli ho raccontato che stavo scrivendo questo personaggio che soffre per una separazione, esperienza che ho avuto personalmente. Il mio vecchio amico mi ha detto 'I nostri padri hanno girato insieme. Dobbiamo fare un film insieme' e ho capito che il ruolo era perfetto per lui". J.S.E.DUZHAN
di Johnnie To Kei Fung, Cina 2012
Sun Hong Lei, Louis Koo, Huang Yi
Duzhan (Drug War) di Johnnie To che ha al suo attivo più di 50 titoli, è il secondo film-sorpresa al Festival. Un gangster-movie costato 10 milioni di euro, ambientato nella Cina continentale, tutto azione, sparatorie e inseguimenti al cardiopalma.
La storia è quella di Ming, cinico trafficante di droga, che si schianta in auto contro un negozio dopo l'esplosione del suo laboratorio dove si raffina eroina. Ming viene catturato dalla polizia. Lo straordinario capitano di questa unità antidroga offre a Ming l’opportunità di salvarsi la vita se lo aiuta a rintracciare gli altri criminali. Inizia così la caccia difficile e violenta nel mondo della mafia e dei traffici illegali con un finale travolgente.
Definito il primo film sul traffico di droga mai realizzato in Cina e girato interamente a Tianjin, Duzhan è avvincente e coinvolgente, ricco di azione e personaggi di indubbio carisma. "Abbiamo abbattuto il tabù di girare scene realistiche di guerriglia urbana e che ritraessero l'esecuzione della pena capitale, che sono proibite in Cina, afferma il regista durante la conferenza stampa, dove la differenza nel lavorare la fa la censura, che comunque ho accettato ma, scherza, ritornerò a girare ad Hong Kong perché le pistole che vendono sono più belle". To sostiene poi che “l'intento del film, non è stato né fare incassi al botteghino, né vincere premi, ma di parlare dei crimini per droga in Cina perché lì vengono puniti con la pena di morte". Alla domanda di come è stato accolto in Cina, To risponde di non sapere come il pubblico veda queste problematiche ma sottolinea che quello che volevamo far vedere è il traffico di droga che non si fa scrupoli di sorta, l'assenza di coscienza di questi criminali che provocano la morte di moltissime persone". Un obiettivo raggiunto in pieno con tutta la crudezza e la forza della rappresentazione che non lascia spiragli indulgenti su questa realtà. J.S.E.