di Nicola Iannello Nulla cambia in testa alla classifica nella tredicesima giornata di serie A. Pareggia anche l’Inter in casa col Cagliari, dopo i pari della Juventus con la Lazio e del Napoli col Milan negli anticipi. Bianconeri sempre in testa con 32 punti, nerazzurri a 28, partenopei a 27, raggiunti da una squillante Fiorentina che piega la rivelazione Atalanta.
Tra Inter e Cagliari finisce 2-2 una partita dalle mille emozioni, che segna il primo pareggio dei nerazzurri. Ranocchia e Samuel nella difesa di Stramaccioni, che in avanti si affida al tridente Palacio-Milito-Cassano. Nel reparto avanzato di Pulga, i pesi leggeri Cossu e Sau a supporto di Nenè, preferito a Pinilla. Vantaggio dei padroni di casa con Cassano che pesca il taglio di Palacio in area per il colpo di testa vincente: quinto gol per l’argentino (10’). Il Cagliari reagisce. Handanovic due volte decisivo su Nenè, prima in girata al volo, poi di testa (qui l’attaccante si infortuna al capo e viene sostituito da Pinilla). I sardi continuano a spingere e raggiungono il pareggio con Sau in spaccata sul filo del fuorigioco, su bel lancio di Cossu da sinistra (43’). In apertura di secondo tempo Milito si divora un gol già fatto, calciando alto da pochi passi l’invito basso di Nagatomo. Il Cagliari mette la freccia. Cossu salta Ranocchia sulla sinistra, trova Pinilla sul secondo palo: acrobazia del cileno che coglie il legno lontano, Sau raccoglie e con freddezza beffa la retroguardia nerazzurra (66’): per l’attaccante sardo sono quattro i gol in campionato. Pareggio definitivo dell’Inter su autorete di Astori che in scivolata anticipa Agazzi e mette nella propria porta un cross basso di Alvarez (83’). Nel finale espulso Stramaccioni. Cagliari a 16 punti.
La Fiorentina strapazza l’Atalanta: 4-1. Montella conferma il 3-5-2, con Ljajic e Toni in attacco. Per Colantuono difesa a quattro con Maxi Moralez dietro l’unica punta Denis. I viola aprono le danze con un forte sinistro di Rodriguez sugli sviluppi di una punizione da sinistra (5’). Pari di Bonaventura in sospetto fuorigioco, con un tocco morbido che manda fuori tempo Viviano (32’). Aquilani firma il sorpasso con una punizione perfetta dal limite: palla a girare sulla barriera e Consigli immobile (42’). Il centrocampista si ripete con una zampata su azione d’angolo (47’). L’Atalanta era rimasta in dieci un minuto prima per il rosso diretto a Cigarini. Nella ripresa Toni chiude i conti di testa su cross di Aquilani da destra (49’). Atalanta ferma a 18 punti.
Nerazzurri bergamaschi scavalcati dal Catania (19 punti) grazie al successo al ‘Massimino’ sul Chievo (fermo a 11). Maran sempre col 4-3-3, dove Castro, Bergessio e Gomez costituiscono il reparto avanzato. Speculare il modulo di Corini, con Luciano, Théréau e Pellissier in avanti. Gli etnei perdono Bergessio e Biaganti per infortunio poco prima della mezz’ora, entrano Doukara e Izco. Il primo tempo scivola via senza troppi sussulti. Nella ripresa rossazzurri subito avanti con Almiron che corregge in rete di testa un corner (51’). Lo stesso centrocampista argentino raddoppia con un bel destro a giro (85’). Arriva troppo tardi il gol clivense di Andreolli (testa su punizione): l’arbitro fischia la fine subito dopo.
Divisione della posta tra Udinese e Parma: 2-2. Guidolin, con la consueta difesa a tre e il centrocampo a cinque, si affida a Maicosuel dietro Di Natale nel pacchetto avanzato. Classico 4-3-3 per Donadoni, con Sansone, Amauri e Belfodil d’attacco. Vantaggio friulano con Di Natale – ottavo centro – con arresto e pallonetto a scavalcare Mirante (9’). Dopo l’intervallo, neanche il tempo di riprendere il gioco che Marchionni si inserisce nell’area dell’Udinese e di esterno batte Brkic (46’). L’equilibrio dura poco: Pereyra riprende una respinta di Mirante su tiro di Basta (50’). Pareggio del Parma con un gol di Palladino molto simile a quello di Di Natale (89’). Udinese a quota 16, Parma a 17.
Torna a vincere il Bologna dopo sette giornate (4-0 al Catania alla sesta): 3-0 al Palermo, che fa un passo indietro rispetto al successo con la Sampdoria dello scorso turno. Pioli affida le chiavi della porta a Curci, con l’ex rosanero Agliardi che va in panchina (il portiere rientrante però si arrende prima dell’intervallo), difesa a tre e Diamanti a ispirare Gabbiadini e Gilardino. Gasperini conferma la formazione che ha battuto la Samp, con Dybala e Ilicic a supporto di Brienza. Padroni di casa in palla. Gilardino in rete con un gran destro incrociato (22’). Raddoppio con Gabbiadini che trasforma il rigore per fallo di mano di Donati (44’). Ripresa: pronti, via e altro penalty per i padroni di casa: Ujkani in uscita bassa atterra Gilardino e viene espulso; sul dischetto va Diamanti che batte il neo entrato Benussi (48’). Palermo in nove dal 72’ per la doppia ammonizione a Barreto. I cartellini rossi non finiscono qui: Bologna in dieci per il secondo giallo a Taider (72’), rosanero addirittura in otto all’82’ per il rosso diretto a Larbin, appena entrato, autore di un brutto fallo su Morleo. Il Bologna agguanta proprio il Palermo a quota 11. Pesanti le espulsioni per i rosanero, che sabato affronteranno il Catania nel derby siciliano.
Successo del Siena che lascia l’ultimo posto in classifica; ne fa le spese il Pescara, battuto 1-0. La sconfitta costa il posto all'allenatore Giovanni Stroppa, che rassegna le dimissioni. Difesa a tre per Cosmi (espulso sul finire del primo tempo), che in avanti schiera Rosina e Calaiò con Valiani punta avanzata. Per Stroppa, di punta ci sono Vukusic (preferito a Jonathas) e Abbruscato. Si rivela decisivo il gol di Valiani, un bel diagonale di sinistro a incrociare sul secondo palo (31’). I biancazzurri hanno l’occasione per pareggiare prima dell’intervallo ma la sprecano: Vukusic si procura un rigore (fallo di Contini) ma lo fallisce, esaltando il riflesso di Pegolo. Il Pescara finisce in nove per l’espulsione di Capuano a pochi minuti dal termine e di Zanon nel recupero. Siena ora a 10 punti, Pescara sempre a 11.
Il 105° derby della Lanterna, definito alla vigilia il ‘derby della paura’, premia la Samp (3-1) che frena l’emorragia di sette sconfitte consecutive e spinge nell’oblio il Genoa di Delneri (esonero in vista?), la cui striscia negativa sale adesso a 6 ko di fila. Riprende così fiato e colore il traballante Ciro Ferrara: i suoi uomini interpretano meglio la gara, specie i primi 45’ chiusi con un’ipoteca importante, ovvero due reti di vantaggio. Il primo centro è di Poli (16’) che insacca dopo aver raccolto a centro area un tiro sbilenco di Maresca. Il raddoppio è frutto di un autogol di Bovo (36’) generato da un’incursione di Icardi e da un pallone non trattenuto da Frey. Portiere rossoblù che nel finale di tempo evita però il tracollo della sua squadra salvando prima sullo stesso Icardi e poi su Munari. Genoa più vivo nella ripresa: ci provano, senza fortuna, Borriello, Jankovic e il neo entrato Bertolacci. La Samp sembra comunque poter gestire bene il risultato ma al 73’, dopo un batti e ribatti in area, Immobile trova la stoccata che riduce il passivo e riapre i giochi. Ultimo quarto d’ora di fuoco. Vargas si ritrova sul piede sbagliato (il destro anziché il sinistro) la palla del possibile pareggio ma calcia a lato (79’). Qualche minuto di (fisiologica) sofferenza per la Samp che però non si scompone e all’88’, in contropiede, chiude il match con Icardi. Il 3-1 finale non fa una grinza: ha vinto la squadra che ci ha creduto di più.
L’insolito ‘Monday night’ dell’Olimpico fra Roma e Torino chiuderà il programma del tredicesimo turno.