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Lo spettro di Hamas e il futuro con l'Anp

Partiti divisi su processo pace. 34 liste ai nastri di partenza soldato_israele_296

Con il "fantasma" di Hamas in agguato, l'incognita di una tregua duratura con il movimento integralista palestinese nella Striscia di Gaza e l'addio forzato alla politica del premier Olmert Israele cerca di voltare pagina e di trovare un punto di unione per affrontare la questione sicurezza e una crisi economica che fa sentire i suoi effetti

Le elezioni di martedì prossimo, infatti, saranno il banco di prova di nuovi e vecchi leader politici che dovranno affrontare definitivamente il problema dei rapporti con Hamas e confrontarsi anche con la nuova amministrazione di Washington e l'apertura negoziale all'Iran sul nucleare.

L'operazione "Piombo fuso", iniziata il 27 dicembre contro la Striscia di Gaza in risposta ai lanci di razzi di Hamas contro città israeliane,ha lasciato sul campo, oltre a migliaia di vittime, anche interrogativi su come e quando raggiungere una tregua duratura con il movimento integralista palestinese.

Il voto del 10 febbraio dovrà rispondere anche a questi dubbi e delineare il nuovo indirizzo diplomatico di Israele. I partiti in corsa per la guida del governo sono più che mai divisi sui temi di sempre: trattativa su Gerusalemme, lo Stato ai palestinesi, gli insediamenti dei coloni. Unico punto di incontro tra tutti è:con Hamas non si tratta.

Ai nastri di partenza delle elezioni politiche anticipate di martedì prossimo (dopo le dimissioni di Olmert e il fallimento di Livni per la formazione di un nuovo governo) si affollano ben 34 liste. Dodici sono state rappresentate alla Knesset (il Parlamento) uscente e le altre sperano di superare lo sbarramento del 2%, ovvero almeno 50 mila voti. Nel variegato panorama della corsa alla Knesset (oltre ai tradizionali partiti guidati da storici leader) si passa dalla lista "Foglia verde" (attiva nella legalizzazione della marijuana) a "Or"(Luce)che lotta contro l'influenza rabbinica per una società libertaria

In lizza, con la speranza di superare lo sbarramento, anche la lista della sinistra rivoluzionaria Daam, guidata dalla sindacalista araba Asma Zahalke che spera "in una lotta unita di proletari ebrei ed arabi contro il capitalismo e il fondamentalismo".

Al laicismo di Daam si contrappongono i partiti di ispirazione religiosa come Shas, che nel 2006 ottenne 12 seggi e quelli ai quali fanno riferimento gli arabo-israeliani: Balad e Ta'al. Ma la vera partita sarà quella tra la destra del Likud, il centro di Kadima, i progressisti dei Laburisti e gli ultranazionalisti di Yisrael Beiteinu guidati da Lieberman.

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