di Mauro Caputi
Nuovo cambio della guardia nel ruolo di anti-Inter. La Juventus approfitta del pari interno del Milan e si riporta al secondo posto superando il Catania al Massimino. Ma per i bianconeri non è stato un pomeriggio semplice, nonostante l’ottimo inizio. Iaquinta porta in vantaggio la squadra di Ranieri, ma riesce a rimediare due gialli (uno proprio per essersi tolto la maglia mentre esultava) nel giro di un minuto. Juve in dieci dal 12’ e Catania per forza di cose arrembante. Buffon salva la sua porta tre volte, ma commette un’ingenuità sull’azione che, a inizio ripresa, porta al pari di Morimoto. I padroni di casa allentano la pressione e la Juve prova a uscire, senza rendersi però pericolosa. Finché non si arriva agli ultimi minuti, quando sembra che sia la Juve ad avere l’uomo in più: nello spazio di una manciata di secondi arrivano tre corner, sull’ultimo dei quali, al 46’, Poulsen si trova sul piede la palla dei tre punti. Per il danese il primo gol in serie A vale una vittoria d’oro, sia per il recupero del secondo posto, sia perché arriva dopo due sconfitte consecutive. L’Inter, comunque, resta tranquilla a +7.
Il big match della giornata si giocava all’Olimpico fra Roma e Genoa. Per i giallorossi il 3-0 ha significato l’aggancio ai rossoblù, ma non al quarto posto. Questo infatti è appannaggio della Fiorentina, che ha risolto la partita del Franchi contro la Lazio nel finale con un tocco sottomisura di Gilardino. Lazio in dieci per 72’ per il doppio giallo a De Silvestri e ancora a zero punti nel girone di ritorno. A Roma, invece, decidono Cicinho, che conclude una spettacolare azione offensiva, Vucinic, splendida volé su cross di De Rossi, e Baptista. Il risultato maschera i meriti di in Genoa che paga troppo le imprecisioni in fase di conclusione alla fine di una battaglia terminata in dieci contro dieci (espulsi nell’ordine Taddei e Sculli).
Sorprendente, per quanto mostrato finora (oltre al prodigioso recupero nel girone di andata, era anche l’unica squadra a punteggio pieno nel ritorno), la sconfitta interna del Cagliari. Per l’Atalanta è di Cigarini il tiro (conclusione da fuori sulla quale è determinante la deviazione di un difensore) che vale tre punti. Continua a risalire l’Udinese, che ha cambiato passo dopo aver battuto la Juve. Al Friuli un coriaceo Bologna si arrende nei minuti di recupero al tocco di Sanchez.
In coda il Torino, reduce dal buon pareggio in casa dell’Inter, si fa fermare dal Chievo. Tutto nel secondo tempo con Ventola che apre le marcature e Italiano che sigla il pari. Le due squadre restano appaiate al penultimo posto. Quattro gol equamente divisi fra Sampdoria e Siena. Ospiti in vantaggio nel primo tempo con l’ex Vergassola. Nei minuti di recupero pareggia Bellucci. Inizio di ripresa favorevole ai padroni di casa che trovano il vantaggio con Pazzini (al secondo centro da quando il mercato invernale gli ha consegnato la casacca blucerchiata), ma Maccarone riequilibra il match a 11’ dal termine. Entrambe le squadre restano impelagate nella zona medio-bassa della classifica.
Il posticipo fra Palermo e Napoli offre un bel primo tempo giocato a grande intensità. Il Palermo è abilissimo a sfruttare l'avvio e dopo 14' si trova sul 2-0 con gol quasi in fotocopia di Migliaccio e Simplicio bravi a fiondarsi su cross provenienti da sinistra. Miccoli si muove e si fa vedere, ma sbaglia il 3-0 su un'azione da lui stesso innescata. Si comincia a far vedere il Napoli, che rischia qualcosa in contropiede. Però gli sforzi portano al gol, realizzato al 42' da Hamsik con un pregevole destro a giro. La ripresa si apre con Denis che non riesce a concretizzare un'occasione per il pari. Poi il ritmo cala e i rosanero sono bravi a controllare il 2-1 e a mettere in carniere il bottino pieno. Con questa vittoria il Palermo si porta a 35 punti e supera Napoli e Cagliari a 34.