10 febbraio - Il Giorno del Ricordo


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Il caso Drioli

Italiani che si battono per l'italianità

Luigi Drioli dopo l'8 settembre '43 fu uno dei promotori del CLN dove rappresentò il partito d'azione. Dopo il 1 maggio '45 il CLN rimase in carica, ma integrato in modo che i comunisti avessero la maggioranza. Dopo poco Drioli si dimise per dissensi politici, e il suo gesto si incrociò con lo scioglimento d'autorità del CLN e la sua sostituzione con un Comitato popolare di liberazione (CPL), tipico organo di base del movimento di liberazione jugoslavo, che assunse tutti i poteri.

Il CLN venne ricostituito in clandestinità ed aderì al CLN dell'Istria (CLNI), organismo con sede a Trieste e formato da istriani residenti o esuli nella città, con "fiduciari" nella zona B della Venezia Giulia, amministrata dagli jugoslavi secondo quanto disposto dall'accordo di Belgrado del 9 giugno 1945. Drioli ricostituisce il CLN d'Isola, che svolgeva attività di propaganda contro il regime di Tito e informava il CLNI sulla situazione esistente nella zona. Drioli era sostenitore di forme di resistenza non violente. Nel settembre del 1948 Drioli fu arrestato assieme ad alcuni altri cittadini di Isola (Olinto Parma, Livio Dandri, Domenico Difino, Ottavio Dudine e Salvatore Perentin) con l'accusa di aver costituito un gruppo spionistico e terroristico.

Al processo venne dato grande rilievo, per mostrare la determinazione delle autorità conro il CLNI, che aveva avuto notevole diffusione tra la popolazione italiana ed era sostenuto dal governo di Roma. Drioli, considerato il principale imputato, venne condannato a 12 anni. Ne scontò di meno: infatti, nell'ambito delle trattative che condussero al Memorandum italo-jugoslavo di Londra entrato in vigore il 26 ottobre 1954, e che chiudeva la "questione di Trieste", il governo di Belgrado si impegnò a concedere un'amnistia ai detenuti politici italiani. Oltre ai condannati al processo di Isola, ne beneficiò una ventina di altri italiani, comunisti cominformisti, cioè comunisti che al momento della "scomunica" di Tito da parte di Stalin nel 1948 si erano schierati con l'URSS ed avevano svolto attività clandestine contro il regime di Tito.