Arthur Miller, il leggendario commediografo che molti considerano il più grande d'America, morì il 10 febbraio 2005 a Roxbury, in Connecticut, nella fattoria che aveva acquistato nel 1958 quando era sposato con Marilyn Monroe.
Lo scrittore aveva 89 anni, vissuti fino all'ultimo sul palcoscenico dell'America: nonostante l'età e la malattia aveva continuato a scrivere e a manifestare il suo impegno civile e a innamorarsi. Pochi mesi prima della morte aveva occupato di nuovo le rubriche di gossip dei giornali con le voci dell'imminente matrimonio con Agnes Barley, una pittrice di 55 anni più giovane di lui.
Miller era nato nel 1915 a New York e la sua vita era stata segnata per sempre dalle esperienze della middle class americana colpita dalla Grande Depressione. Lo scrittore aveva visto il padre, un piccolo industriale dell'abbigliamento, finire in miseria negli anni Trenta come altri membri della sua famiglia. Queste esperienze lo portarono a scrivere il suo capolavoro, 'Morte di un commesso viaggiatore' che fece conoscere al mondo il personaggio di Willie Loman, simbolo del fallimento del sogno americano. 'Death of a Salesaman' debuttò a Broadway nel febbraio 1949 con la regia di Elia Kazan e l'interpretazione di Lee J. Cobb: fece vincere a Miller il Pulitzer e ne stabilì la fama come uno dei due maggiori commediografi americani del dopoguerra (l'altro era Tennessee Williams).
Nel 1953, un altro lavoro cruciale: 'Il Crogiolo', che esplorò l'isteria collettiva dei processi della caccia alle streghe di Salem e fu letto in chiave politica come una denuncia delle inchieste avviate dal senatore Joseph Mccarthy e della Commissione della Camera dei Rappresentanti sulle attività anti-americane.
Quattro anni dopo lo stesso Miller fu portato davanti alla Commissione e rifiutò di rivelare nomi di colleghi in odore di comunismo. La condanna che ne seguì per disprezzo del Congresso lo trasformò in un eroe della sinistra americana.
Ma Miller era anche un dongiovanni e nel 1956 aveva lasciato Mary Slattery, la prima moglie conosciuta al college e la madre di due dei suoi figli, per la star del momento, Marilyn Monroe. Dopo il divorzio da Marilyn, Miller si era sposato una terza volta con Inge Morath, ma Marilyn, a detta di tutti, fu il grande amore e la grande ossessione della sua vita: dopo il suicidio dell'attrice, Miller mandò in scena 'After the Fall', ispirato a quel matrimonio e criticato dai fan per mancanza di rispetto alla grande diva. E' sempre Marilyn che aleggia su 'Finishing the Picture', l'ultimo lavoro teatrale dello scrittore andato in scena nel 2004 a Chicago tra i fischi della critica e il disinteresse del pubblico.
Le commedie di Miller, con la forte enfasi sulla famiglia, la moralità e la responsabilità personale, parlano della crescente frammentazione della società americana. ''Molti dei miei lavori vanno alle origini, risalgono al punto da dove veniamo, perché oggi le famiglie non sono più unite e la gente non vive più a lungo nello stesso posto'', aveva detto lo scrittore in un'intervista del 1988. Secondo Miller ''lo sradicamento è causa del malessere della società di oggi: crea la sensazione che non ci possa essere nulla di permanente''.
I lavori teatrali di Miller non hanno condiviso questo destino di caducità: nel 1999, 50 anni dopo aver vinto un premio Tony per il miglior lavoro teatrale 'Death of a Salesman' aveva vinto lo stesso premio per il miglior revival di Broadway. Miller, che allora aveva 83 anni, andò in persona a ritirare il premio: ''Essere vivo per riceverlo è già un grande piacere'', aveva commentato sul palcoscenico.
Negli ultimi anni tuttavia lo scrittore era rimasto deluso da Broadway e aveva accusato la macchina dello show business di New York di essere troppo assetata di soldi. Per questo nel 1991 il commediografo aveva fatto debuttare una nuova commedia 'The Ride Down Mt. Morgan' a Londra. Era tornato poi a Broadway nel 1994 con 'Broken Glass' un dramma su una famiglia disfunzionale che aveva ottenuto buone recensioni dai critici newyorchesi.
Negli ultimi anni aveva continuato a scrivere: ''E' la mia arte. Mi sembra di essere più bravo che mai. Arrivi a una certa età e ti concentri sull'essenziale scremando il superfluo'', aveva detto nel 1996.
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Il 10 febbraio nella storia
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