di Giovanni Casa
Ha da poco festeggiato i dieci anni di attività il
Museo del Precinema di Padova. Unica struttura
del genere in Italia, racconta l’alba di una nuova
storia che affascina milioni di persone in tutto il
mondo. Televideo ha intervistato la direttrice,
Laura Minici Zotti.
Com’è nata l’idea del museo?
“Tutto è cominciato da una lanterna magica che
ho trovato nella mia casa di Venezia, esattamente
nella soffitta. Sono rimasta molto stupita da
questo oggetto che proiettava sul muro delle
immagini, tra l’altro bellissime, perché sono
dell’Ottocento, dipinte a mano. In seguito, ho
acquisito una collezione piuttosto vasta di tutto
quello che trattava il precinema, dagli strumenti
ottici ai giochi ottici, a una grande quantità di vetri
da proiezione. Oggi la collezione è di oltre
diecimila vetri. A un certo punto, è nata la
necessità di avere un museo, perché non sapevo
più dove mettere tutte queste cose che avevo
comprato nel tempo. Il comune di Padova ha
voluto che la collezione, che era in questa città, vi rimanesse, e così è stato. Il museo si trova a Palazzo Angeli, uno dei più prestigiosi di Padova, in una bella zona, Prato della Valle, che è anche una delle piazze più grandi di Europa”.
Qual è la sua articolazione?
“La collezione riguarda solo la storia del precinema. Infatti, non abbiamo qui pellicole cinematografiche. L’ultimo oggetto che si vede è una lanterna che poteva proiettare pellicola e vetri per lanterna magica. Quello è il passo che precede l’approdo al cinema. Abbiamo strumenti ottici e giochi ottici, diversi dei quali sono stati riprodotti, perché qui vengono anche molte scolaresche e studiosi. Infatti, possediamo una biblioteca piuttosto fornita: parte dal Settecento e arriva all’attualità. Il museo è diviso in quattro sale, con uno spazio per le videoproiezioni. Qui non si fanno rappresentazioni con la lanterna magica, che normalmente avvengono all’esterno e sono itineranti. Così pure sono itineranti due mostre che non possiamo esporre in questo museo. Una è “Il fascino discreto della stereoscopia”, dedicata alle antiche immagini fotografiche in tridimensionalità, a partire dal 1850. L’altra, ugualmente interessante, riguarda un’epoca diversa, il Settecento, ed è “Il rigore del nero, silhouettes e teatri d’ombre”. Quest’ultima rassegna è stata presentata anche a Lucca, un paio di anni fa. Inoltre, spesso mi vengono chiesti in prestito oggetti che abbiamo qui in esclusiva, a cominciare dai famosi vetri del Settecento. Di questi, solo 108 provengono dalla Toscana, e sono in una cassa con la loro lanterna magica originale. Stiamo ancora studiando per sapere se siano appartenuti alla sorella di Napoleone o ai Granduchi di Lorena, perché il periodo è quello, gli ultimi dieci anni del 18° secolo. Sono vetri panoramici, molto ben dipinti. Altre particolarità sono le lanterne doppie, quelle triple e vetri da proiezione. Alcuni sono di provenienza olandese, altri sono veneziani”.
Quale considera il “fiore all’occhiello” del museo?
“Suscita sempre grande interesse del pubblico il Megaletoscopio ‘privilegiato’ di Carlo Ponti del 1864, con il quale si possono vedere effetti di immagine in colore e bianco e nero. Sono foto bellissime e destano l’attenzione dei visitatori. È probabile che ne debba fare una mostra, “Vedere il mondo in salotto”, perché si chiamava proprio così. Ci sono, infatti, molte immagini dedicate ai viaggi. Era il periodo del Grand Tour, ma non tutti se lo potevano permettere, perché era piuttosto costoso. Ci si divertiva in salotto a guardare queste bellissime riproduzioni, sotto un certo aspetto anche tridimensionali”.
Avete di recente festeggiato il decimo anniversario. Le prossime tappe?
“Proprio in questi giorni, aspettiamo la visita di un dirigente della Cinémathèque française, Laurent Mannoni, perché dovrà scegliere parte dei nostri vetri per allestire una mostra nella sua prestigiosa struttura. Inoltre, essendo il 2009 l’Anno internazionale della astronomia, sono in programma rappresentazioni sul tema con la lanterna magica, avendo vetri originali e testi d’epoca a commento di queste immagini. Le prime videoproiezioni sull’astronomia hanno avuto un grande successo, tanto che ho dovuto aumentarne il numero rispetto a quanto avevamo previsto”.