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'La Shoah crimine contro Dio e l'umanità'

Il discorso di Benedetto XVI ai delegati della 'Conference of presidents of major american Jewish organizations' b

"Un crimine contro Dio e contro l'umanità". Così Benedetto XVI ha definito questa mattina la Shoah, sottolinenando che "questo dovrebbe essere chiaro a tutti, specialmente a coloro che si riconoscono nella tradizione delle Sacre Scritture e che condividono che ogni essere umano è creato a immagine e somiglianza di Dio". E' stato questo il passaggio centrale del discorso ai membri della delegazione della "Conference of presidents of major american Jewish organizations".

"Ogni negazione o minimizzazione di questo terribile crimine - ha detto il Papa - è intollerabile e inccettabile". Nel discorso, Ratzinger ha ricordato anche la vista da lui compiuta ad Auschwitz il 28 maggio 2006. "Nel momento in cui ho attraversato l'ingresso di quel luogo di orrore - ha rammentato - ho meditato sul numero infinito di prigionieri" che hanno mosso i loro passi ad Auschwitz e negli altri campi di sterminio. I figli di Abramo, ha detto, 'affranti e degradati' avevano ben poco sostegno al di là della loro fede nel Dio dei loro padri, una fede che noi Cristiani condividiamo con voi, nostri fratelli e sorelle". Come, si è chiesto Benedetto XVI, "possiamo iniziare ad afferrare l'enormità di ciò che è successo in quella infame prigione?"

Insieme alla condanna di ogni negazionismo della Shoah, Benedetto XVI ha anche ammonito che "questo terribile capitolo della storia non deve mai essere scordato" e ha espresso una "fervente preghiera" che "la memoria di questo terribile crimine rafforzi la nostra determinazione a sanare ferite che troppo a lungo hanno sporcato le relazioni tra cristiani ed ebrei".

Netta la condanna anche dell'antisemitismo. "La Chiesa - ha detto - è profondamente e irrevocabilmente impegnata a rifiutare ogni antisemitismo e a continuare a costruire relazioni buone e durature tra le nostre due comunita'". In proposito, Papa Ratzinger ha sottolineato che "i due millenni di storia della relazione tra ebraismo e Chiesa sono passati tra molte fasi diverse, alcune delle quali dolorose da ricordare. Ora che siamo in grado di incontrarci in uno spirito di riconciliazione, non dobbiamo permettere che le difficoltà passate ci impediscano di stringerci la mano dell'amicizia". Per il Papa, la dichiarazione del Concilio vaticano II 'Nostra aetate' sui rapporti del cattolicesimo con l'ebraismo e le altre religioni rappresenta la "pietra miliare" nel dialogo che da allora procede. "E' mio sentito desiderio che la nostra attuale amicizia - ha assicurato - che cresca anche più forte, così che l'irrevocabile impegno alle relazioni rispettose e armoniose con il popolo dell'Alleanza dara' frutti in abbondanza".

Nel discorso, Papa Ratzinger ha citato le parole della richiesta di perdono lasciata da Giovanni Paolo II il 26 marzo del 2000 in una fessura del Muro del Pianto. "Dio Padre - era scritto sulla pergamena firmata semplicemente Joannes Paulus - tu hai scelto Abramo e i suoi discendenti per portare il tuo nome alle nazioni. Noi siamo profondamente rattristati per il comportamento di coloro che nel corso dei secoli hanno causato sofferenze ai tuoi figli e, mentre chiediamo perdono, vogliamo impegnarci a vivere in autentica fraternita' con il popolo dell'Alleanza".

Per la verità storica, va ricordato anche che queste stesse parole furono pronunciate per la prima volta nel corso della celebrazione dell'12 marzo del 2000, ricordata per i "mea culpa" che Papa Wojtyla fece pronunciare ai cardinali della Curia Romana. In quell'occasione all'allora card. Ratzinger, come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, tocco' leggere la richiesta di perdono per l'Inquisizione mentre la frase sull'antisemitismo citata oggi fu assegnata al presidente della Pontificia Commissione per i rapporti con l'ebraismo che era il card. Edward Cassidy. "Mi sto preparando a una visita in Israele- ha concluso il pontefice- una Terra Santa per i cristiani cosi' come per gli ebrei, poiche' le radici della nostra fede vanno trovate li'". La visita di Papa Ratzinger in Terra Santa dovrebbe tenersi dall'8 al 13 maggio, con tappe in Giordania, a Gerusalemme, Betlemme e Nazareth. Ma la data non e' stata ancora fissata in modo definitivo ed e' considerato possibile un rinvio, concordato bilateralmente, a dopo l'estate.