RELIGIOLUS

di Sandro Calice

 RELIGIOLUS
 di Larry Charles, Usa 2008 (Eagle Pictures)
 Bill Maher

 Intendiamoci: si tratta di intelligente ironia, di utile provocazione, di
 cabaret di alto livello. Fa ridere e riflettere, ma “Religiolus” resta un 
 mockumentary (cioè una fiction “travestita” da documentario), non 
 altro, tanto meno un reportage scientifico sulle religioni.

 Bill Maher è un comico poco conosciuto in Italia ma che negli Usa da vent'anni è protagonista di shows (“Real Time with Bill Maher”, “Politically Incorrect”) in cui spesso si diverte – e diverte – a prendere in giro i dogmi e i fanatismi. Qui gira il mondo accompagnato e ripreso dal regista di “Borat”, Larry Charles. Da Gerusalemme ad Amsterdam, dalla provincia americana al Vaticano, Maher incontra rappresentanti e semplici praticanti di diverse religioni, interrogandoli con finta ingenuità sul loro Dio e sulla loro fede. C'è il vescovo-scienziato e c'è lo svanito adoratore della marijuana, c'è il rabbino e il seguace di Scientology, c'è il creazionista statunitense e il rapper islamico, in una irresistibile galleria di quelle che oggettivamente appaiono dogmatiche idiozie.

“Religiolus” (crasi di religious e ridiculous) ove non urti sensibilità personali, il chè è probabile possa accadere, ma è un rischio da cui l'intelligenza dovrebbe mettere al riparo, a tratti fa ridere a crepapelle. Maher è perfetto nel ruolo, utilizza la forza del dubbio, anche ingenuo, banale, per ridicolizzare “l'oppio dei popoli”. Invita a usare la brutalità della ragione contro l'ottusità di chi si sente depositario di verità e non accetta il confronto. E sarebbe sbagliato, dato che i più “ottusi” in fondo risultano gli americani della provincia, pensare che la cosa non ci riguardi. Peccato solo che verso la fine ceda alla pedagogia, al “ora vi dico io qual è la vera verità e cosa dovete fare”. Una risata definitiva sarebbe stata più dirompente.