"In un anno, il Parlamento kosovaro ha varato la legge sull'aborto, sugli esami di maturità, sulla salute pubblica, su programmazione territoriale, agricoltura biologica, energia, acque, in- cendi, foreste, libertà religiosa, uso della lingua: dal punto di vista giuridico, l'impegno è stato notevole".
Lo dice a Televideo Stefano Bianchini, docente di Storia e Istituzioni dell'Europa orientale all'università di Bologna. "In larga misura, le leggi riflettono quanto concordato nel piano di pace Ahtisaari. Molte norme servono a dare spazio alla nuova dimensione dell'indipendenza. In generale, esse si si adeguano agli standard occidentali".
"La multietnicità si traduce nel bilinguismo ufficiale e nel riconoscimento anche delle minoranze rom, bosniache e turche, in ogni comunità in cui superino il 3% della popolazione".
"Le tensioni non sono tuttavia sopite, anzi: c'è stato un crescendo di episodi violenti dall'inizio dell'anno tra serbi e albanesi. E le comunità continuano a vivere divise dal rancore".
"L'esodo dal Kosovo è stato significativo. Malgrado l'impegno della comunità internazionale e delle autorità kosovare, soltanto una minima parte dei serbi che hanno lasciato le loro case nel 1999 ha fatto rientro".
"Non ho idea di quanto potrà durare la 'luna di miele' tra le varie fazioni nel Parlamento. Certamente la situazione è molto delicata e in larga misura dipende dalla comunità internazionale".
"Un altro fattore di cui bisogna tenere conto è la corruzione: il Kosovo è oggi 4° nella graduatoria dei Paesi più cor- rotti del mondo, soprattutto per quanto riguarda la giustizia".
"Nonostante le riforme attuate in questi 12 mesi, la corruzione resta la sfida più ardua. L'Eulex dovrà dimostrare di saper veramente incidere sulla realtà", conclude Stefano Bianchini.