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Come non sbagliare le tasse

Iscrizione alle superiori e contributo volontario superiori_ragazzi_296

Il 28 febbraio è il termine ultimo per l’iscrizione alle scuole superori e quindi per pagare le tasse ma per questo esistono regole ben precise, non sempre conosciute. Una guida per non sbagliare ce la fornisce Silvia Landi che si occupa delle problematiche della scuola all’Adiconsum.

Cosa bisogna sapere prima di pagare le tasse d’iscrizione?

“Innanzitutto va subito sottolineato che la scuola dell’obbligo è gratuita fino a 16 anni. Quindi, a parte chi è sempre esonerato per il basso reddito, le tasse d’iscrizione vanno pagate solo ed esclusivamente dalle famiglie che hanno ragazzi che vanno nelle 4° e 5° superiori, cioè per gli ultimi due anni di scuola prima del diploma. E questo non tutti i genitori lo sanno”.

Questo però lo si saprà al momento dell’iscrizione

“In realtà non è così scontato perché, un po’ perché le famiglie hanno poco tempo, un po’ perché le scuole sono in una situazione economica d’emergenza e cercano di ottenere dalle famiglie un minimo di contributi, non sempre le informazioni vengono date in modo corretto. E così le famiglie pagano anche cifre non obbligatorie”.

Allora a cosa bisogna stare attenti per non pagare più del dovuto?

“Partiamo dall’inizio. L’importo della tassa d’iscrizione è di 6,04 euro più la tassa di frequenza pari a 15,13 euro. In tutto esattamente 21,17 euro. A questa cifra si può aggiungere un contributo che, lo sottolineo, è “volontario”. La scuola, nella sua autonomia e secondo le esigenze delle materie di studio, ne decide l’ammontare ma questo può essere pagato solo in parte e magari non all’atto dell’iscrizione ma più tardi. E’ quindi a discrezione dei genitori e la scuola deve accettare la loro decisione. Questo, tengo a precisare, non vuol dire che il nostro messaggio sia non pagate. Tutt’altro, noi invitiamo le famiglie a dare il contributo volontario se la scuola lo merita, a fare uno sforzo. Le famiglie devono imparare a premiare le scuole che funzionano e che riescono a proporre attività di qualità, ovviamente nella misura in cui le famiglie se lo possono permettere. Si deve fare attenzione ai bollettini che le scuole forniscono per l’iscrizione perché deve essere specificato quale è la somma della tassa e quale quella del contributo volontario. Dai consumatori ci arrivano infatti molte segnalazioni in questo senso. Ci riferiscono di scuole che fanno passare per tassa il contributo come se fosse un pagamento obbligatorio (per esempio nei bollettini delle prime tre classi delle superiori) ma anche denunce limite di scuole che aspettano sia pagato il contributo prima di accettare l’iscrizione”. Va anche ricordato di controllare sempre se si ha diritto ad agevolazioni sulle tasse, fino all’esonero, per reddito basso o per ragazzi meritevoli. Ogni anno il ministero aggiorna i tetti di reddito previsti e tutte le informazioni si possono trovare sul sito del ministero dell’Istruzione. Per tutte le informazioni e le segnalazioni sul nostro sito, www.adiconsum.it è attivo uno sportello apposito e si può scrivere una e-mail all’indirizzo di posta elettronica scuola@adiconsum.it “.

Quindi è giusto dare il contributo alle scuole ma a cosa serve e come controllare che venga speso bene?

“Le attività che la scuola svolge sono nel piano di offerta formativa, la famiglia sa, prima di iscrivere il figlio, a che tipo di contributo andrà incontro. E qui va precisato che i licei, scientifici ma soprattutto classici, hanno meno spese rispetto agli istituti professionali che devono acquistare il necessario per i laboratori, prodotti spesso molto costosi. In genere il ministero contribuisce ad una parte di queste spese con un finanziamento che l’anno scorso era garantito ma quest’anno no. Comunque, una volta dato il contributo volontario, sta ai genitori vedere se poi nei fatti la scuola assicura le attività promesse. I genitori possono controllare che questo avvenga con gli strumenti che hanno a disposizione cioè attraverso i loro rappresentanti negli organismi scolastici. La nostra raccomandazione è di farlo, di essere presenti perché questo diritto spesso è sfruttato poco e male”.