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Come fare senza compresenze

A colloquio con Patrizia Palone del Convitto Nazionale

Per meglio comprendere le conseguenze pratiche delle novità introdotte per le scuole elementari abbiamo parlato con la coordinatrice per le classi elementari del Convitto Nazionale, scuola molto conosciuta al centro di Roma, Patrizia Palone.

I genitori, nella domanda d’iscrizione, possono scegliere tra la formula a 24 ore e quella a 27 ore oppure fare richiesta tra due opzioni, fino a 30 ore o tempo pieno di 40 ore. Cosa cambia rispetto allo scorso anno?

“Il tempo pieno è stato confermato, dopo le preoccupazioni espresse dai genitori che lavorano. Non cambia nulla, rimane tutto uguale. Per il resto, dopo che le famiglie avranno fatto la loro scelta, le scuole dovranno decidere, secondo autonomia e secondo gli organici. Il problema è che nelle classi di 24 o 30 ore (solo mattina o con un rientro pomeridiano) finora c’erano 3 maestri su due classi mentre ora ce ne sarà 1 per classe. Noi, per evitare che alcuni insegnanti non abbiano più occupazione, cercheremo di fare più classi a tempo prolungato (fino a 30 ore) o a tempo pieno, magari cercando di spiegare la situazione ai genitori e di convincerli. Insomma, per non licenziare, le possibilità di avere classi a tempo pieno potrebbero addirittura aumentare. In più per quanto ci riguarda, stiamo cercando di mettere una sezione in più perché in questo modo possiamo chiedere un aumento di organico. E si potrebbe pensare anche a fare classi di 24 ore collegate a quelle a tempo pieno per favorire chi vuole per i figli un tempo più lungo”.

Ci sono altri problemi che dovrete affrontare?

“Abbiamo ancora difficoltà a capire come dobbiamo organizzarci e molti sono gli interrogativi. Partiamo da un problema fondamentale: l’eliminazione delle compresenze. Come fare a mantenere una scuola d’eccellenza come ci viene richiesto? Quando eravamo in compresenza non ci facevamo certo il the con i biscottini, essere in due in classe voleva dire aiutare i colleghi impegnati in quel momento nella lezione seguendo i bimbi che avevano bisogno di ulteriori spiegazioni. In più facevamo programmazione con i colleghi mentre ora ci si chiedono progetti individuali ma non è chiaro come impostarli. E comunque quelle che erano ore di compresenza continuano a far parte dell’orario che dobbiamo svolgere e in quelle ore dobbiamo essere a disposizione. Ma per cosa, per aspettare che un altro docente si senta male? Ho il timore che sia tempo sprecato. Un’altra grande difficoltà si presenterà per le supplenze. Finora si poteva chiedere un supplente dopo il 5° giorno di malattia, ora non sarà possibile fino al 20°. Quando c’era il ‘modulo’ con 3 maestri su 2 classi, se uno era malato supplivano gli altri ma ora se c’è un solo maestro prevalente per classe come si farà? Poter disporre di più maestri impegnati su più classi significava anche poter risolvere l’assenza di uno dei due maestri delle classi a tempo pieno. Quando c’era un’assenza ci chiamavano la mattina alle 7 e alle 8 tutto era predisposto perché nessuna classe rimanesse senza maestro. L’unica soluzione, per il prossimo anno, sarà di dividere i bambini che non hanno maestro nelle altri classi, magari non tutti in una prima elementare ma anche in seconda o in terza”.

Quali gli svantaggi per i genitori?

“Per chi ha scelto il tempo pieno nessuno. Tutto resta come prima. Potrebbe avere qualche disagio chi pensava di poter avere un orario con un solo rientro al pomeriggio e invece ne avrà due, proprio per la tendenza ad allungare gli orari. Poi resta il fatto che un unico insegnante non può essere tuttologo, se si era in due si potevano moltiplicare gli input per i bambini. Io insegno da molti anni, all’inizio sono stata maestra unica ma ora i bambini hanno molte più esigenze, più stimoli, usano il computer anche meglio di noi. Insomma, non era male poterli seguire in due. E aggiungo che nel frattempo dovremmo aumentare il numero dei bambini arrivando fino a 27 per classe (ora sono tra i 20 e i 25). Si dovrebbe anche tener conto del fatto che non tutti vengono da scuole materne che li preparano alla scrittura, che ci sono bambini con problemi, non riconosciuti come tali, quindi senza insegnante di sostegno, che vanno seguiti più degli altri”.