Rappresentante della nuova comicità italiana, insieme a Carlo Verdone, Francesco Nuti e Roberto Benigni, Massimo Troisi raggiunse il successo alla fine degli anni '70 sotto la generica ma fortunata etichetta dei ''nuovi comici''. Insieme ai suoi giovani colleghi contribuì in modo decisivo a rinnovare gli schemi tradizionali della commedia all'italiana, dando vita all'atteso ricambio generazionale di un cinema popolare che aveva dato lustro e successo, anche commerciale, all'Italia.
Nato a San Giorgio a Cremano, alla periferia di Napoli, dopo gli studi per il diploma di geometra esordisce a teatro nel 1969, sempre a San Giorgio, insieme a Lello Arena, con il quale sette anni più tardi fonda il gruppo cabarettistico ''La smorfia'', di cui fa parte anche Enzo Decaro. Il trio ottiene successo prima al teatro Sancarluccio di Napoli e poi si fa conoscere dal grande pubblico con i passaggi televisivi a ''Non stop'' la trasmissione di Enzo Trapani in onda su Raiuno nel 1977.
Fin da queste prime prove, Troisi, che del gruppo cabarettistico è il leader chiaramente riconoscibile, mostra di voler rielaborare, con autoironia, gli sterotipi e le suggestioni della farsa e del melodramma napoletani con una spiccata propensione alla parodia (celebre il rifacimento farsesco dell'Annunciazione, in cui Troisi è Maria). Proprio questa interpretazione autoironica della ''napoletanità'' e il legame mai rinnegato con le proprie radici distinguono Troisi da Verdone e dagli altri e ne caretterizzano il primo, folgorante successo cinematografico nella doppia veste di attore e regista. Il film, ''Ricomincio da tre'', è del 1981 e rappresenta uno dei maggiori successi mai registrati dal cinema italiano. Troisi si aggiudica una pioggia di premi e riconoscimenti, nonché un record nazionale, quello della permanenza in un cinema: 600 giorni al Gioiello di Roma.
Il filo rosso che lega i gustosi sketch di ''Ricomincio da tre'', sceneggiati dallo stesso Troisi, è rappresentato dalle disavventure di Gaetano, un giovane dell'entroterra napoletano che decide di lasciare il suo paese per andare verso ''Nord'', a Firenze, a casa di una zia disposta a ospitarlo. Con uno spirito mai grossolano e una capacità di far sorridere anche attraverso la mimica, Troisi affronta temi non banali, in parte autobiografici, come lo sradicamento, l' inabilità sentimentale, il rapporto di odio-amore con la famiglia. Il secondo film, ironicamente intitolato ''Scusate il ritardo'' (1981), ricalca con meno fortuna gli schemi del primo. Troisi torna al successo nel 1985, dirigendo e interpretando in coppia con Benigni ''Non ci resta che piangere'', che narra le disavventure di due uomini d'oggi piombati nel '400. La sua popolarità è intanto enormemente cresciuta e, pur avendo ormai sciolto ''La smorfia'', torna varie volte in tv come ospite d'onore in trasmissioni di largo ascolto, tra cui il varietà del sabato sera.
Anche ''Le vie del signore sono finite'' (1987), che pure ottiene un discreto successo di pubblico, viene accolto tiepidamente dalla critica mentre più convinecente appare ''Pensavo fosse amore invece era un calesse'' (1991) interpretato accanto a Francesca Neri. In questo film, Troisi approfondisce uno dei temi a lui più cari, quello della vita amorosa e dei problemi quotidiani di una coppia. Troisi vi recita la parte di un uomo che teme gli obblighi della vita in comune, incerto tra la libertà del single e la rassicurante condizione di un solido rapporto affettivo.
Le sue capacità di attore non solo comico vengono utilizzate soprattutto da Ettore Scola, che lo vuole in tre suoi film: ''Splendor'' (1988), ''Che ora è?'' (1989, per il quale ottiene al Festival di Venezia la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile) e ''Il viaggio di Capitan Fracassa'' (1990). Troisi recita anche in ''Hotel Colonial'' di Cinzia Th. Torrini e ha la parte di protagonista nell'ultimo film del regista inglese Michael Radford, ''Il postino'', da lui fortissimamente voluto dopo aver letto il libro di Antonio Skarmeta da cui è tratto.
Muore il 4 giugno del 1994 in seguito a un attacco di cuore.
>>Guarda la fotogallery
Il 19 febbraio nella storia
![]() | ![]() | ![]() | ![]() |
---|---|---|---|
1945: II Guerra, inizia la battaglia di Iwo Jima | 1965: Nasce a Milano l'attrice Veronica Pivetti | 1986: Gli Usa dichiarano illegale il genocidio | 2008: Fidel Castro si ritira dalle cariche presidenziali |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
Pagina realizzata in collaborazione con Rai Teche.