di Fiammetta Rossi
Grosse novità in vista sui libri scolastici per il prossimo anno, tema “scottante” per le famiglie che si trovano ad affrontare spese sempre maggiori. Le scuole dovranno adottare i nuovi testi per le medie entro il 15 aprile e per le superiori entro la fine di maggio.
Quest’anno una circolare del Ministero dell’Istruzione prevede una serie di cambiamenti. Innanzitutto, a fianco dei tradizionali libri stampati, le scuole potranno scegliere e-book o ricorrere al comodato d’uso gratuito. In più le scelte non potranno essere cambiate per 6 anni per le scuole medie e per le superiori. Resta però la possibilità per gli editori di integrare i testi con appendici di aggiornamento, se è necessario per modifiche ai programmi d’insegnamento. Va poi ricordato che per le famiglie meno abbienti è possibile richiedere rimborsi parziali della spesa sostenuta per l’acquisto dei libri e che per questo il ministero ha già stanziato le risorse.
Per saperne di più abbiamo chiesto il parere di Silvia Landi dell’Adiconsum che segue in particolare le problematiche legate al mondo della scuola.
Alla luce delle nuove direttive, cosa si può consigliare ai genitori?
“L’anno scorso c’era già stata un’autorizzazione del ministero in questo senso ma in ritardo. Quest’anno i tempi sono giusti quindi, volenti o nolenti, le scuole si dovranno adeguare, senza cercare di ritagliarsi su misura la circolare. Questo sarà un momento delicato, un periodo di passaggio che andrà monitorato per ottenere che le scuole adottino questi nuovi metodi sui libri di testo, soprattutto per le nuove classi. Da parte delle famiglie serve una grande attenzione e possono farlo perché hanno questo diritto. Questo può essere davvero un punto di svolta perché le scuole non cambino libri di testo ogni anno che diventano così inutilizzabili per i fratelli più piccoli e comunque invendibili. A questo proposito va anche detto che le nuove edizioni spesso sono false nuove edizioni, cambiano magari solo numeri di pagine e viene aggiunta qualche figura ma i testi restano gli stessi”.
Come si fa a monitorare la scelta dei libri di testo fatta dalle scuole?
“Le famiglie possono dire la loro e, se non riescono a farlo, hanno il diritto di segnalarcelo in modo che noi possiamo fare pressione in questo senso, anche perché il ministero non prevede controlli e tantomeno sanzioni. I genitori, soprattutto se presenti nei Consigli d’Istituto, devono innanzitutto fare attenzione che vengano rispettati i tetti di spesa previsti dal ministero per il costo dei libri che saranno indicati in un’altra circolare”.
Tra le nuove possibilità quale ipotesi di libri di testo conviene che sia adottata dalle scuole?
“Una delle soluzione migliori è l’e-book, il libro elettronico che si scarica da Internet ed ha un costo nettamente inferiore a quelli stampati. Ci sono case editrici specializzate in questo tipo di testi che ovviamente sono più facilmente aggiornabili. Si pagano on line e non c’è il problema delle liste d’attesa. Oltre al vantaggio di pesare di meno negli zaini, cosa non da poco, l’ e-book si può anche stampare capitolo per capitolo, a seconda della lezione che si deve seguire. Un vantaggio enorme se si pensa che alcuni libri vengono utilizzati pochissimo, spesso di centinaia di pagine se ne leggono davvero poche. Sfido chiunque a dire che tomi come quelli di letteratura italiana vengano letti dall’inizio alla fine. Un’altra soluzione è fare in modo che le scuole utilizzino libri in “comodato d’uso”. Nel Nord Europa è una prassi, da noi non si comprende perché non debba essere utilizzato. In questo caso è la scuola che compra i libri, i ragazzi li prendono in prestito e a fine anno li restituiscono o li riscattano. Il libro rimane alla scuola e può essere passato ad altri alunni. E c’è anche la possibilità di comprare libri in dispense e quindi risparmiare. Ad esempio, per la storia, si può comprare la dispensa del periodo che si deve realmente studiare in un determinato anno e solo quella. Si evita così di comprare libri che abbiano anche programmi dell’anno successivo e che si rischia comunque di dover ricomprare perché magari non andranno più bene. Insomma non è possibile che le famiglie subiscano vessazioni, lo si deve evitare in tutti i modi”.