"Ciudad Juarez è abitata in gran parte da immigrati, che spesso la trascurano; rispetto ad altre città messicane ha seri problemi di identità. Oggi, violenze e crisi economica hanno spinto molti cittadini a tornare nelle loro regioni di provenienza", spiega a Televideo Edna Lorena Fuerte, docente di Scienze politiche all'università locale.
"La società civile ha organizzato proteste che i politici di maggioranza hanno strumentalizzato, quasi fossero all'opposizione. I cittadini sono molto attenti a quanto accade e ne parlano tra di loro, ma rimangono chiusi nella paura e in una diffusa sfiducia nei confronti di ogni autorità".
"Il crimine organizzato ha una solida struttura orizzontale, che fa sì che quando cade una testa ne spuntino almeno altre tre. La sua gestione quotidia- na del potere è più solida e più astuta di quella delle istituzioni".
"Tale stato di cose affonda le radici in una storia fatta di compromessi e accordi regionali, anche politici, con organizzazioni che, poco alla volta, hanno acquisito sempre più potere".
"L'operazione che nel 2008 governo federale e governo del Chihuahua hanno condotto insieme ha sortito risultati deludenti e lunghe quanto sterili polemiche sulle rispettive mansioni".
"L'arrivo dei primi militari nella nostra città, lo scorso anno, portò con sé un carico di legittimità che rafforzava le istituzioni".
"In uno Stato di diritto quale è oggi il Messico, l'esercito non viene formato per compiere indagini, ma solo per agire. Alcuni abusi documentati al confine e risultati poco significativi per la sicurezza degli abitanti hanno tuttavia sollevato dubbi sulla reale efficacia dell'operazione".
"L'invio di 7mila soldati non servirà a nulla senza uno schema integrale di lavoro, cosa che oggi manca" aggiunge Edna Lorena Fuerte.
Sulla questione dei narcos, governo e opposizione sembrano giocare a nascondino: non riescono ad incontrarsi e instaurare una collaborazione perché, in fondo, manca loro la volontà".
"Quest'anno ci sono le elezioni politiche, e i partiti pensano solo a conqui- stare seggi. La chiave del gioco è mettere l'avversario in cattiva luce, con buona pace dei problemi che affronta il Paese reale".
"Per la classe politica messicana conta solo il potere: siamo al paradosso di uno Stato in cui i cittadini sono così trascurati da negare quasi le sue stesse istituzioni".
"La storia dei cartelli di Juarez e Sinaloa si interseca in più punti".
"Per lunghi anni, la spartizione territoriale ha funzionato e consentito una coesione interna alle due organizzazioni criminose. Il cartello di Juarez ha conosciuto tempi migliori,è vero. Oggi, grazie a una rete di accordi e collega- menti esteri, quello di Sinaloa prevale su scala nazionale".
"Sinaloa sta cercando di impadronirsi della piazza, ma Juarez sta dimostrando di avere, a livello locale, radici e tentacoli profondi almeno quanto quelli del suo avversario. La battaglia si annuncia ancora lunga",conclude Fuerte.