L’ULTIMO PULCINELLA

  di Juana San Emeterio

  L’ULTIMO PULCINELLA
  Di Maurizio Scaparro, Italia 2008 (Bolero Film)
  Massimo Ranieri, Adriana Asti, Jean Sorel, Valeria Cavalli,
  Domenico  Balsamo, Carla Ferraro, Georges Corraface,
  Antonio Casagrande

  Pulcinella è la maschera napoletana per eccellenza: un anti-eroe 
  degli umili, ribelle ed irriverente, un simbolo di vitalità che affronta 
  e sconfigge i suoi avversari. Pieno di arguzia e buon senso popolare
  a volte inquieto o triste ma sempre attento alle cose del mondo. 
  Non sono molti in Italia gli artisti che incarnano meglio questo 
  personaggio della tradizione, tra questi c’è Massimo Ranieri, attore 
  e cantante, protagonista del film di Maurizio Scaparro, regista 
  teatrale e attuale direttore della Biennale Teatro di Venezia.

La pellicola ripercorre il viaggio di un artista di strada, Michelangelo (Massimo Ranieri) che rassegnatamente recita e canta a Napoli il suo Pulcinella dove può e che, improvvisamente, è costretto a lasciare la sua città per Parigi dopo che l’ ex moglie (Valeria Cavalli) gli ha rivelato che suo figlio Francesco (Domenico Balsamo) è scappato nelle banlieues parigine da una sua amica, Cecilia (Carla Ferraro), per avere assistito a un omicidio di camorra. A Parigi Michelangelo ritrova un suo vecchio amico professore della Sorbona (Jean Sorel) e la sua assistente Faiza (Margot Dufrene) che lo aiutano a riconquistare la fiducia del figlio, ma soprattutto conosce Marie (Adriana Asti) ex attrice di varietà senza età, rinchiusa in un vecchio e cadente teatro nelle banlieues di cui è proprietaria e ormai custode. Tutti insieme e con l'aiuto di Cecilia, che ha una particolare influenza politica su molti giovani del quartiere (maghrebini, francesi, italiani), decidono di realizzare un sogno che fu già di tanti italiani del passato, "les italiens": riscoprire il teatro e mettere in scena uno spettacolo ispirato a un soggetto inedito di Roberto Rossellini su Pulcinella. Malgrado le difficoltà di vita del quartiere e le tensioni crescenti con la polizia, Michelangelo cercherà di creare uno spazio dove possa essere nuovamente riconosciuta la dignità e l'utilità dell'artista; a Parigi, a Napoli, in Europa.

Il teatro, quel teatro dimenticato nella periferia che ricomincia a vivere di musiche e colori, diventa il luogo dove costruire nuovi sogni e dove padre e figlio cercano con fatica un rapporto. Due generazioni che stentano a capirsi in un mondo che cambia, in quei “banlieues” multietnici , crocevia di contraddizioni, a volte violente. “Un’avventura –ha spiegato il regista- un film fatto per unire la cultura, i giovani e il lavoro. Un film europeo, anzi mediterraneo”. Bravissimo Massimo Ranieri nell’interpretare l’uomo e la maschera, nel tentativo di trasmettere al figlio, una tradizione che è storia, il modo di rappresentarla e insieme l’affetto di un padre.