di Carla Toffoletti
L'arte dell'antichità riflessa nell'arte del
Novecento,sculture e pitture che hanno attraversato i
secoli, a confronto con Dalì, Picasso, De Chirico,Morandi.
E' questa la scommessa della mostra "Memorie
dell'antico nell'arte del Novecento", che si inaugura oggi a
Firenze, al museo degli Argenti di Palazzo Pitti.
In totale 130 opere che, comparate tra loro, ci aiutano a
vedere direttamente la forza innovativa e rivoluzionaria
dell'arte del XX° secolo, contrapposta a un
Neoclassicismo storico ormai vuoto di contenuti.
"E' una mostra che ci aiuta a capire come l'arte italiana
ed europea, dopo la rottura delle avanguardie, ritorna
all'ordine attraverso il recupero delle radici e della
tradizione, per approdare a una nuova arte che ci
identifichi nell'essere italiani", spiega a Televideo Ornella Casazza, una delle curatrici della mostra.
Opere a confronto, come il "Vaso ortogonale" con quadrettatura ad angolo retto realizzato da Gio Ponti, chiamato a risollevare le sorti della Ginori, bloccata ormai in forme stanche e ripetitive, messo a confronto con la fonte ispirativa, un vaso etrusco reticolato, proveniente dal Museo Archeologico di Firenze.
"E' stata una mostra molto laboriosa", spiega ancora Ornella Casazza. "Abbiamo ottenuto prestiti prestigiosi: le 'Repas frugal' di Picasso, proveniente dal Victoria and Albert Museum di Londra, la "Nascita dei desideri liquidi' di Salvador Dalì, prestata dal Guggenheim di Venezia, a testimonianza che anche gli autori stranieri subirono il fascino del nostro passato".
"Il ritorno alle origini diventa spinta creativa per una generazione intera di artisti italiani ed europei- ci ricorda la Casazza- la possibilità di un recupero di canoni, misure, moduli validi ancora oggi".