Dall'Italia


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'Lotta civile'

Intervista ad Antonella Mascali, autrice del libro Lotta civile, edito da Chiarelettere: l'impegno dei familiari delle vittime della mafia y

di Germana Lang

Qual è il filo comune nelle testimonianze raccolte?
Il filo comune è proprio l’impegno di questi familiari colpiti così duramente, i n modo irreversibile nei loro affetti, e che nonostante ciò hanno saputo trasfor mare il loro dolore privato in impegno per la collettività.

Quale la denuncia più forte? E rivolta a chi?
Tutti mi hanno raccontato della solitudine. Tanto che è significativo che abbia no trovato un punto di riferimento in un’associazione come Libera e non nello St ato. Mi hanno parlato della solitudine, arrivata un po’ dopo l’omicidio, perché nell’immediato lo Stato si è fatto vedere. Ma poi è stato assente. I familiari temono l’oblio, la mancanza di memoria, perché è come se i familiari fossero morti invano. Per loro è importante la testimonianza, il ricordo e l’impegno, essere cittadini consapevoli e attivi. C’è anche una richiesta di assunzione di responsabilità da parte della politica, su cui hanno molto da ridire.

In che modo ha pesato, se ha pesato, nella loro scelta il fatto di aver avuto “giustizia” per i loro familiari?
Questo è un aspetto che mi ha molto colpito. Ho raccolto testimonianze di person e Che hanno visto conclusi i processi relativi agli omicidi dei loro cari, altre p er cui l’iter giudiziario è ancora in corso, altre per cui non è ancora iniziato , ma tutti si battono per la legalità, per la giustizia nel Paese. Ci credono e continuano a crederci.

In che modo sono impegnati?
Vanno nelle scuole, o dove li chiamano le associazioni. Cominciano a parlare dei familiari uccisi, ma poi si spostano sugli aspetti più generali, sulla cultura della legalità. Alcuni di loro vanno nelle carceri. Entrare in contatto con il m ondo di chi ha ucciso i loro familiari è un percorso doloroso, complesso, e nono stante ciò lo fanno perché credono nella battaglia del recupero, soprattutto dei giovani nelle carceri minorili. Vogliono affrontare questa scommessa.

Quali le promesse e gli impegni di cui diffidano?
Diffidano delle parole, delle dichiarazioni di intenti, delle dichiarazioni reto riche. “siamo contro la mafia” non vuol dire niente per loro, se poi non c’è una assunzione di responsabilità. Rispetto alla politica loro chiedono selezione a monte dei candidati, cosa che sottolineano non c’è.

Ci sono richieste di riconoscimento o altro?
Provano grande amarezza, perché hanno dovuto fare una battagli che avrebbero no n voluto e dovuto fare per ottenere un’equiparazione tra le vittime di mafia e l e vittime del terrorismo. Solo da gennaio 2008 è stata adeguata la normativa, an che se non completamente, relative alle vittime di mafia.