Prima di diventare il primo attore al mondo, che ha ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura (nel 1997), Dario Fo era già una persona molto speciale. All’età di 83 anni (è nato il 24 marzo 1926) è ancora un mimo e un polemista, un giullare ed un agitatore politico, un teatrante diverso da tutti ed anche il drammaturgo italiano più rappresentato all'estero.
Soprattutto per i suoi tantissimi fan italiani (ed anche per i suoi detrattori) è il creatore di un teatro, che, come un giornale satirico sempre diverso, ha fatto ridere riflettendo i drammi e gli inganni della cronaca italiana: il 'compromesso storico', il divorzio, l'aborto, il terrorismo, tangentopoli e cento altri temi hanno avuto la loro commedia, il loro titolo sferzante, la loro sorpresa scenica.
Nato a San Giano (Varese) da un ferroviere e una contadina, Fo ha studiato pittura all'Accademia di Brera e architettura al Politecnico di Milano. La scenografia è cosi il primo punto di contatto con il teatro, subito dopo la guerra. L'incontro con l'attore Franco Parenti lo spinge prima alla stesura di alcuni sketch, poi a calcare le scene del varietà e della commedia musicale. La sua vita si decide in un paio d'anni: nel 1953 forma il celebre trio di cabaret con Parenti e Giustino Durano, con i quali recita 'Il dito nell'occhio'.
Nel 1954 sposa Franca Rame, che ancora oggi è al suo fianco in scena e nella vita. Negli anni Sessanta si afferma con commedie paradossali, dai titoli buffi ('Chi ruba un piede è fortunato in amore', 'Isabella, tre caravelle e un cacciaballe'). Insieme i due attori (1962) sbattono la porta di una 'Canzonissima' di successo, per la censura imposta alle loro scenette dichiaratamente politiche.
'L'esilio dalla Rai' durerà fino al 1977, quando Raidue trasmetterà le sue commedie. Rinunciando ai circuiti tradizionali, porta il suo teatro appoggiato dall'ARCI (1968-70) in piazze, tendoni e fabbriche occupate. Poi la forte satira contro l'URSS e il revisionismo del PCI, lo spingono in collisione con la sinistra tradizionale. Oltre che un attore, Fo è un simbolo, che suscita applausi e avversioni ideologiche.
Per questo nel '73 un gruppo di fascisti sequestra e violenta la Rame. Nel 1974 i due attori occupano e trasformano in teatro la Palazzina Liberty a Milano, dove Sebastian Matta dipinge murales rivoluzionari. Intanto, fra successi di pubblico e pubblici anatemi, Fo diventa un attore richiesto all'estero, soprattutto in Francia, mentre le sue commedie si traducono in tutte le lingue. Alla fine degli anni Settanta, la sua statura di artista comincia a prevalere sulla sua militanza politica. La RAI riformata gli riapre le porte; la Scala gli affida la regia di 'Storia di un soldato' (1978), prima di tante regie liriche in vari paesi; università e grandi teatri si contendono i suoi spettacoli e le sue conferenze. Con e per Franca Rame scrive 'Tutta casa, letto e chiesa' e 'Storia della tigre', mentre affronta da solo un curioso omaggio a Cristoforo Colombo, interpretando a suo modo il prediletto Ruzante, o replicando per la millesima volta il monologo 'Mistero buffo'. Più recentemente ha intrapreso in (strana) coppia con Giorgio Albertazzi la registrazione televisiva di una molto personale storia del teatro.
Quanto a 'Il Mistero buffo' è per molti versi il suo capolavoro, certo è la più famosa di tutte le sue 'storie' - e ne ha scritte tante: 47 commedie, 3 film, 60 canzoni, 100 Caroselli - si tratta di un Vangelo apocrifo, fantasioso e blasfemo che ha incantato i pubblici di tutto il mondo. Lo recita ogni anno dal 1969; fino a poco tempo fa almeno un centinaio di repliche l'anno, cambiando e ricambiando quasi sempre qualche cosa, adattandolo all'attualità e alle platee.
E' lo spettacolo più rappresentato del teatro italiano, insieme a 'Arlecchino Servitore dei due padroni' di Giorgio Strehler (nato nel 1947). Ma nella sua lunga vita Fo ha fatto molto altro: non solo gli spettacoli e il lavoro di pittore (la sua primissima attività artistica, alla quale è tornato in anni recenti), ma anche la passione politica e l'attivismo nel '68, le campagne a favore dei carcerati e i 40 processi subiti per lo più per reati d'opinione, contro lo Stato e contro la religione. ''Non rinnego nulla'' ha detto in più occasioni, confidando: ''ho tantissimi ricordi belli del mio lavoro e del mio privato, grazie a Franca Rame, mia moglie e mia compagna''.
Il 24 marzo nella storia
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