Culture


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28 e 29 marzo, giornata Fai di primavera

Arte e natura, bellezze del nostro Paese. Aprono 580 monumenti in 210 città fai_ape_296

di Federica Marino

L’evento
Arte e natura, il bello dell’Italia: per difendere e celebrare la bellezza del nostro Paese torna, per la diciassettesima edizione, la Giornata FAI di Primavera. Sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, il 28 e 29 marzo aprono- in molti casi in via eccezionale - 580 monumenti in 210 città di tutte le Regioni italiane. Una due giorni in cui il Fondo per l’Ambiente Italiano incontra i cittadini, per fare loro conoscere un patrimonio spesso sconosciuto e da difendere ogni giorno, tutti i giorni. FAI anche tu è lo slogan per il 2009, un’esortazione a partecipare all’iniziativa e sostenere concretamente le azioni a tutela della bellezza.

Coinvolti settemila volontari delle cento delegazioni FAI e diecimila “Apprendisti Ciceroni”, studenti che illustreranno aspetti storici e artistici dei beni illustrati. Undici le escursioni in collaborazione con il Club Alpino Italiano e 37 le cicloescursioni con la FIAB - Federazione Amici della Bicicletta. Buona fruibilità per le persone con disabilità, che possono accedere a circa il 40% dei siti e un’attenzione particolare ai cittadini stranieri, perché la bellezza non ha confini: per loro visite guidate multilingue in alcuni siti lombardi, piemontesi e siciliani.

Sintesi dei luoghi, alcuni luoghi
Tra i monumenti, oltre alle proprietà del FAI, ci sono luoghi di culto e palazzi, borghi e quartieri, castelli e torri, musei, archivi e biblioteche. E ancora giardini e aree naturalistiche, isole, teatri, siti archeologici e luoghi del lavoro.

Impossibile raccontarli tutti, perché i luoghi che il FAI apre al pubblico sono molti, distribuiti nello spazio e lungo il tempo: seguendo le strade della Penisola, un itinerario ideale si sgrana dall’Alto Medioevo longobardo ai nostri giorni, attraverso le epoche storiche e grazie al recupero e restauro di aree abbandonate o distrutte e oggi riportate alla vita. E’ quanto accade a Benevento, devastata dai bombardamenti del 1943. La guerra ha fermato il tempo e ha portato alla luce tracce che vanno dalla preistoria a oggi. La cattedrale di Santa Maria Assunta, ad esempio, conserva la facciata romanica, ma era luogo di culto già in epoca romana e poi longobarda, mentre l’Area del sacramento, quartiere beneventano anch’esso distrutto dalle bombe, è diventato ora un “museo architettonico” grazie a un restauro conservativo che bene esemplifica le stratificazioni urbane del centro di Benevento, dalle terme romane all’Ospedale delle Donne, passando per costruzioni più e più volte rimaneggiate nei secoli, per rispondere a esigenze abitative che cambiavano con il mutare delle condizioni storiche, sociali ed economiche dei loro abitanti.

Tra gli appuntamenti, ancora in Campania, a Napoli si può visitare il prezioso chiostro del Monastero di San Gregorio Armeno. Importanti la riapertura dopo il restauro ad Ascoli Piceno del Forte Malatesta e, a Messina, della normanna Cripta del Duomo. A Mantova, la novità assoluta di un percorso alla scoperta dell’Appartamento di Ferdinando Gonzaga nel Palazzo Ducale. A Palermo apre per la prima volta al pubblico Villa Cardillo, originata da un “baglio” seicentesco e trasformata ora in uno spazio aperto alla città. Sempre a Palermo, c’è il Museo internazionale delle marionette “Antonio Pasqualino”, che ospita 3500 pezzi da tutto il mondo, e oltre tremila volumi dedicati al teatro di figura, nell’adiacente biblioteca Giuseppe Leggio. Uno sguardo alla storia della scienza nella Stazione radiotelegrafica “Guglielmo Marconi” di Coltano (Pisa). Utilizzata per la prima volta proprio da Marconi, nel 1903, la stazione è oggi quasi un rudere ricoperto di vegetazione: per la Giornata FAI verrà ripulita, perché i visitatori la vedano e, chissà, la prendano a cuore. Sempre a Coltano si trova anche la Villa Medicea.

Esclusivamente riservata agli iscritti al FAI la visita all’Isola Gallinara, nel mare di Albenga (Savona). Sull’isolotto, che prende il nome dalle galline selvatiche che lo popolavano in passato, c’è oggi una riserva naturale. Nel IV secolo offrì rifugio a San Martino di Tours e poi divenne sede di un monastero benedettino venduto nel 1842 a privati. Nei fondali circostanti, relitti e manufatti che risalgono fino al V secolo a.C., tracce dei commerci con Marsiglia. Nel 1950, fu nelle acque di Gallinara che si effettuò il primo recupero subacqueo della storia.

Gli itinerari
Non mancano interessanti itinerari tematici: a Roma si è scelto di aprire beni che ripercorrono la storia della capitale tra ‘800 e ‘900. Si scopre così la vicenda della chiesa del SS. Sudario, voluta dalla comunità piemontese a Roma e inaugurata nel 1605. Sconsacrata dopo la Rivoluzione francese, venne adibita a magazzini e scuderie fino al restauro del 1856 e alla nuova gloria sotto il patronato di Casa Savoia dal 1871 al 1948. Uno sguardo all’età fascista nei palazzi del Ministero dello Sviluppo economico e dell’Istruzione: nel primo spicca la vetrata concepita dallo scultore Mario Sironi e dedicata al progresso produttivo italiano, nel secondo sono le decorazioni a celebrare la storia come trasmissione dei valori portanti di cultura e tradizione. A Palazzo Koch, sede della Banca d’Italia, si ammirano collezioni d’arte che vanno dalla scultura antica agli arazzi del XVII secolo, fino a dipinti di artisti italiani di Otto e Novecento. Sempre a Roma, Villa Lubin, costruita nel 1906 come sede dell’Istituto internazionale di agricoltura e oggi sede del Cnel. L’architetto Pompeo Passerini elaborò un edificio compiuto in sé e nel suo rapporto con l’ambiente circostante di Villa Borghese, raggiungendo un difficile equilibrio tra neo-barocco e liberty. Villa Maria, sorta nel tardo Ottocento è, invariata nelle sue forme, un valido esempio di edificio per comunità – prima religiosa e assistenziale, poi scolastica. A Viterbo si visitano i piani nobili di Palazzo Brugiotti, Palazzo dei Priori e Palazzo del Capitano del Popolo.

Itinerario tematico anche a Milano, sui Luoghi del pensiero e del lavoro: la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, che quest’anno compie 400 anni e fu una delle prime biblioteche aperte al pubblico; l’Università Bocconi, con il suo campus e l’ultimo edificio, sei piani progettati dallo studio irlandese Grafton Architects e “appesi” con tiranti di acciaio a grosse travi. E ancora Palazzo Rocca Saporiti, commissionato nel 1812 e progettato dallo scenografo Gaetano Perego, e le Fonderie Barigozzi e Battaglia: la prima nasce sotto Napoleone e prosegue le attività fino al 1975, poi trasformata in museo. La seconda, fondata nel 1913, è stata scelta da scultori come Manzù, Marini, Fontana, Pomodoro. Qui è stato fuso anche il cavallo della Rai. Palazzo Edison – sede nel 1923 della compagnia elettrica fondata da Thomas Alva Edison - rappresenta il connubio tra estetica e funzione, come pensato dall’architetto Enrico Combi, nel 1892: nella Sala degli Azionisti e in quella degli Analisti si affacciano due cupole in vetro, quasi gemelle e tra le più grandi al mondo. I vetri curvi sono stati uniti con profili di piombo poi rinforzati con acciaio, nella difficile tecnica dei tubages, nata in Francia e sviluppatasi negli Usa. Palazzo Mezzanotte è stato fino alla fine degli anni Ottanta sede di Piazza Affari. Inaugurato nel 1932, porta il nome del suo ideatore e ricorda nella facciata, alta 36 metri e sormontata da un timpano triangolare, richiama la tradizione classica. Nella Banca Cesare Ponti, un raro esempio di continuità e conservazione del paesaggio urbano.

A Fucecchio (Pisa), si ripercorrono i luoghi di Indro Montanelli, ricostruiti nel palazzo che oggi porta il suo nome e ospita la Fondazione Montanelli Bassi. Nel Palazzo Montanelli della Volta, sorto nel XVI secolo e sede delle abitazioni delle famiglie più potenti di Toscana, sono stati trasferiti da Milano e Roma e ricostruiti gli ambienti in cui Indro Montanelli ha scritto i suoi editoriali, articoli e libri. Un percorso attraverso la sua attività è possibile grazie alle raccolte complete delle sue creature di carta stampata, “Il Giornale” e “La Voce”. Esposti anche premi e riconoscimenti e la mitica macchina per scrivere “Olivetti Lettera 22”.

A Cesena (Forlì-Cesena) si snoda l’itinerario Palazzi e monasteri: l’operosità delle corti, la poesia dei giardini: sono disegnati, i fiori, i frutti e i giardini di Natura Picta, una mostra dalle collezioni della Biblioteca Malatestiana. A Casa Bagioli si fa visita al “Giardino segreto”, luogo atemporale cui potevano accedere solo i proprietari della casa. E ancora il giardino italiano a Palazzo Romagnoli, il cortile operoso di Palazzo Chiaramonti (inizio XVIII secolo), antica corte di servizio e di passaggio per le derrate alimentari oggi diventato giardino fiorito, e ancora la corte del Monastero del Santo Spirito (XII secolo) e quella, senza più memoria, di San Biagio, complesso monastico risalente al Trecento e abbandonato il secolo scorso. Il tempo trascorso e l’incuria hanno cancellato la funzione cui era destinato il cortile, e nulla segnala più se esso fosse destinato alla preghiera o alla coltivazione dei semplici.

Itinerari sui luoghi del lavoro quelli in Liguria e Valle d’Aosta: nel Ponente savonese si racconta il Borgo ceramico delle vecchie fornaci di Albissola Marina; a Donnas si scopre la cultura della vite e della viticoltura. Tutto un mondo che si apre nel percorso “La Chiusa che schiude la Valle Pesio”, in Piemonte: Il nome del centro di Chiusa di Pesio (Cuneo) viene proprio dalla sua posizione geografica, che ne ha fatto uno sbarramento naturale tra Valle Pesio e pianura. Ambiente, cultura e storia vi si intrecciano dal dodicesimo secolo, quando vi fu fondata la Certosa (1173) dedicata a Santa Maria. Luogo di culto e centro di spiritualità, fu trasformata in stabilimento idroterapico nel 1840, per cadere poi in abbandono fino al 1934, quando recuperò la sua antica funzione religiosa grazie ai Padri missionari della Consolata.