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30 marzo

Nasce Van Gogh, il primo trasporto pubblico, nasce Norah Jones, attentato a Ronal Reagan

Nato nel 1945 in un piccolo villaggio inglese, Eric Patrick Clapton è spinto dall’amore per la musica blues e per il R&B americano impara a suonare la chitarra e a studiare i maestri.

Dopo avere suonato in molte blues band inglesi nei primi anni '60, tra cui spiccano i Roosters nel 1963, raggiunge la fama con gli Yarbirds, di cui fanno parte i tre migliori chitarristi inglesi del decennio: Clapton, Jimmy Page e Jeff Beck. Lascia il gruppo nel 1966 per unirsi ai Bluesbreakers di John Mayall e in seguito per formare i Cream con il bassista Jack Bruce e il batterista Ginger Baker. Presto la band diventa il più importante gruppo rock della fine degli anni '60. L'enorme successo dei Cream lo porta alla ribalta internazionale. La combinazione vincente di psichedelia e remakes di standard blues come "Spoonful", "Crossroads" e "Born under a bad sign", rende ancora più solida la sua reputazione.

Nel 1969 assieme a Steve Winwood, Rick Grech e Ginger Baker forma i Blind Faith, una band che ottiene un'enorme popolarità con il primo album omonimo. Sempre nel 1969, con Delaney e Bonnie & Friends, comincia a sperimentare le sue capacità vocali. Nel 1970 escono il suo primo album solista e "Layla and Other Assorted Love Songs" di Derek and the Dominoes, un'altra collaborazione unica che include un genio allora sconosciuto della chitarra slide, Duane Allman. Nel 1971 tocca emotivamente il fondo. Lo scioglimento di Derek and the Dominoes durante la registrazione del loro secondo album ha un profondo impatto su di lui. A parte alcuni lavori occasionali come sessionman e occasioni speciali come il leggendario concerto per il Bangladesh organizzato da George Harrison e il Rainbow Concert del 1973 in onore di Pete Townshend, si ritira dalle scene per quasi tre anni.

Nel 1974 rientra ai vertici delle classifiche con "I shot the sheriff", tratto dall'album "461 Ocean Boulevard", dopo avere attraversato un periodo durissimo dovuto ai problemi legati alla tossicodipendenza. Tutti i suoi album della metà degli anni '70, come a esempio "There's One In Every Crow", "E.C. Was Here" e "No Reason To Cry", sono arrivati nella Top 20. Dal 1977 con l'album "Slowhand", tre volte disco di platino, che contiene la famosissima "Lay Down Sally", comincia un'ascesa irresistibile che continua ancora oggi. I successivi album comprendono "Backless" (1978), "Just One Night" (1980) registrati live al teatro Tokyo Budokan, "Another Ticket" (1981) che contiene la hit "I Can't Stand It", "Money And Cigarettes" (1983), "Behind The Sun" (1985) e "August" (1986). Nel 1988, incide "Crossroads" (doppio platino) con ben 73 brani remasterizzati digitalmente scelti in modo da abbracciare tutta la sua carriera.

L'anno successivo, l'album "Journeyman" vende oltre 2 milioni di copie e gli fa vincere il primo Grammy Award della sua carriera per il singolo "Bad Love". Nel 1991 incide "24 Nights", registrato durante 24 serate alla Royal Albert Hall a Londra con un ensemble di leggende viventi del blues con orchestra. Raggiunge nuove vette nel 1992 con la registrazione della colonna sonora del film "Rush" e in particolare del singolo "Tears in Heaven", entrato nei top 5, e vincitore del Grammy Award. Lo stesso anno, l'album "Unplugged" registrato dal vivo durante lo spettacolo di MTV, raggiunge il n°1 per tre settimane consecutive, vendendo 15 milioni di copie in tutto il mondo e vincendo il Grammy come album dell'anno. Nel 1994, torna al blues, il suo primo grande amore. L'album "From The Craddle" è un grande successo di critica e di pubblico in tutto il mondo.

Negli anni '80 e '90, fa sentire la sua presenza nel regno delle colonne sonore, contribuendo a "Rush", "Ritorno al futuro", "Il colore dei soldi" e "Arma letale 3". Il più grande successo in questo campo arriva però con il brano "Change the world" tratto dal film di John Travolta "Phenomenon". Il brano, prodotto da Babyface, è il trionfatore della notte dei Grammy del 1997. Membro due volte della Rock & Roll Hall of Fame come chitarrista degli Yardbirds e dei Cream, continua a stupire e deliziare un folto gruppo di amanti della musica. È un'eredità che prosegue con la pubblicazione di "Pilgrim" (1998), l'ultimissimo capitolo della sua odissea musicale. Nel 1997 vince tre Grammy Award, inclusi quelli per l'Album Dell'Anno e Miglior Vocalista Pop con il brano "Change the World" che vince anche il premio come Canzone Dell'Anno.

Nell'ottobre 1999 viene pubblicato "Clapton Chronicles", una compilation che contiene il meglio degli ultimi quindici anni di lavoro dell'artista. Nel 2000 è la volta di "Rinding with the king", nato da un desiderio di incidere un disco blues con B.B. KING. Nel 2002 pubblica "One More Car,One More Rider" registrato in due diverse città toccate dal suo tour mondiale: a Los Angeles allo Staple Center e al Budokan Hall di Tokyo. Nell'agosto del 2005, l'album Back Home è stroncato dalla critica: troppo orientato al mainstream, prevale un tono abbastanza tiepido, privo di sussulti, in cui la mitica Stratocaster non "ruggisce" più. Nel 2006 esce The Road to Escondido, album in cui finalmente realizza la collaborazione tanto desiderata con J. J. Cale, l'autore di Cocaine. Nella band è presente anche Billy Preston nella sua ultima session in studio, pochi mesi prima della sua scomparsa.

Nel luglio 2006 si esibisce in Italia in una serie di date che lo vedono protagonista al Lucca Summer Festival il 7 luglio assieme alla Robert Cray band, a Umbria Jazz l'8 luglio, e all'Arena di Verona in chiusura del tour, ancora una volta con Robert Cray davanti a un foltissimo pubblico: insieme concludono il concerto duettando in Crossroads.

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Il 30 marzo nella storia

1853: Nasce Vincent Van Gogh 1876: A Trieste il primo trasporto pubblico 1979: Nasce Norah Jones 1981: L'attentato a Ronal Reagan

 

 

 

Pagina realizzata in collaborazione con Rai Teche.